Permettere ai docenti di sostegno di svolgere lezione recandosi presso il domicilio dell'alunno disabile: ne ha parlato il professor Salvatore Giuliano, ex sottosegretario all'Istruzione, tornato a fare il dirigente scolastico presso l'IIS Majorana di Brindisi. Affrontando le problematiche riguardanti la situazione attuale e le criticità del comparto scuola, con la crescita continua della curva epidemica relativa al Covid-19, il preside ha ricordato che i docenti di sostegno hanno la facoltà di spostarsi, per fare lezione, nel domicilio dell'alunno attuando in questo modo la didattica in presenza, sicuramente più coinvolgente e formativa di quella integrata a distanza. "Escludere l'insegnante di sostegno dal contesto scolastico della lezione rivolta alla classe - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - equivale allo stesso errore, purtroppo comune, di farlo uscire dall'aula, senza un progetto definito, assieme all'alunno disabile. In quell'azione si attua, infatti, l'esatto opposto di quello che è previsto dalla normativa e dal buon senso: l'azione didattico-pedagogica deve essere rivolta a favorire sempre e comunque l'inclusione. È chiaro, quindi, che in linea generale solo qualora si dovesse verificare un secondo lockdown si potrebbero venire a determinare i presupposti per lo spostamento del docente di sostegno nel domicilio dell'alunno con disabilità. Tra l'altro solo a patto che vi siano delle condizioni di sicurezza rispettate e il consenso di tutte le parti. Nell'attuale contesto didattico, contrassegnato da una didattica in presenza o alternata (con parte degli alunni a casa), l'allievo disabile deve sempre e comunque essere tutelato, garantendogli la presenza in classe. È bene specificarlo, per evitare fughe in avanti che potrebbero privarlo del preziosissimo rapporto diretto con i compagni". (ANSA).
Al via la mobilitazione nella scuola, con assemblee sindacali in ogni istituto on line. È quanto annuncia l'Anief, con il presidente nazionale Marcello Pacifico che sottolinea come "bisogna informare e consultare i lavoratori in questo momento difficile dove regna la precarietà e il timore da contagio da Covid-19. Servono un nuovo contratto, il riconoscimento del rischio biologico e la stabilizzazione di migliaia di supplenti, nuove regole contro i vincoli sulla mobilità, sulla contrattazione integrativa di istituto e sulle pensioni. Il sindacato riparte dall'ascolto dei bisogni di chi lavora fuori e dentro le aule e dall'informazione sulle tavole della giurisprudenza, un prontuario riassunto in dieci punti dei diritti riconosciuta dalla giurisprudenza", rimarca
"Rispetto al reiterato abuso dei contratti a termine e alla continua violazione della normativa comunitaria, non saranno le nuove procedure selettive ancorché riservate e per altro atte ad assumere soltanto 32 mila insegnanti a sconfiggere la supplentite a mettere in regola lo stato italiano". Lo spiega una nota dell'Anief
"Il Covid ci deve far riflettere su diversi aspetti. Il primo problema fondamentale è la presenza di un rischio biologico effettivo a scuola perché c'è l'assembramento. Per questo deve essere garantito un assegno non solo al personale sanitario ma anche al personale scolastico". A dirlo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Secondo Pacifico si tratterebbe di assegnare una quota anche solo di "10 euro al giorno, rispetto ai 40 euro di un infermiere e ai 100 euro di un medico. Non sarebbe la soluzione ma almeno un segno di attenzione da parte del governo"
ROMA, 02 OTT - Riconoscere al personale scolastico un'indennità per rischio biologico e lavoro gravoso. Questa la richiesta del presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, durante un'intervista ad Orizzonte Scuola sul tema dell'aumento dei casi di positività al coronavirus in Italia. "Il Covid - ha detto - ci deve far riflettere su diversi aspetti. Il primo problema fondamentale è la presenza di un rischio biologico effettivo a scuola perché c'è l'assembramento. Per questo deve essere garantito un assegno non solo al personale sanitario ma anche al personale scolastico". Secondo Pacifico si tratterebbe di assegnare una quota anche solo di "10 euro al giorno, rispetto ai 40 euro di un infermiere e ai 100 euro di un medico. Non sarebbe la soluzione ma almeno un segno di attenzione da parte del governo". Le problematiche dei lavoratori della scuola legati al Covid, sottolinea, non si riducono al rischio biologico non ancora considerato. Permane, dice Pacifico, "un problema legato alla mobilità, intesa come la possibilità di potersi ricongiungere con i propri cari. In questo momento ci vuole una mobilità straordinaria, delle procedure che permettano ai lavoratori di ricongiungersi con le proprie famiglie". C'è poi il nodo da sciogliere sui "lavoratori fragili: deve essere prevista una finestra per l'uscita delle pensioni che non può essere superiore ai 61-62 anni e senza penalizzazioni. Si potrebbe dare una prima risposta considerando tutti i lavori svolti a scuola come gravosi".
"Rispetto al reiterato abuso dei contratti a termine e alla continua violazione della normativa comunitaria, non saranno le nuove procedure selettive ancorché riservate e per altro atte ad assumere soltanto 32 mila insegnanti a sconfiggere la supplentite a mettere in regola lo stato italiano". Lo spiega una nota dell'Anief. Per Marcello Pacifico (presidente Anief) "la soluzione rimane quella prospettata nei reclami collettivi pendenti presso il Consiglio e la procedura di infrazione pendente presso la Commissione Europea, ovvero la stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio o l'inserimento nelle GaE cioè nel doppio canale di reclutamento"