Anief per la terza volta in trincea per dimostrare che i vincitori sono idonei all'esercizio della professione e gli idonei sono potenziali vincitori rispetto ai posti disponibili. Pacifico: “Col nostro ricorso faremo rispettare questo principio, anche per i 520 idonei dell’ultimo concorso per ds. Oltretutto serve nuovo personale, fra posti vacanti e reggenze”
Superare prove concorsuali equivale ad avere tutte le carte in regola per esercitare la professione di docente o dirigente. Un concetto semplice che i vertici dell’Istruzione italiana faticano a comprendere, anche quando sono messi di fronte all’evidenza da sentenze dei tribunali. Lo stesso Marco Bussetti, nei primi mesi del suo mandato, ormai virtualmente concluso con le dimissioni da premier di Giuseppe Conte, vagheggiava forme di reclutamento (“o passi il concorso e sei abilitato per il biennio di durata del bando o devi rifare il concorso”) a suo modo di vedere definitive. “Sarà la fine dei ricorsi”, sosteneva.
I precedenti
Marco Bussetti, evidentemente non aveva letto la sentenza del Tar del Lazio che dichiarò illegittima tale previsione per il concorso 2012. Aveva provato a percorrere la stessa strada, infatti, Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione del governo Monti. Perse di fronte al ricorso di Anief e fu bocciato con migliaia di idonei ricorrenti che poterono essere assunti.
Ci provò anche il ministro Stefania Giannini grazie alla legge 107, la cosiddetta Buona Scuola del governo Renzi, con il concorso docenti 2016 riservato, con gli idonei inclusi nel numero maggiorato del 10% per via di una norma irragionevole. Di fronte all’impugnazione ricorso di Anief arrivò la battaglia legale sul diritto degli idonei a essere inseriti nelle graduatorie di merito e poi il Parlamento si convinse a cambiare la legge e a eliminare il limite del 10% della quota di idonei stessi.
Il concorso per ds
Quindi è toccato al ministro Bussetti che con il concorso a dirigenti scolastici 2018, riservato ai soli posti banditi maggiorati del 10%, ha trasformato questi ultimi in vincitori, lasciando 520 idonei nelle graduatorie di merito, ma soltanto per coprire le eventuali rinunce.
E oggi ancora una volta, Anief si trova costretta a ricorrere in tribunale per dimostrare un concetto semplice: chiunque supera un concorso ha vinto ed è idoneo ad esercitare la nuova professione, come docente o come dirigente. E se ci sono posti in attesa di nuove graduatorie di merito ha maturato il diritto ad essere assunto nel nuovo ruolo. Non c’è, insomma, nessuna differenza ontologica tra i vincitori e gli idonei delle selezioni.
Il commento del presidente Pacifico
“C’è una certezza – sostiene il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico – ed è che tutti i docenti risultati idonei al concorso per ds, clamorosamente esclusi, vanno assolutamente inseriti nella graduatoria di merito. Hanno dimostrato di poter assolvere al compito di dirigere un istituto scolastico, hanno maturato questo diritto. Anief dà battaglia per fare rispettare questo principio, ancora di più perché la scuola ha bisogno di loro considerando posti vacanti e reggenze”
Il giovane sindacato conferma la necessità di ricorrere entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria definitiva di merito, come avvenuto per il concorso docenti 2016, al fine di essere individuati quali vincitori del concorso per scorrimento delle graduatorie ed essere assunti nei ruoli di dirigenti scolastici, negli anni successivi, oltre le prime 2.900 posizioni. Le adesioni sono ancora aperte, entro venerdì 30 agosto, al seguente link per impugnare il bando entro 60 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie di merito.
PER APPROFONDIMENTI:
Prove Invalsi 2019, gli alunni del Sud sempre più dimenticati
Concorso dirigenti scolastici, idonei da salvare
Concorso ds: salgono a venti le rinunce e mancano tre regioni