Con un intervento di Marco Campione, capo segreteria del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, per la prima volta si intravede nell’Esecutivo un’apertura alla stabilizzazione di oltre 80mila docenti abilitati al momento privi di prospettive: secondo Campione l’attuale “Governo ha deciso di mettere un punto. Ora che la quasi totalità delle Gae della secondaria sono esaurite (e quindi abolite per sempre!), una delega ad hoc sul reclutamento consentirà di impostare la transizione al nuovo sistema e dare una risposta anche alle graduatorie di istituto”. Serve, dunque, un doppio intervento normativo immediato: altrimenti, la prossima estate ci ritroveremo con quasi tutte le supplenze assegnate direttamente dai dirigenti scolastici, perchè le GaE si stanno progressivamente svuotando.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le GaE non possono rimanere blindate. Come è paradossale che l’esecutivo abbia deciso, con l’ultimo Milleproroghe, di non far riaprire le graduatorie ad esaurimento in corrispondenza dell’aggiornamento periodico a scadenza naturale, prevista a inizio 2017, disponendo uno slittamento di due anni proprio per evitare che vi siano spostamenti di provinciali dei precari. Poichè il rinnovo della seconda fascia delle graduatorie d’istituto è legato a doppio filo a quello delle GaE, viene da sé che si è stoppato anche il trasferimento di provincia verso le province dove ci sono posti: dando, in tal modo, il là alla moltiplicazione dei contratti stipulati con supplenti non abilitati che presentano la messa a disposizione. Nel frattempo, gli abilitati non vengono né immessi in ruolo, né assunti a tempo determinato.
Sulle graduatorie d’istituto, dopo anni di sterile immobilismo, finalmente il Governo ammette la realtà e alza bandiera: attraverso Marco Campione, capo segreteria del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, per la prima volta si intravede nell’Esecutivo un’apertura alla stabilizzazione di oltre 80mila docenti abilitati al momento privi di prospettive. Dopo aver definito i precari “un cancro ereditato da governi miopi”, che hanno aggiunto “di volta in volta una nuova categoria di precari un po’ più precari di quelli di prima”, Campione dice che l’attuale “Governo ha deciso di mettere un punto. Ora che la quasi totalità delle Gae della secondaria sono esaurite (e quindi abolite per sempre!), una delega ad hoc sul reclutamento consentirà di impostare la transizione al nuovo sistema e dare una risposta anche alle graduatorie di istituto”.
Sul tipo di risposta che il Governo intende dare, tuttavia, non ci sono ancora indicazioni. Per il sindacato, la strada da intraprendere è una sola: la collocazione degli abilitati di seconda fascia delle graduatorie d’istituto nelle GaE. Bisogna farlo subito, attraverso la Legge di Stabilità 2017: il 70-80 per cento delle circa 100mila supplenze annuali, quest’anno spostate ad ottobre, vengono assegnate infatti proprio dalle liste di attesa presenti in ogni istituto. Se si continuerà a temporeggiare, a valutare senza agire, la prossima estate ci troveremo in questa identica situazione: un retaggio che, tra l’altro, con le GaE che si stanno progressivamente svuotando ogni anno, fa salire il numero dei contratti a tempo determinato gestiti direttamente dai dirigenti scolastici.
C’è però dell’altro. Dallo scorso anno fioccano, infatti, pure i contratti sottoscritti con aspiranti docenti privi di abilitazione, neppure inseriti in terza fascia d’istituto, attraverso la mera messa a disposizione della scuola. In pratica, si individuano dei supplenti fuori graduatoria: ciò avviene perché in diverse province e classi di concorso, soprattutto delle superiori, sia le GaE che le graduatorie d’istituto non contengono più candidati; in altre province, invece, ci sono i candidati ma non i posti vacanti oppure, se presenti, in piccola parte.
“A rendere il quadro paradossale – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è che sempre il Governo ha deciso, a inizio 2016 attraverso il decreto Milleproroghe, di non far riaprire le graduatorie ad esaurimento in corrispondenza dell’aggiornamento periodico a scadenza naturale, prevista a inizio 2017, ma ha disposto uno slittamento di due anni proprio per evitare che vi siano spostamenti di provinciali dei precari. Poichè il rinnovo della seconda fascia delle graduatorie d’istituto è legato a doppio filo a quello delle GaE, viene da sé che si è stoppato anche il trasferimento di provincia verso le province dove ci sono posti: dando, in tal modo, il là alla moltiplicazione dei contratti stipulati con supplenti non abilitati che presentano la messa a disposizione. Nel frattempo, gli abilitati non vengono né immessi in ruolo, per via delle GaE blindate, né assunti a tempo determinato”.
“Se si vuole davvero trovare una soluzione a questo meccanismo inefficace - continua Pacifico - le graduatorie d’istituto, assieme alle GaE, vanno aperte ogni anno, sopprimendo l’insensata norma che, invece, le riapre ogni quinquennio. Altrimenti, i presidi saranno sempre più spesso costretti a chiamare dei precari senza esperienza. Nel contempo, è chiaro, lo diciamo da anni, che un abilitato dopo il 2011, poiché ha svolto i medesimi percorsi di studio universitari di chi lo ha preceduto, ha gli stessi diritti di inserirsi a pettine nelle GaE, almeno sino a quando non si riformerà il reclutamento. Sempre più giudici si dicono d’accordo su questa linea: ultimamente il via libera è arrivato per 3.700 docenti diplomati magistrali, ma le sentenze favorevoli non si contano più. Perché – conclude il sindacalista Anief-Cisal - gli abilitati con Pas, Tfa, in Scienze della formazione primaria e all’estero non sono docenti di serie B”.
Per questi motivi, il giovane sindacato ha deciso di sostenere la battaglia che associazioni e gruppi di insegnanti stanno conducendo proprio in questi giorni per convincere il governo a sopprimere la norma che posticipa al 2019 l’aggiornamento delle graduatorie provinciali ad esaurimento.
Anief ricorda che è possibile aderire ai ricorsi per ottenere ragione contro l’illegittima reiterazione di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio e la corresponsione degli scatti di anzianità ai precari. Anche i docenti già immessi in ruolo possono ricorrere per ottenere gli scatti di anzianità non percepiti nel corso del precariato e la con immediatezza la ricostruzione di carriera integrale comprendente anche l’intero servizio di precariato.
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