In Italia, a differenza che in gran parte dell’Europa, gli incarichi sono considerati solo a livello di contrattazione di istituti e prevedono modesti incentivi economici. Marcello Pacifico (Anief). “La vicedirigenza merita maggiore attenzione, va regolarizzata per contratto. I vicari che per anni hanno ricoperto il ruolo meritano una riserva del 50 per cento nei concorsi per dirigenti scolastici”
I “quadri intermedi” – che ai sensi dell’art. 25 comma 5 del D. Lvo 165/2001 e dell’art. 1 comma 83 della Legge 107/2015 operano nella visione dell’autonoma Istituzione scolastica al fianco dei dirigenti, dei docenti, dei dsga e del personale non docente – probabilmente restano un’utopia nel sistema scolastico italiano. Di sicuro l’Italia non è al passo con l’Europa, in tema di middle management.
ANCODIS: ITALIA FUORI DALL’EUROPA
Gli incarichi aggiuntivi? Solo in tre paesi europei, fra cui l’Italia, sono considerati esclusivamente a livello di contrattazione di istituto, con modestissimi incentivi economici. Lo denuncia A.N.Co.Di.S. (Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici) che auspica un prossimo CCNL, in cui si passi “da una struttura di carriera piatta (fondata esclusivamente sugli anni di servizio), non corrispondente all’attuale realtà scolastica, alla struttura di carriera integrata con la previsione di figure di sistema (quadri intermedi o middle management) che tenga conto di: intensificazione del lavoro per gli incarichi aggiuntivi; formazione specifica certificata; esperienza professionale; diversificazione dell’orario di lavoro (didattico obbligatorio ed integrativo per gli incarichi); anzianità (docenza ed incarico); valutazione professionale.
LA POSIZIONE DI ANIEF
Tutte richieste più che ragionevoli e in linea con l’azione di Anief che da anni si batte su questi temi e non ha mai smesso di chiedere il ripristino dell’indennità di reggenza 50% prevista dal vecchio contratto del 2009. Per il giovane sindacato rappresentativo sarebbero indispensabili incentivi adeguati alle responsabilità enormi che gravano sui vicepresidi che, con spirito di servizio, lavorano quasi sempre in assenza di dirigenti scolastici costretti a dividersi in più plessi.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO
Anni fa un intervento legislativo abolì la vicedirigenza nelle pubbliche amministrazioni. La legge 7/8/2012 n.135 art.5, di conversione del d.l. 6.7.2002 n.95, abrogò la vicedirigenza, di fatto caducando l’art.17/ bis del dlgs.165/2001. Anche se successivamente il Consiglio di Stato ha ravvisato non infondate alcune eccezioni di incostituzionalità sollevate in ordine alla abolizione tout court della legge sulla vicedirigenza. “L’abolizione per legge del 17 bis, che introduceva la vicedirigenza nelle funzioni centrali – fa notare Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief – non vuol dire che non si possa reintrodurre in futuro. Bisognerà impegnarsi ai tavoli e da sindacato rappresentativo lo faremo, serve una svolta. Se il legislatore commette errori, è necessario intervenire in difesa dei lavoratori, in questo caso a sostegno del gran lavoro dei vicedirigenti. Bisogna regolarizzare l’area della vicedirigenza per contratto e occorre riconoscere, a chi per anni ha ricoperto questo ruolo, la metà dei posti riservati nelle selezioni per dirigenti scolastici e la possibilità di non sostenere le preselettive”.
PER APPROFONDIMENTI:
Salvataggio in extremis per “vice-presidi”
Vicepresidi, maxi carichi di lavoro ma niente esonero dalle lezioni: ora basta