Cambiare la didattica della scuola fino a 11 anni coinvolgendo di più e obbligando di meno: chiedere ad un bambino di 8 anni di stare seduto quattro ore non è il massimo. A dirlo, in un’intervista a La Stampa, è stato il ministro dell’Istruzione, il quale fa riferimento ad una scuola ideale come “luogo dove si possa imparare con serenità e metodi interattivi”, perché “le nuove generazioni dimostrano che si apprende meglio coinvolgendo e non obbligando”.
Il presidente Anief Marcello Pacifico raccoglie la sfida, chiede un confronto sul tema e rilancia: si ritorni ai moduli nella scuola primaria, come ai docenti specialisti di lingua inglese. Nel primo ciclo è poi giunta l’ora dell'educazione motoria come disciplina curricolare e dire basta ai progetti di attività fisica a pagamento. In tutti i corsi scolastici è bene anche che si ripristini l'organico Ata tagliato negli ultimi dieci anni: parliamo di oltre 50 mila posti. Come serve un piano straordinario per l'assunzione delle maestre con diploma e laurea magistrale e la conferma dei ruoli assegnati con riserva dopo il superamento dell'anno di prova, come ha chiesto e continuerà a chiedere Anief con emendamenti ad hoc nella Legge di Bilancio 2020 e al decreto salva-precari.
Da anni si parla di migliorare la didattica, ma poi non si fa nulla di concreto. Per il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti è importante mettere mano anche al metodo e all’approccio alle discipline, cercando, a partire dalla primaria, di trovare le modalità di coinvolgere il più possibile gli allievi, senza modi troppo coercitivi.
IL COMMENTO DELL’ANIEF
Secondo l’Anief questa posizione del ministro è condivisibile. E per farlo occorre però rimboccarsi le maniche nel Governo e nel Parlamento per tornare alla scuola primaria che fino qualche anno fa tutti ci invidiavano, con i moduli, i docenti specialisti di lingua inglese e le ore di copresenza. Va poi introdotta l’ora dell'educazione motoria e garantita maggiore sicurezza e attività di supporto ripristinando l'organico degli Ata ridotto di quasi il 20 per cento da logiche di spending review che hanno messo in ginocchio tantissimi istituti comprensivi. Allo stesso modo, non si può più ovviare all'immissione in ruolo delle decine di migliaia di maestre con diploma e laurea magistrale messe ai margini, estromesse dalle GaE, e alla conferma dei ruoli, in oltre 7 mila casi, assegnati con riserva dopo il superamento dell'anno di prova.
LA POSIZIONE DEL PRESIDENTE
“È fondamentale – dice Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief – ricollocare la scuola primaria a quello che era dieci anni, prima dei tagli assurdi avviati nel 2009. Come è importante andare i cicli formativi complessivi, con l’anticipo della scuola a 5 anni di età, anziché 6, introducendo quindi un anno ‘ponte’, con maestri, in copresenza, della scuola dell’infanzia e primaria, che agevoli il delicato passaggio formativo. Con le sezioni Primavera collocate finalmente in organico di diritto. Solo così, puntando su una scuola di maggiore qualità, si possono ottenere risultati tangibili: solo, quindi, aumentando anche il tempo scuola e gli organici del personale, soprattutto dove, come al Sud e come rilevato la scorsa estate dall’Invalsi, rimane troppo alta la dispersione scolastica e le strutture locali non danno il sostegno adeguato”.
“In questo modo – conclude il sindacalista autonomo - oltre a garantire la sorveglianza degli alunni riporteremmo la nostra scuola primaria ai precedenti successi dei rapporti Pirls. Il Governo e il Parlamento ci ascoltino, cominciando ad approvare i 40 emendamenti alla Legge di Bilancio 2020, la cui attuazione ci porterebbe verso una scuola più equa e solidale, come chiesto anche dal ministro Fioramonti”.
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