A scuola soltanto per esigenze imprescindibili e in tutta sicurezza in attesa di un nuovo protocollo per la riapertura
Nulla è cambiato per il personale ATA dall’ultimo Dpcm del 26 aprile 2020 che di fatto viene prorogato fino al 17 maggio 2020, salvo ulteriori comunicazioni. Gli istituti scolastici di ogni ordine e grado devono continuare a mantenere come lavoro ordinario la modalità smart working. Lo specifica la nota ministeriale n. 622 del 01/05/2020.
L’articolo 87 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 convertito dalla legge 29 aprile 2020, n. 27, ha disposto che, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 (31 luglio 2020), ovvero fino a una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il lavoro agile costituisca modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni. Conseguentemente, è stabilito che la presenza del personale nei luoghi di lavoro sia limitata alle sole attività indifferibili che non possano essere svolte in modalità agile.
Sono ovviamente fatte salve le prestazioni che possano essere svolte esclusivamente in presenza. A tal proposito, si ricorda che costituisce obbligo di ciascuna Amministrazione individuare dette attività e richiedere la correlata presenza del personale dipendente sul luogo di lavoro, garantendo le condizioni di sicurezza previste.
Sono nate come le stelle invece circolari, emanate da alcune istituzioni scolastiche, che dispongono le riaperture del lavoro ATA in presenza. Sembrano riaperture pseudo parziali, ma nella realtà totali precisando come motivazione fantomatici lavori indifferibili e improcrastinabili, mai però specificati.
Ci troviamo di fronte a una realtà ben diversa da quanto stabilito dal Governo. Di fatto i dirigenti scolastici stanno violando le normative decise dal Consiglio dei ministri sulla base di un bollettino redatto dalla comunità scientifica che monitora continuamente la curva epidemiologica, mettendo e rischio inutilmente la vita di tutti i profili ATA e la vita stessa dei dirigenti.
Ricordiamo, inoltre, che Il “Decreto Cura Italia” considera il contagio da coronavirus in ambito di lavoro come un infortunio meritevole, in quanto tale, di ricevere la copertura assicurativa Inail. Il datore di lavoro, pertanto, è potenzialmente esposto alla responsabilità penale per i reati di lesioni ai sensi dell’art. 590 c.p. e omicidio colposo ai sensi dell’art. 589 c.p., aggravati dalla violazione delle norme antinfortunistiche, laddove non abbia adottato le misure necessarie a prevenire il rischio di contagio, cagionando così la malattia o la morte del lavoratore. Ricordiamo anche che la lg 81/08 aggiornata 09 prevede ulteriori figure che devono occuparsi della sicurezza dei lavoratori come RSPP di parte datoriale e RLS da parte dei lavoratori e MCL.
Dunque, i dirigenti devono mantenere in essere tutte le indicazioni ricevute per personale ATA. Gli amministrativi devono mantenere la modalità di lavoro agile, i tecnici informatici devono continuare il loro lavoro in remoto per il supporto della DaD o smart working amministrativo.
I collaboratori devono continuare a garantire l’apertura dei locali scolastici e la pulizia minima degli spazi utilizzati con turnazioni minime previste in base alla lg 146/90 e a quanto stabilito dalla contrattazione d'istituto. Naturalmente tutti devono essere dotati di DPI e assicurare il distanziamento sociale.
Ogni altra situazione deve avvenire in base a specificata situazione indifferibile.
Il sindacato Anief ricorda ai dirigenti scolastici di ottemperare in maniera diligente le direttive impartite dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Il perdurare dell’inottemperanza mette a rischio la vita di tanti lavoratori.
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