Così il giovane sindacato commenta il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge sulla riforma dell’istruzione: sarà nuovo contenzioso in tribunale. Anief contesta innanzitutto il numero delle immissioni in ruolo prefissato dall’Esecutivo: sono 50mila in meno rispetto a quanto annunciato per oltre sei mesi, da settembre a ieri. L’ex ministro Gelmini ne programmò in un solo anno 67mila, senza scomodare l’organico funzionale. Si escludono tanti precari delle graduatorie d’Istituto, quando uno di loro su due tiene aperte le nostre scuole. Inevitabile il ricorso in tribunale. Anche perché la chiamata diretta è incostituzionale, poiché viola almeno tre articoli della Costituzione. E anche pensare di utilizzare l’organico funzionale per eliminare le supplenze è una scelta impraticabile: rischiamo di veder sostituito un docente di latino con uno di educazione fisica. Pure l’esclusione degli idonei dei concorsi pubblici sarà oggetto di ricorso nei tribunali della Repubblica.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la scuola non è l’esercito, ogni insegnante è esperto di una sua specifica disciplina e non può essere utilizzato a caso. L’unica buona notizia è rappresentata dal mantenimento degli scatti di anzianità: peccato che la Legge di Stabilità approvata a fine 2014 li abbia di fatto bloccati sino al 2018. Confermiamo la protesta dei 140.000 precari della scuola fissata per il 17 marzo a Roma.
Il disegno di legge sulla riforma dell’istruzione, presentato stasera dal premier Matteo Renzi, dopo il via libera del CdM, è sbagliato nei numeri e nelle scelte. È questo il giudizio del sindacato Anief, che contesta innanzitutto la clamorosa esclusione, nel piano assunzioni, di tanti docenti precari abilitati inseriti nelle graduatorie d’Istituto. Eppure un supplente su due è scelto da quelle liste di attesa e senza di loro l’offerta formativa ordinaria non sarebbe adeguata.
Per il sindacato, che ha fornito nei mesi scorsi al Governo indicazioni in tutte le sedi e le possibili vie da percorrere, il ricorso in tribunale sarà inevitabile. Inoltre, la chiamata diretta è incostituzionale, perché viola almeno tre articoli della Costituzione, in particolare quello sull’accesso per pubblici concorsi. Inoltre, non è possibile obbligare un candidato all’assunzione ad accettare una sede al di fuori della provincia prescelta.
È poi impossibile pensare di eliminare le supplenze con la modalità indicata dal Governo: quando un docente titolare di cattedra si assenta, per pochi giorni o per alcuni mesi, non può essere utilizzato al suo posto un collega qualsiasi prescelto dall’organico funzionale. Nelle scuole operano dei professionisti specializzati in determinate discipline: sostituire un insegnante di latino con uno di educazione fisica, questo è il rischio cui andiamo incontro, è una decisione che non ha bisogno di commenti. E anche l’esclusione degli idonei dei concorsi pubblici sarà oggetto di ricorso nei tribunali della Repubblica.
“La scuola – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – non è l’esercito: ogni insegnante è esperto di una sua specifica disciplina. Non comprendiamo, ancora, per quale motivo rimanga irrisolto il problema della mancata stabilizzazione dei docenti della scuola dell’infanzia: per assorbirli tutti in ruolo, anziché temporeggiare ancora, sarebbe bastato reintrodurre il tempo scuola tagliato con le riforme degli ultimi anni”.
“L’unica buona notizia è rappresentata – continua Pacifico – dal mantenimento degli scatti di anzianità. Peccato che la Legge di Stabilità approvata a fine 2014 li abbia di fatto bloccati sino al 2018, che i neo-assunti non avranno mai un aumento e che lo stop per ulteriori tre anni anche della indennità di vacanza contrattuale lasci le buste paga del personale ancora ben al di sotto l’inflazione. Anief, pertanto, presenterà appositi ricorsi per tutelare tutti i docenti non assunti, malgrado abbiano svolto più di 36 mesi di servizio su posto vacante, come indicato dalla curia di Lussemburgo a fine novembre”.
“Ricorsi ad hoc, inoltre, verranno presentati per tutti i docenti risultati idonei nei concorsi pubblici, anche loro rimasti incredibilmente fuori dal piano di assunzione. E lo stesso vale per coloro che verranno assunti fuori provincia o in organico funzionale su un posto non di loro competenza. A tal proposito, ricordiamo che i tribunali continuano a condannare il Miur alla stabilizzazione dei precari storici, con indennizzi che vanno dai 30mila ai 50mila euro a lavoratore. Insomma, sarà inevitabile, se questa è la Buona Scuola, la presentazione da parte dell’Anief di una valanga di ricorsi con richiesta di risarcimenti adeguati. E che costeranno cari, milioni di euro, alle casse dello Stato”.
“Nel disegno di legge – conclude il sindacalista Anief-Confedir – non troviamo poi alcun cenno al personale Ata. Per il quale vi sono decine di migliaia di posti liberi. Viene da chiedersi, infine, perché le 150mila assunzioni iniziali si sono ridotte a 100mila. Il nostro sindacato, pertanto, conferma lo sciopero del 17 marzo dei docenti precari, rivolto a 140.000 supplenti: a Roma si svolgerà dapprima un sit-in del Mida, nei pressi del Parlamento, alle 14.30, e a seguire un altro davanti il Miur organizzato da Anief. Nelle prossime settimane scenderà in piazza anche il personale ATA”.
Per approfondimenti:
Svelato il bluff della Buona Scuola: risparmiare 12mila euro di scatti a docente
Il 17 marzo 2015 sciopero generale ANIEF del personale precario docente
Buona Scuola – Slitta ancora riforma in CdM? Per Anief è inaccettabile
#riformabuonascuola, si farà col disegno di legge: il grosso delle assunzioni slitta al 2016 (Tecnica della Scuola 10 marzo 2016)
Riforma. Assunzioni calano a 100mila, fuori gli idonei concorso (?) e dentro 10 mila abilitati con servizio delle GI (Orizzonte Scuola 11 marzo 2015)