L’anno scolastico è al giro di boa, con tantissimi studenti alle prese in questi giorni con le verifiche di fine quadrimestre. Il paradosso è che ci sono diverse scuole che devono ancora definire i Consigli di Classe, perché ci sono ancora migliaia di cattedre di sostegno in deroga e in certi casi addirittura ancora affidate a supplenti temporanei, in attesa della stipula del contratto annuale da far sottoscrivere ad un altro collega precario. Molte cattedre, quindi, spuntano dall’organico di fatto o a seguito delle sentenze dei giudici. Eppure si aveva cognizione della loro consistenza già dalla scorsa estate. Con il risultato che gli Uffici scolastici continuano a produrre decreti con ulteriori posti di sostegno: in questi giorni di inizio 2020 hanno convocato, per la stipula di contratti fino al 30 giugno prossimo, gli Uffici di Torino, Bari, Brindisi e Taranto. A dicembre le convocazioni erano state prodotte da Pescara, Monza, Lodi, Lecco, Massa Carrara, Mantova.
Marcello Pacifico (Anief): “Si continua a compiere un’ingiustizia di Stato. Le famiglie si rivolgono poi ai tribunali e vengono risarcite di mille euro per ogni mese in cui lo studente non ha avuto l’insegnante di sostegno. Ma i soldi non rincuorano le famiglie, con i soldi non viene ripristinato il diritto di un alunno ad avere l’istruzione come tutti gli altri”.
Sul sostegno agli alunni disabili il ministero dell’istruzione continua a navigare a vista, con ritardi ingiustificati ed evidenti effetti negativi sulla qualità dell’insegnamento. Se partiamo dal fatto che parliamo di quasi 80 mila cattedre e che l’80 per cento dei docenti di sostegno è un precario senza specializzazione in didattica speciale, significa che oltre 60 mila posti vanno assegnati a supplenti privi a volte anche delle competenze necessari. “A fronte di un numero più basso di docenti in possesso della specializzazione per l’insegnamento a questi alunni, la supplenza può essere conferita anche ai docenti senza titolo”, scrive la stampa specializzata. Ecco perché occorre organizzare al meglio i corsi di specializzazione che il ministero dell’istruzione si presta a varare, non commettendo gli errori fatti in precedenza dall’ex ministro Marco Bussetti, come già chiesto a chiare lettere nei giorni scorsi dal sindacato Anief.
Il problema, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista ad Orizzonte Scuola, è che con questo andare viene leso il diritto allo studio “sia nella parte in cui le famiglie chiedono alle scuole di avere l’attribuzione delle ore in base al PEI, attribuzione che viene costantemente negata per il 50% dei casi, sia laddove i posti in deroga vengono attribuiti alle scuole per diversi anni, quindi non per esigenze straordinarie, e non vengono conteggiate nell’organico di diritto”.
I numeri sono implacabili. “Siamo arrivati a 180 mila insegnanti di sostegno – continua il sindacalista – di cui 80 mila su posti in deroga. È evidente che bisogna adeguare la realtà dei fatti al servizio che lo Stato vorrebbe dare. Quando per anni si verifica che il numero degli studenti con un handicap certificato aumenta lo Stato non può fare finta di niente e tenersi quel numero di insegnanti, ma deve adeguare gli organici”, conclude Pacifico.
Intanto – rafforzata dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 25101, la quale ha confermato che non è possibile fare modifiche quando il Pei dello studente disabile è stato stabilito - l’associazione sindacale Anief continua a produrre l’iniziativa gratuita ‘Sostegno, non un’ora in meno!’, proprio per far rispettare le ore di sostegno indicate nelle diagnosi funzionali di ogni allievo.
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