Le perplessità del sindacato sono state espresse anche da Andrea Marcucci (PD), presidente della VII Commissione Istruzione, che ha chiesto al Governo di trasmettere alla Commissione "una nota ufficiale recante l'indicazione puntuale dei tempi tecnici necessari per garantire, entro l'inizio del prossimo anno scolastico, la completa attuazione del piano straordinario di assunzioni previsto dall'articolo 10 del disegno di legge".
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): si fa sempre più impellente l’esigenza di stralciare le assunzioni dal disegno di legge e far approvare in tempi strettissimi un decreto dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
Il piano straordinario di 100mila assunzioni dei precari della scuola comincia a scricchiolare: non solo perché restringe la platea dei supplenti abilitati da assumere, escludendo tanti abilitati, a partire da quelli che hanno conseguito il titolo dopo il 2011, ma anche per i tempi davvero troppo stretti per attuarlo. Anief lo aveva detto da tempo: non ci sono i tempi per le centomila assunzioni se anche verrà approvato entro maggio, figuriamoci ora che se va bene il progetto verrà approvato nella seconda parte del mese di giugno.
Le perplessità del sindacato sono state espresse anche al Senato. E nemmeno da un deputato appartenente all’opposizione parlamentare. Ad aver più di un dubbio sulla possibilità che il programma di immissioni in ruolo possa andare in porto è stato Andrea Marcucci, del Partito Democratico, presidente della VII Commissione Istruzione, evidentemente sollecito dai sindacati ricevuti in audizione nelle ultime ore.
Il senatore Marcucci ha infatti chiesto al Governo di trasmettere alla Commissione "una nota ufficiale recante l'indicazione puntuale dei tempi tecnici necessari per garantire, entro l'inizio del prossimo anno scolastico, la completa attuazione del piano straordinario di assunzioni previsto dall'articolo 10 del disegno di legge". L’iniziativa è fondamentale per comprendere se sarà possibile, a settembre, avere in ruolo i 100mila nuovi docenti, assieme all’organico funzionale da far gestire alle 8.500 scuole autonome.
“Dopo aver cancellato dalle assunzioni, senza uno straccio di motivo, un terzo dei precari inseriti nelle Gae, tutti gli idonei dei vecchi e nuovi concorsi, i precari della seconda fascia delle graduatorie d’istituto – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e segretario confederale Cisal -, ora potremmo assistere alla beffa delle beffe. Ritrovarci con un piano assunzioni ridotto di un terzo, rispetto a quello approvato dal CdM a settembre 2014 e finanziato dalla Legge di Stabilità, e inattuabile nell’immediato”.
“Con il passare dei giorni – continua Pacifico – cresce infatti il timore che il grosso delle assunzioni possano realizzarsi solo sul piano giuridico: in pratica, speriamo di sbagliarci, potremmo assistere ad un mero turn over nel 2015 e ad un’assegnazione dei ruoli rimandata di un anno per il resto delle assunzioni. I tempi di attuazione del disegno di legge, del resto, non sono stretti: lunedì saranno ricevuti gli ultimi emendamenti e mercoledì 3 giugno riprenderanno i lavori. Considerando che il testo, modificato, dovrà passare per le commissioni, in particolare quella Bilancio, il testo potrà giungere in Aula di Palazzo Madama non prima di ulteriori 10 giorni. E poi tonerà alla Camera”.
“Nel frattempo gli uffici scolastici avranno espletato i trasferimenti del personale. E di lì a poco si accingeranno a svolgere le operazioni per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Incasellare all’ultimo momento 100mila assunzioni in questo complicato ‘puzzle’, dopo aver perso almeno sei mesi dietro ad uno scontato sondaggio nazionale sul gradimento di un testo di legge superato, sarebbe un’impresa titanica. Per evitare il peggio, rinunciare anche alla sostituzione del personale dei docenti che andranno in pensione e alla copertura dei posti già reputati vacanti, non c’è altro modo che stralciare le assunzioni dal disegno di legge. E far approvare, in tempi strettissimi, un decreto dalla presidenza del consiglio dei ministri”, conclude il sindacalista Anief-Confedir-Cisal.
Per approfondimenti:
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