In attesa dell’ultimo verdetto del Governo sulle deleghe alla Legge 107/15, le commissioni parlamentari licenziano delle richieste di modifica senza tenere conto delle ripetute denunce dell’Anief e delle famiglie degli allievi: da settembre, il personale docente continuerà a essere utilizzato per 30 per cento dell’organico come precario, su posti in deroga, con oltre 52mila posti liberi assegnati fino al 30 giugno; arrivano nuove regole sulle ri-certificazioni che, senza alcuna copertura finanziaria e opportune risorse umane per le équipe mediche, sconvolgeranno la vita di 260mila alunni disabili; rimane anche in vita il blocco decennale per gli insegnanti di sostegno che, in questo modo, risultano assegnati alla scuola e non più agli alunni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il modello che si sta andando a determinare sugli insegnanti di sostegno contrasta la loro motivazione e li discrimina rispetto ai colleghi, addirittura rispetto ai neo-assunti, i quali vanno incontro a un blocco triennale sulla disciplina. Parlare di continuità didattica in queste condizioni significa solo fare demagogia. L’unico aspetto positivo è che viene riconosciuto il servizio pre-ruolo nel computo del blocco decennale su sostegno. Ma si conferma l’anomalia del mancato riconoscimento dello stesso servizio nell’ipotesi di mobilità 2017: motivo per cui Anief lancerà ricorso, avendo già vinto nei tribunali.
Ancora una stangata per il sostegno agli alunni disabili: le modifiche in Parlamento apportate al decreto legislativo collegato alla Legge 107/2015, l’Atto n. 378, con norme sulla promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, non rispecchiano le richieste formulate nelle scorse settimane da associazioni, sindacati e parti sociali. Né sembrano aver tenuto conto delle ripetute denunce dell’Anief e delle famiglie degli allievi, col risultato che da settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, il personale docente continuerà a essere utilizzato per 30 per cento dell’organico come precario, su posti in deroga, assegnanti fino al 30 giugno dell’anno successivo. Non si è andati oltre, dunque, la risicata apertura dei bandi per l’attivazione di Tfa sul sostegno per poco più di 9mila posti, con alcune Regioni particolarmente penalizzate. Come il Piemonte, dove si concorrerà per appena 200 posti, a fronte di 1.240 cattedre scoperte e destinate pure ad aumentare.
Già nell’anno in corso abbiamo utilizzato 140mila docenti di sostegno, di cui 52mila precari: se non si supera la normativa vigente, che va di fatto identificata nella Legge Carrozza, la L. 128/2013, la quale fissa la soglia dei 90mila posti in organico di diritto, nel 2017/18 la situazione andrà a peggiorare. La domanda che pone il sindacato allora è: perché dopo uno o due anni i posti in deroga non vengono trasformati in cattedre dell’organico di diritto? Proprio sull’organico di sostegno Anief, solo qualche settimana fa alla Camera, tramite il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, ha formulato una nuova richiesta di ricognizione nazionale, da attuare con la collaborazione di tutti i dirigenti scolastici che trasformi gli attuali posti in deroga in organico di diritto, qualora assegnati per più di un anno allo stesso alunno.
Non ha trovato accoglimento nemmeno la proposta di dare la possibilità al docente di ruolo, anche specializzato, di essere utilizzato su posti di sostegno. E nel caso di un docente precario, di poterlo assumere a tempo determinato una seconda volta e una terza, termine dopo il quale sarebbe scattata la sua immissione in ruolo per garantire, per davvero, la continuità didattica e il rispetto delle norme comunitarie. Così come rimangono sostanzialmente in linea con quanto approvato a gennaio dal Consiglio dei Ministri le nuove regole sulle ri-certificazioni, che senza alcuna copertura finanziaria e opportune risorse umane per le équipe mediche, sconvolgeranno la vita di 260mila alunni disabili o con problemi di apprendimento: il tutto, andrà approntato secondo le nuove regole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma senza un adeguato supporto organizzativo e finanziario, compromettendo di fatto il diritto allo studio del prossimo anno.
Rimane anche in vita l’insensato blocco decennale per gli insegnanti di sostegno che, in questo modo, risultano assegnati alla scuola e non più agli alunni, con periodi diversi, a seconda dell’ordine scolastico: infanzia, primaria, media e superiore. In generale, ribatte l’Anief, fino a prova contraria, il docente di sostegno appartiene alla classe: allora, perché lo si costringe a non muoversi per dieci anni, mentre il Consiglio di Classe di cui fa parte nel frattempo è stato stravolto e tutti gli altri docenti che ne fanno parte possono partecipare alla mobilità territoriale annuale?
“È evidente – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal - che questo modello che si sta andando a determinare sui docenti di sostegno contrasta la loro motivazione e li discrimina rispetto ai colleghi, addirittura rispetto ai neo-assunti, che vanno incontro a un blocco triennale sulla disciplina. È chiaro che parlare di continuità didattica in queste condizioni significa solo fare demagogia. L’unico aspetto positivo è che, rispetto all’attuale normativa, viene riconosciuto il servizio pre-ruolo nel computo del blocco decennale su sostegno. Mentre rimane in piedi l’anomalia del riconoscimento dello stesso servizio, svolto come supplenti, non nell’attuale ipotesi di contratto di mobilità 2017: motivo per cui Anief lancerà un apposito ricorso, avendo già vinto nei tribunali”.
Il sindacato ricorda che in caso di inadempienze sul sostegno, qualsiasi genere di segnalazione (da parte delle famiglie, dei docenti, dei dirigenti scolastici e del personale tutto) possono essere inviate scrivendo una e-mail al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per approfondimenti:
Sostegno, la continuità didattica non si garantisce legando il docente al banco dell’alunno disabile
Sostegno, cade il mito della continuità didattica: la delega della riforma va modificata
Sostegno, il Miur nega le ore agli alunni disabili e i giudici le rendono con gli interessi