Con il comma 4 dell’articolo 4 del decreto Milleproroghe, si proroga all’anno scolastico 2019/2020 la norma che impone l’abilitazione per essere inseriti nelle liste di attesa delle scuole. La modifica, del resto, era inevitabile, vista la mancanza di percorsi abilitanti e già da quest’anno molte scuole, a fronte di graduatorie esaurite, hanno dovuto reperire i supplenti utilizzando le domande di messa a disposizione, quindi senza alcuna regolamentazione. Nelle scuole, in pratica, si sarebbe creato un caos per mancanza di aspiranti docenti collocati in regolari graduatorie.
Sempre in tema di docenti precari, l'ultima volta che furono riaperte le graduatorie (in quell’occasione le GaE) fu il 2012, sempre grazie alle pressioni dell'Anief. Anche stavolta, viene data piena ragione alla linea della giovane organizzazione su tale esigenza: lo stesso sindacato autonomo, che si è battuto nei tribunali per consentire sempre ai laureati non abilitati di partecipare anche all'ultimo concorso, dopo aver avuto ragione dal Tar per il concorso precedente, aveva presentato un emendamento simile nell'ultima Legge di Stabilità a quello che approverà ora il Parlamento italiano entro fine febbraio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è legittimo chiedersi se un laureato può ancora insegnare e inserirsi nelle graduatorie d'istituto, visto che non ha potuto partecipare all'ultimo concorso, essendo evidente il rispetto dello stesso principio di non retroattività della norma? Forse in Consiglio di Stato, i giudici potrebbero cambiare idea per la terza volta, visto che già ad aprile avevano accolto l’appello dell’Anief, per poi tornare sui loro passi.
Retromarcia del Governo sull’accesso degli aspiranti docenti laureati utilizzate dai dirigenti scolastici per l’attribuzione delle supplenze: dopo avergli incautamente sbarrato la strada con la riforma approvata un anno e mezzo fa dall’esecutivo dell’ex premier Renzi, ora il Governo Gentiloni mette a quella norma, attraverso il comma 4 dell’articolo 4 del decreto Milleproroghe (nel Decreto Legge 30 dicembre 2016, n.244): la modifica introdotta prevede, infatti, che “all'articolo 1, comma 107, della legge 13 luglio 2015, n. 107, le parole: «2016/2017» sono sostituite dalle seguenti: «2019/2020»”.
La novità – a patto che sia poi convertita in legge dal Parlamento - non è da poco. Perché con il comma 107 della cosiddetta “Buona Scuola” si prevedeva che “a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, l'inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto può avvenire esclusivamente a seguito del conseguimento del titolo di abilitazione”. Ora, con il Milleproroghe 2017, si posticipa il blocco di tre anni. La modifica era inevitabile. “Si è verificato – commenta la rivista specializzata Orizzonte Scuola - ciò che era ormai conseguenza logica da tempo: il comma 107 sarebbe risultato inapplicabile per la mancanza di percorsi abilitanti e già da quest’anno molte scuole, a fronte di graduatorie esaurite, hanno dovuto reperire i supplenti utilizzando le domande di messa a disposizione, quindi senza alcuna regolamentazione”.
Nelle scuole, in pratica, si sarebbe creato un caos per mancanza di aspiranti docenti collocati in regolari graduatorie. Quindi all'atto del prossimo aggiornamento triennale previsto nella primavera 2017 sarà possibile per l'ultima volta inserirsi. Nei prossimi giorni, all'apertura dei lavori delle Camere, Anief presenterà agli onorevoli e senatori nuove ulteriori proposte emendative. A partire dalla proroga per l'inserimento nella fascia aggiuntiva delle GaE dei docenti abilitati. Il nuovo Milleproroghe, comprensivo di emendamenti, dovrà infatti essere approvato definitivamente entro la fine del prossimo mese di febbraio.
È utile ricordare che l'ultima volta che furono riaperte le graduatorie (in quell’occasione le GaE) grazie sempre ad una richiesta dell'Anief fu il 2012, dopo una prima riapertura del 2008 su emendamenti presentati dal PD (allora sotto altro nome). Anche stavolta, viene data piena ragione alla linea dell’Anief su tale esigenza: lo stesso sindacato autonomo, che si è battuto nei tribunali per consentire sempre ai laureati non abilitati di partecipare anche all'ultimo concorso, dopo aver avuto ragione dal Tribunale amministrativo per il concorso precedente, aveva presentato un emendamento simile, nell'ultima Legge di Stabilità (poi blindata per via della crisi di Governo), a quello oggi approvato nel decreto legge 244/16 all'art. 4.
“A questo punto – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - è legittimo chiedersi se un laureato può ancora insegnare e inserirsi nelle graduatorie d'istituto, visto che non ha potuto partecipare all'ultimo concorso, essendo evidente il rispetto dello stesso principio di non retroattività della norma? Forse in Consiglio di Stato, i giudici potrebbero cambiare idea per la terza volta, considerato che già a fine aprile avevano accolto l’appello dell’Anief, per poi tornare sui loro passi”, conclude Pacifico.
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