Il numero di cattedre libere è pure destinato a crescere, visto il trend d'iscrizioni degli alunni disabili negli ultimi anni, tenendo conto dei pensionamenti e di coloro che ogni anno si spostano sull’insegnamento della disciplina. Penalizzata anche la Sardegna, dove andrebbero specializzati il triplo dei docenti. Ora, il Miur ci dirà che la maggior parte di quelle cattedre sono in deroga, oltre l’organico di diritto. Ma questo non significa nulla, perché la necessità di coprirli con personale specializzato e adeguato a supportare il diritto agli studi degli alunni disabili prescinde dai sofismi tecnici e dalla burocrazia governativo-ministeriale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il fatto stesso che quest’anno siano stati affidati tanti posti di sostegno a docenti di ruolo non specializzati (solo a Palermo 450) la dice lunga su quale genere d'intervento occorreva adottare, anziché limitarsi a bandire un numero irrisorio di posti. Il Ministero deve farla finita con le soluzioni-tampone e adottare un piano straordinario di formazione e stabilizzazione per la categoria, superando anche il vincolo percentuale introdotto dall’ex Ministro Maria Chiara Carrozza nellaLegge 128/2013: basterebbe ammettere i candidati ex specializzandi che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno nei tempi previsti dal bando a partecipare alle prove suppletive del concorso a cattedre 2016. Se non lo fa il Miur, allora lo faccia il Consiglio di Stato che si è già espresso con un decreto monocratico in tal senso.
Il Governo dice di voler risolvere il problema della mancanza di docenti di sostegno, ma non fa nulla quando si tratta di prendere decisioni radicali: è accaduto anche con il decreto n. 141, con cui ha fornito indicazioni agli atenei per indire a breve i bandi di concorso per l’accesso ai Tfa di specializzazione per l’insegnamento agli alunni disabili. L’amministrazione non ha solo sovrapposto i giorni di somministrazione dei test (19 e 20 aprile prossimi) con quelli di alcuni docenti impegnati nelle prove suppletive del concorso docenti 2016 (salvo poi sospendere tutto, grazie all’immediata richiesta dell’Anief), ma si è anche limitato a innalzare di 4mila posti (un decimo di quelli necessari) il numero di docenti abilitati da specializzare.
Ora, da un’analisi della distribuzione degli stessi posti, si scopre che ci sono alcune regioni dove il numero ufficiale di posti indicati dal Miur agli atenei per essere messi a bando, è fortemente ridotto rispetto a quelli effettivamente liberi, anche considerando che non vi sono ormai più candidati precari pronti a subentrare, né da graduatoria di merito né da GaE. È emblematico il caso del Piemonte, una delle regioni più grandi d’Italia, dove sebbene le scuole siano alla disperata ricerca di docenti di sostegno, è notizia proprio di oggi, sono stati concessi, sommando tutte le province, appena 200 docenti da specializzare. Tra l’altro tutti da confluire nella stessa università statale: quella di Torino.
Viene da chiedersi come sia possibile che l’amministrazione centrale possa avere individuato appena 200 docenti da specializzare sul sostegno: sommando le otto province piemontesi (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano Cusio Ossola e Vercelli), quest’anno sono andati a supplenza ben 1.240 cattedre di sostegno (solo a Torino 461). Una situazione non molto diversa è quella della Sardegna, dove su due atenei verranno specializzati appena 240 docenti: però, sempre nell’anno scolastico in corso, sono stati sottoscritti 644 contratti a tempo determinato su posti liberi.
Ora, il Ministero dell’Istruzione ci dirà che la maggior parte di quelle cattedre sono in deroga, ovvero oltre ai posti in organico di diritto. Ma questo non significa nulla, perché la necessità di coprirli con personale specializzato e adeguato a supportare il diritto agli studi degli alunni disabili prescinde dai sofismi tecnici e dalla burocrazia governativo-ministeriale. È un dato di fatto che quest’anno, complessivamente, su scala nazionale, conteggiando tutte le province italiane, i posti andati a supplenza annuale, fino al 30 giugno 2017, sono stati 52.101. Tra l’altro, il numero è destinato a crescere, visto il trend d'iscrizioni degli alunni disabili negli ultimi anni, tenendo conto dei pensionamenti e dei docenti che ogni anno decidono di spostarsi sull’insegnamento della disciplina.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “poiché è limitato il numero di docenti di sostegno specializzati ancora da assumere, viene da chiedersi come si fa a dichiarare la volontà di vincere il precariato e assicurare la continuità didattica agli alunni disabili se poi si va a specializzare meno di un quinto del personale rispetto all’effettivo fabbisogno. Il fatto stesso che quest’anno siano stati affidati tanti posti di sostegno a docenti di ruolo non specializzati (solo a Palermo quasi 450) la dice lunga su quale genere d'intervento occorreva adottare, anziché limitarsi a bandire un numero irrisorio di posti”.
“Il Ministero deve farla finita con le soluzioni-tampone e adottare un piano straordinario di formazione e stabilizzazione per la categoria, superando anche il vincolo percentuale introdotto dall’ex Ministro Maria Chiara Carrozza nellaLegge 128/2013: c’è un modo semplice per indirizzare finalmente la questione su binari giusti – sostiene il sindacalista - perché basterebbe ammettere i candidati ex specializzandi che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno nei tempi previsti dal bando a partecipare alle prove suppletive del concorso a cattedre 2016. Se non lo fa il Miur, allora lo faccia il Consiglio di Stato che si è già espresso con un decreto monocratico in tal senso: è accaduto nel Lazio e ora si è in attesa che si esprimano i giudici di altre regioni. Per una volta, anche perché ne va di mezzo il bene degli alunni, il Miur anticipi le sentenze”, conclude Pacifico.
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