Mentre altre quattro Regioni (Emilia, Campania, Friuli e Veneto) sono in bilico si comincia a ragionare cosa fare della scuola nel caso malaugurato sia necessario prevedere un nuovo lockdown generalizzato. La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che dopo aver organizzato il rientro in classe tutta l'estate, ha difeso in queste settimane con le unghie e con i denti la presenza dei ragazzi a scuola - dovendosi arrendere in alcune realtà come la Campania dove il presidente De Luca con varie ordinanze ha stabilito la Didattica a distanza per tutti - è prevedibile che continui a chiedere che i ragazzi fino alla prima media possano frequentare gli istituti, come avviene attualmente anche nelle cosiddette zone rosse (Lombardia, Piemonte e Calabria). Dalla sua parte è il premier Giuseppe Conte, ma l'ala più rigida del Pd con il ministro della Cultura Franceschini e il ministro della Salute Speranza chiederanno molto probabilmente la chiusura anche delle scuole, come avvenne nel marzo scorso. Si vedrà a quel punto cosa deciderà il Consiglio dei ministri, tenendo conto che Italia Viva è da sempre contraria alla chiusura delle scuole e che all'estero la gran parte dei Paesi europei, pur prevedendo lockdown più o meno rigidi, hanno lasciato aperte scuole, università e perfino le biblioteche. Oggi intanto anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha detto che sta valutando l'introduzione della didattica a distanza per tutti gli studenti, anche quelli delle elementari e delle medie, mentre continua la battaglia tra il ministero dell'Istruzione e la Regione Puglia: il primo si è costituito nel giudizio in corso dinanzi al Tar Puglia sull'ordinanza regionale che da fine ottobre ha disposto la didattica a distanza anche nelle scuole elementari e medie. Il procedimento nasce dal ricorso del Codacons Lecce e di alcuni genitori di figli in età scolare che hanno chiesto l'annullamento della delibera regionale ottenendone la sospensione. Dopo la sospensione decisa dal Tar venerdì scorso, il governatore Emiliano ha emesso una nuova ordinanza che, in sostanza, consente alle famiglie di scegliere se mandare i figli a scuola o far seguire loro le lezioni da casa. "Sulle scuole il governo è tutt'altro che pilatesco -ha detto oggi la viceministra dell'istruzione, Anna Ascani - E' vero il contrario, noi abbiamo già forzato la mano con un decreto del presidente del Consiglio molto chiaro. Ci sono solo due regioni nelle quali i presidenti ritengono che queste misure non siano sufficientemente strette per contenere la pandemia, è questa la ragione per cui intervengono". Intanto è stato firmato anche dalla Flc Cgil - oltre che dalla Cisl e dall'Anief - il contratto che disciplina il lavoro a distanza dei docenti. L'accordo con il ministero dell'Istruzione prevede che i docenti in quarantena fiduciaria ma non in malattia certificata, esclusivamente per le proprie classi poste anch'esse in quarantena fiduciaria, devono svolgere attività di didattica digitale integrata. Si stabilisce tra l'altro che i docenti possano introdurre momenti di pausa nel corso della lezione in didattica digitale integrata anche in funzione della capacità di attenzione degli alunni e anche qualora siano state adottate unità orarie inferiori a 60 minuti. Il documento prevede anche il caso di docente a distanza e ragazzi in presenza: nel caso in cui le classi possano svolgere l'attività in presenza, infatti, il docente svolgerà la didattica integrata laddove sia possibile garantire la compresenza con altri docenti. (ANSA).
Roma, 10 nov. (Adnkronos/Labitalia) - La richiesta motivata "di 'lockdown totale, in tutto il Paese' deve fare riflettere. Per il governo è giunto il momento delle decisioni. Noi, come sindacato, abbiamo firmato un contratto, quello sulla didattica digitale integrale, indispensabile per tutelare il diritto degli insegnanti e il diritto all'istruzione. Certamente, mai e poi mai la dad potrà sostituire le lezioni agli studenti in presenza, ma se dobbiamo chiudere, nonostante i protocolli di sicurezza sottoscritti, lo si faccia pure". Così il presidente del sindacato della scuola Anief, Marcello Pacifico. "E subito, così da ripartire a gennaio in presenza, dopo aver fatto abbassare la curva dei contagi e purtroppo interrotto le attività produttive. La verità -conclude Pacifico- è che non esistono zone o territori rossi, arancioni o gialli, ma esiste solo la salute dei cittadini da preservare''.
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Dal 9 novembre, a meno di due mesi dal ritorno degli alunni in classe dopo il lockdown della fine dello scorso anno scolastico, attueranno la dad, in aggiunta ai 265mila professori delle superiori, anche 33mila docenti delle seconde e terze classi delle scuole secondarie di I grado nelle regioni della fascia rossa (Lombardia, Piemonte e Calabria), nonché altri 63mila insegnanti del primo ciclo e della scuola dell'infanzia bloccati in Campania dall'ordinanza del governatore De Luca. In Puglia invece, sempre da domani le classi del primo ciclo potranno nuovamente operare in presenza. Le regioni con maggiori docenti in dad saranno la Campania e la Lombardia. Uno su cinque, a livello nazionale, è un insegnante precario
"Alla pari del concorso straordinario, riservato ai docenti della scuola secondaria, anche quello per la specializzazione sul sostegno si sta trasformando in un percorso selettivo sempre più contraddittorio e a ostacoli". A dirlo Marcello Pacifico, presidente Anief. "Sarebbe bene - precisa - anche, visto ora che la pandemia obbliga a sospendere gli scritti, che l'amministrazione colga l'occasione per sanare le tante incongruenze, decidendo una volta per tutte di ammettere ai corsi specializzanti sul sostegno tutto il personale che ha svolto 36 mesi di servizio e tutti gli insegnanti interessati, prevedendo il corso specializzante anche in modalita` telematica con tirocinio, da effettuarsi pure a distanza. La nostra proposta è di graduare anche le posizioni relative ai risultati delle prove preselettive, saltare gli scritti e ammettere tutti i candidati. A questa ammissione non può certamente mancare chi sta partecipando".
Il Governo ha deciso come affrontare la nuova ondata di coronavirus: nella notte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm. Anief spiega cosa cambia nella scuola "Per quanto riguarda la scuola, -dice il sindacato- si passerà alla didattica a distanza obbligatorio dall'attuale 75% minimo al 100% per tutti. Scuola dell'infanzia e primo ciclo continueranno in presenza, ma con l'obbligo della mascherina anche quando gli alunni saranno seduti al banco"
ROMA, 04 NOV - "Lo stop era inevitabile perché il Covid sta raggiungendo un livello di contagi preoccupante, ma questo concorso rischia di diventare un calvario, perché l'avvio è stato rimandato più volte, anche il bando è stato approvato, pubblicato e poi rivisto; ora arriva anche questa sospensione, nel bel mezzo dello svolgimento delle prove. C'è poi il problema delle mancate prove suppletive, negate anche ai malati e a coloro che sono stati colti dal coronavirus. Sarebbe bene, a questo punto, cogliere l'occasione per ricalendarizzare le prove accogliendo tutti gli esclusi. A meno che l'amministrazione non intenda andare incontro a una marea di ricorsi, con alta possibilità di soccombenza per lo stesso Ministero. Comunque, siamo sempre più convinti che non andava svolta una procedura selettiva, ma solo una graduatoria a scorrimento attraverso la quale assumere a tempo indeterminato tutti coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche con supplenza aspecifica rispetto alla propria abilitazione". Così il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico. (ANSA)
Nel corso dell'incontro tra i sindacati e il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, di venerdì scorso, Anief ha affermato, dopo aver sottolineato come sia indispensabile costruire la scuola di domani, che, per il bene dell'intero comparto, "le parti sociali hanno il diritto di occuparsi dell'Istruzione". Il sindacato ha predisposto una memoria con 15 temi essenziali da affrontare per far ripartire il Paese; tra i punti anche la conferma dei ruoli del personale assunto con riserva con anno di prova superato
Con il ritorno del lavoro agile e della didattica online, a seguito dell'impennata di casi di Covid-19, diventa "urgente mettere a disposizione del personale della scuola tutti i dispositivi per attuare tali disposizioni, ad iniziare dalla disponibilità della rete internet: per non discriminare più` i lavoratori a tempo determinato da quelli a tempo indeterminato e il personale docente da quello educativo e Ata, serve inoltre estendere al personale precario, educativo e Ata del 'bonus formazione' (la cosiddetta Card Docenti), corrisposto dal 2005 solo agli insegnanti di ruolo". A chiederlo, durante l'incontro con la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, è stato il presidente Anief Marcello Pacifico
''È importante che l'Italia organizzi un piano di rafforzamento della scuola incrementato di almeno 15 miliardi oltre i 3 gia` stanziati su interventi strutturali - come l'edilizia e la digitalizzazione - ma anche di potenziamento da attuare su piu` fronti''. La richiesta è giunta dal presidente Anief Marcello Pacifico durante l'incontro dei sindacati rappresentativi con la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina sulla gestione dell'emergenza Covid e sui nodi irrisolti dei settori della Conoscenza. Il sindacalista ha rivendicato ''la riabilitazione dei 15 mila plessi scolastici tagliati negli ultimi tre lustri dalle politiche di dimensionamento del sistema, ma anche di 4 mila istituti dismessi, con altrettanti Dirigenti e Dsga venuti meno. Oltre che il ripristino di oltre 200 mila posti di docenti e personale Ata, dei cancellati docenti specializzati in inglese alla primaria e di quelli che svolgevano preziose compresenze, a vari livelli, che tanto in alto avevano portato la nostra didattica''. Pacifico ha quindi chiesto alla titolare del ministero dell'Istruzione che il Governo si adoperi, sempre fruendo dei fondi del Recovery Fund, ''il ritorno ad un monte orario settimanale maggiorato e l'eliminazione delle 20 mila ''classi pollaio'' ancora esistenti''. Il leader dell'Anief ha infine tenuto a ricordare ''che l'investimento medio annuo attuato in Italia per Scuola e Universita` rispetto al Pil rimane fortemente inferiore rispetto alla media Ocse ed europea''
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha oggi incontrato in videoconferenza il ministro dell'istruzione rivolgendo lo sguardo all'istruzione del futuro, messa alle corde dall'emergenza pandemica. "Dobbiamo pensare - ha detto il sindacalista - alla scuola di domani, l'istruzione è di tutti e tutte le parti sociali hanno quindi il diritto di occuparsene. Abbiamo preparato una memoria con 15 temi essenziali da affrontare per far ripartire l'intero Paese: reclutamento, organici, edifici, mobilità, concorsi, formazione, sostegno, rinnovo del contratto, precari, recovery fund"
Chi opera nella scuola, anche come Ata, si sottopone a un rischio biologico e l'assegno garantito per lo stesso motivo al personale sanitario va previsto anche per i lavoratori della scuola, per i quali l'Anief chiede l'immediata riapertura del Contratto collettivo nazionale del comparto, nel quale prevedere una somma da assegnare per il rischio derivante dal carattere gravoso della professione, con adeguamento all'inflazione. Il presidente del sindacato Marcello Pacifico lo ha chiesto in un recente incontro alla ministra dell' istruzione Lucia Azzolina. Il leader del sindacato ritiene "ragionevole una riapertura della contrattazione per assegnare un forfait di 10 euro al giorno a quel personale che si sottopone a rischi e stress non indifferenti, a contatto con alunni e all'interno di edifici che nella metà dei casi sono stati costruiti prima del 1971, oggi in alto numero fatiscenti e in perenne ristrutturazione. Si tratta d'indennità che - ha proseguito - di norma vengono riconosciute s tipologie di personale per il quale sussiste quella che è definita una 'presunzione rilevante di rischio'. Spetta cioè per quelle prestazioni di lavoro che comportino una continua esposizione a rischi per la salute indipendentemente dalla categoria o dal profilo professionale". (ANSA)