Il M5S si vanta di aver lavorato per cancellarla e di essere pronto a una nuova grande fase di ascolto, il Pd ammette gli errori fatti. L'Anief invita ad aprire il dibattito in Parlamento e ad ascoltare i migliaia di manifestanti che in questi anni hanno chiesto profonde modifiche e portato avanti istanze migliorative per una scuola giusta. La prima occasione è quella della riforma del sostegno all'attenzione delle commissioni parlamentari cui seguirà il decreto legge del Governo sul reclutamento. Bisogna passare dalle parole ai fatti.
Parla la senatrice pentastellata Bianca Laura Granato: senza tema di smentita possiamo dire con orgoglio di aver disattivato tutti i dispositivi peggiori della legge 107. La nuova scuola, quella dei nostri sogni, la riscriveremo insieme a partire dalle consultazioni che inizieremo a fine mese”. Poi si rivolge “a tutti i colleghi che ci rinfacciano di governare con la Lega e di non aver fatto abbastanza o addirittura niente: questa è la risposta, se avessimo governato con il PD, ancora ancorato saldamente al modello Buona Scuola, oggi tutto questo non sarebbe mai stato possibile”.
Camilla Sgambato (Pd), responsabile Scuola del Partito Democratico, dopo aver affermato di voler innalzare gli stipendi sopra i 2 mila euro netti, si sofferma sui “tempi troppo stretti nella prima implementazione” della Legge 107/2015, sulle più che discutibili “modalità con le quali è stato fatto il piano straordinario di assunzioni” e sui molti dirigenti che “hanno vissuto questa misura come un ulteriore adempimento burocratico. Avremmo dovuto accompagnare l’amministrazione in questo grande cambiamento. Ripeto, si tratta di una occasione mancata”.
Il confronto politico sulla scuola è sempre vivo. Al centro del dibattito rimane l’ultima riforma, la famigerata Legge 107/2015, che nel bene e, soprattutto, nel male, rappresenta uno spartiacque importante.
ON. BIANCA LAURA GRANATO (M5S): I RISULTATI DI UN ANNO DI LAVORO
In queste ultime ore, l’on. Bianca Laura Granato (M5S) ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook, in cui elenca tutte le parti della legge 107 di riforma della scuola di Renzi che sono state smantellate dal Movimento in Parlamento. “Dall’inizio della legislatura abbiamo cancellato tante parti della legge 107. L’alternanza scuola lavoro è stata dimezzata in legge di bilancio ed ha preso il nome di ‘competenze trasversali’. Praticamente è diventata un metodo alternativo di insegnamento che si può effettuare sia in classe che in contesti come i viaggi d’istruzione, le visite guidate, ovvero in stage in aziende. Mantiene la sua modalità formativa ed esperienziale e elimina quella di lavoro inteso come sfruttamento di manodopera a costo zero”.
“La chiamata diretta e gli ambiti territoriali – continua Granato - sono stati cancellati per tutti i docenti, sia per i perdenti posto che per i nuovi reclutamenti. Tutti i docenti saranno nuovamente titolari su scuola e non soggetti a contratti triennali nell’ambito territoriale. Il Fit che prevedeva un percorso di tirocinio e prova triennale per l’assunzione a tempo determinato a stipendio dimezzato è stato abolito e sono stati ripristinati i concorsi. Basta con lo sfruttamento di manodopera specializzata a costo dimezzato. Abbiamo modificato il dlgs Fedeli 66/17 sull’inclusione dando al GIT solo funzione di coordinamento delle attività e funzione consultiva per un parere non vincolante sull’attribuzione delle ore di sostegno, che verranno attribuite in base al Pei. Grazie a quota 100 e a un nostro progetto che rivoluziona il reclutamento che non lascia fuori nessuno consentiremo il rientro in 3 anni dei docenti esiliati con algoritmo”. Infine, l’on. Granato si impegna a dire che il M5S non consentirà “la regionalizzazione della scuola, che le sigle sindacali maggioritarie stavano contrattando in cambio di percorsi di reclutamento facilitati per alcuni docenti. La scuola pubblica statale non è merce di scambio”.
CAMILLA SGAMBATO (PD) E I LIMITI DELLA BUONA SCUOLA
Le parole dell’on. Bianca Laura Granato sono anche una risposta all’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola da Camilla Sgambato, docente di Discipline giuridiche ed economiche presso l’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Leonardo da Vinci” appena diventata responsabile Scuola del nuovo PD capitanato da Nicola Zingaretti. Sgambato sostiene che “Con la Buona Scuola si è creato un vero e proprio corto circuito. Dopo anni di tagli lineari, e mi riferisco soprattutto alla drammatica stagione dell’ultimo governo Berlusconi, il centrosinistra è tornato a investire sulla scuola in modo significativo. Purtroppo, lo stanziamento delle pur notevoli risorse non è stato sufficiente, e alla fase di ascolto che aprimmo, non sono sempre seguite risposte efficaci rispetto alle richieste provenienti dal mondo della scuola. Questo è il primo elemento che ha incrinato i rapporti. E aggiungo che anche l’implementazione della Legge 107 ha posto dei problemi che forse abbiamo sottovalutato”.
A proposito del coro di critiche verso la riforma Pd, la L.107/15, Sgambato parla da una parte di “errori nella gestione della fase di attuazione e, dall’altra, una comprensibile diffidenza dei docenti che hanno percepito questa legge come l’ennesima riforma imposta dall’alto senza la necessaria condivisione. Secondo me, tuttavia, l’attacco alla Buona Scuola va ben oltre i suoi demeriti e credo si innesti sul bisogno di avere risposte da parte degli insegnanti, rispetto ai salari, allo status, alle difficoltà che oggi vive la scuola, alla valorizzazione del merito. Questo purtroppo ha indebolito anche tutto ciò che di buono c’era nella legge. Molte proposte andavano nella direzione di rafforzare l’autonomia e di consentire alle scuole di realizzare in pieno il proprio progetto formativo. Ma erano cose che andavano fatte con maggiore condivisione e, ripeto, con una grande attenzione alla fase di attuazione che è stata carente. Lo dico con profondo rammarico”.
Sull’organico di potenziamento e la chiamata per competenze, la Responsabile Scuola del Pd sostiene che era “giusta l’idea di dare alle scuole gli insegnanti in più, per sviluppare i loro progetti e migliorare l’offerta formativa, ma se alle scuole non arrivano gli insegnanti di cui hanno bisogno è un problema per i dirigenti, ma, soprattutto, per gli insegnanti che vengono mortificati nella loro professionalità. Ed è un problema per gli studenti, che non ottengono il meglio che la scuola può offrire. Stessa cosa per la chiamata per competenze, erroneamente definita ‘chiamata diretta’. La chiamata per competenze consentiva, insomma, da un lato al docente di candidarsi nei singoli istituti che più lo interessavano. Dall’altro dava la possibilità al dirigente, coadiuvato dal Comitato di valutazione, composto da docenti di quell’istituto, e infine dal Collegio dei docenti, di selezionare i docenti più utili per quella specifica scuola. Andava migliorata e non affossata, anche per verificarne le ricadute nel tempo”.
Sulle immissioni in ruolo straordinarie attuate con la Legge 107/2015, Sgambato ammette che “l’assunzione di più di 100.000 docenti e la mobilità straordinaria che ha messo in movimento quasi 200.000 insegnanti su tutto il territorio nazionale, il concorso docenti che ha visto protrarsi il lavoro delle commissioni giudicatrici oltre il tempo stabilito e, infine, le sentenze cautelari dei tribunali amministrativi, hanno creato una tempesta perfetta. La gestione delle assegnazioni affidata all’algoritmo è stata devastante e non bisogna avere alcun timore a dirlo. I tentativi successivi di aggiustare le cose hanno ulteriormente peggiorato il quadro”.
IL COMMENTO DI ANIEF
Sulla Buona Scuola il sindacato Anief ha sempre espresso un pessimo giudizio. La scarsa attenzione per i lavoratori del settore scolastico, mai sentiti, nemmeno quando nel maggio del 2015 scese in piazza quasi un milione di lavoratori e cittadini per opporsi al folle disegno dell’entourage di Matteo Renzi, la dice lunga sulla valenza di una legge nata male e finita peggio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, non basta fare annunci, ma passare dalle parole ai fatti. Da un anno, per esempio, la VII commissione cultura del Senato, presieduto dal leghista Mario Pittoni e di cui la Granato è componente, non ci ha mai convocato in audizione per ascoltare il parere di un sindacato, comunque, rappresentativo di 100 mila docenti e Ata, a differenza di altre commissioni parlamentari. Quindi, aspettiamo che il dibattito si sposti dai giornali, dalle piazze in Parlamento e siamo pronti a spiegare i motivi della nostra controriforma rispetto anche ai progetti dell'attuale maggioranza come della stessa legge 107/15 e dei suoi decreti delegati.
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