Piuttosto che stabilizzare i 600 assistenti amministrativi facenti funzione con più di 36 mesi di servizio o di consentire loro l'accesso diretto alle prove scritte dell'attuale concorso o ancora di indire il concorso per soli titoli previsto dalla legge sul 30% dei posti disponibili, ancora una volta si firma un accordo tampone senza prospettiva alcuna: è l’ennesimo segno dell'incapacità di entrambe le parti, pubblica e sindacale tradizionale, di risolvere l'emergenza che paralizza la normale attività, aggravata dell'impossibilità dei nuovi direttori generali di attuare l'intesa per le verifiche della Corte dei Conti sulle nomine volute da Bussetti. Intanto, Anief deposita il ricorso in tribunale per far partecipare agli scritti i facenti funzione, gli Ata con 5 anni di servizio e chi ha superato la prova pre-selettiva con la sufficienza.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Ancora una volta, ci ritroviamo a parlare di occasione mancata, come lo è stata l'intesa per il decreto salva scuola, che avrebbe stabilizzato soltanto 25 mila dei 200 mila docenti precari. Anche per il personale Ata, quest’anno scolastico si aprirà all'insegna della supplentite con 40 mila posti da coprire, di cui 3 mila DSGA. In pratica, tre scuole su cinque saranno senza direttori amministrativi con gravi ricadute sull'organizzazione di ogni attività. Ma rispetto a questo problema cosa fanno Miur e Sindacati firmatari di contratto? Piuttosto che stabilizzare i 600 facenti funzione, attivare subito i passaggi verticali, siglano un accordo per tamponare la situazione. Come? Chiamando gli Ata neo-assunti o precari a ricoprire il ruolo di nuovo facente funzione in un sistema che genera aspettative poi deluse, come nel caso dell'attuale concorso dove il ministro Bussetti non li ha neanche esonerati dalla prova pre-selettiva. Non si comprende, poi, perché la stabilizzazione del personale con 36 mesi, come ha chiesto di recente la Commissione europea, in questo nostro Paese si possa attuare soltanto per il personale delle cooperative private e non per il personale chiamato dallo Stato”.
L'EMERGENZA
La mancanza dei Direttori dei servizi generali ed amministrativi è quella che si sente di più oggi nella scuola: nessuna categoria - docenti, altri Ata e dirigenti scolastici – presenta infatti un posto su tre da assegnare a un precario. La situazione è da allarme rosso, al punto, scrive Tuttoscuola, che “in diverse Regioni si sta profilando il rischio di un’interruzione di pubblico servizio. Molte scuole hanno, infatti, già esperito le procedure previste dal CCNI e anche gli interpelli fuori regione sono andati evasi. È, quindi, diventato di estrema urgenza intervenire a livello ministeriale per dare delle indicazioni di riferimento chiare ed omogenee da assumere su tutto il territorio nazionale”.
A fronte di questa emergenza, da risolvere necessariamente stabilizzando chi prima di tutto, assunto come assistente amministrativo, ha sopperito anche per vent’anni alle mancanze di Dsga di ruolo, accettando l’incarico su ruolo superiore, si va a sottoscrivere un'intesa priva di prospettive che apre anche ai precari per tamponare la situazione. Senza dimenticare che da nove anni è bloccata la mobilità professionale: se si fosse proceduto nell’attivarla oggi avremmo tutti i posti coperti nei profili superiori.
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