Anief risponde alla richiesta formulata da Ancodis di esonero dalle lezioni, aggiungendo pure le quote riservate per il concorso DS a coloro che hanno maturato annualità come vicari, oltre a indennità adeguate al grande lavoro e responsabilità enormi che vengono portati avanti dai vicepresidi, quasi sempre in assenza dei dirigenti scolastici costretti a dividersi in più plessi
Marcello Pacifico (Anief): Si parla tanto di merito professionale, allora si parta o si inizi con chi dimostra e ha dimostrato di saper svolgere rilevanti attività extra didattiche, indispensabili al sistema scolastico ai fini dell’organizzazione, anche amministrativa. Si istituisca subito l’area della vicedirigenza e si ripristini l'indennità di reggenza 50% prevista dal vecchio contratto del 2009, visto che una scuola su quattro è senza preside
Se il sistema scolastico va avanti al meglio, nonostante i tanti problemi che ingloba, è grazie alla totalità dei lavoratori della scuola che, con impegno, porta avanti le sue mansioni. Tra essi ci sono i vicepresidi, che lavorano anche d’estate e, come vicari dei dirigenti scolastici, hanno molte responsabilità, oltre a un’enorme fetta di incarichi. È di oggi l’intervento di Ancodis, Associazione nazionale collaboratori dei dirigenti scolastici, formatasi qualche anno fa, che a Orizzonte Scuola ha raccontato le problematiche legate alla categoria. “Abbiamo capito a un certo punto che dovevamo aggregarci per far sentire la nostra voce”, dice il presidente, Rosolino Cicero, professore di matematica e collaboratore del Ds del suo istituto.
Le ragioni dell’Ancodis
Il presidente continua affermando come sia difficile rimanere appassionati al proprio lavoro nonostante “le amarezze e le deprivazioni legate al tessuto sociale, ma è una grande scommessa per noi che restiamo qui a dare un futuro positivo e possibile ai nostri ragazzi”. In pratica l’associazione “chiede al Miur e ai sindacati di prevedere la diversificazione dell’orario di lavoro in orario per la didattica ed orario per la collaborazione nel quale è formalmente riconosciuto lo svolgimento di tutte quelle attività necessarie ed indispensabili al funzionamento e che oggi sono contrattualmente sommerse. Occorre procedere a una coraggiosa innovazione contrattuale che determini incentivi finalizzati a valorizzare le professionalità, ad incoraggiare i docenti ad assumere responsabilità e svolgere mansioni organizzative e gestionali delegate dal DS, ad accogliere favorevolmente proposte di azioni formative specifiche”.
Essi, dunque, lamentano una “iniqua condizione lavorativa e – convinti della dignità e professionalità del nostro lavoro – chiediamo attenzione ponendo fine ad una immeritata discriminazione che ne ferisce la professionalità ed umilia senso del dovere e spirito di servizio”.
Il commento del presidente nazional Anief Marcello Pacifico
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che in passato ha sempre sostenuto le ragioni citate, di recente ha affermato come si debba dare risalto alla categoria, quella dei vicari del DS, oberata da oneri e mansioni maggiori rispetto a quello degli altri docenti e per questo meritevole di misure ad hoc.
“In effetti si fa un gran parlare del merito professionale, allora si parta o si inizi con chi dimostra e ha dimostrato di saper svolgere rilevanti attività extra didattiche, indispensabili al sistema scolastico ai fini anche dell’organizzazione, pure amministrativa. Per far funzionare al meglio la macchina scuola bisogna curare tutti gli aspetti: reputiamo importante partire proprio dal riconoscimento di questa categoria, impegnata enormemente nelle varie mansioni, ma priva dell’adeguata attenzione che merita. Si istituisca dunque l’area della vicedirigenza e si ripristini l'indennità di reggenza 50% cassata a partire dal 2010”, conclude il Presidente Pacifico.
Assurdo come con il piano di dimensionamento della rete scolastica sia stato caricato su 8 mila vicepresidi il peso della gestione di 42 mila plessi, senza più quella piccola indennità che veniva loro riconosciuta dal contratto collettivo nazionale. Non si può estromettere dalla contrattazione d'istituto il riconoscimento del loro prezioso operato o ancora regalare un contentino dal bonus merito. Bisogna riconoscere lo status e la carriera, altrimenti conviene rinunciare al concetto della premialità nella Pubblica amministrazione.
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