Quelle che erano delle ipotesi tutte da vagliare per organizzare il ritorno in classe, ovvero i possibili doppi turni, con parte della classe in presenza e parte in videolezione, rischiano di diventare dei disegni legislativi motivati. Vi sono delle iniziative dell’on. Luigi Gallo (M5S), presidente in Commissione Istruzione della Camera, sui quali presto i deputati si dovranno esprimere e potrebbero pure legiferare. Per il sindacato, ciò che non si comprende è come si possa pensare di attuare una didattica con gruppi classe divisi in due o tre parti, senza pensare ad un potenziamento del personale scolastico. Il Governo vuole forse farci credere che il problema del digital divide sarà cancellato. Chi sembra avere compreso tutto è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: in una lettera inviata alla ministra dell’Istruzione, afferma che, nel caso in cui si dovesse attuare il “dimezzamento” di alunni per classe e doppi turni, sarebbe “necessario un potenziamento degli organici”.
Per Marcello Pacifico (Anief) “se non si presta attenzione, si rischia di ampliare il digital divide. Ecco perché ha ragione De Luca a chiedere di implementare il numero di docenti e di assistenti tecnici, come abbiamo chiesto noi attraverso specifici emendamenti al Decreto Legge sulla Scuola n. 22 che da oggi sono all’esame della VII commissione del Senato. L’alternativa, sempre proposta da Anief, è quella di introdurre il limite massimo di 15 alunni per classe, una norma che garantirebbe il diritto alla salute, alla sicurezza e allo studio. Altre strade, a meno che non si voglia ampliare il gap tra alunni che fruiscono delle lezioni e quelli che ne sono esclusi, non ce ne sono”.
Sul rientro in classe ognuno dice la sua. Ed in Parlamento si va oltre. L’onorevole Luigi Gallo, presidente del M5S in Commissione Istruzione della Camera, ha presentato un ordine del giorno, che sembra possa contare sul sostegno di una parte della maggioranza parlamentare, con il quale chiede il rientro a scuola prima di settembre per gli alunni non raggiunti dalla didattica a distanza.
GALLO (M5S): NUOVA DIDATTICA
Inoltre, sempre il presidente della Commissione istruzione di Montecitorio in un’intervista a Fanpage ha detto che si sta lavorando “in Parlamento per un graduale ritorno alla presenza a scuola con un numero ridotto di studenti per aula per garantire la sicurezza dato il rischio di contagi da Covid-19. Sarà necessario un cambio di organizzazione, ad esempio, sugli orari e sugli spazi. La stessa didattica in presenza sarà strutturalmente accompagnata dalla didattica a distanza con studenti in aula e studenti in remoto”.
LARGO AL SISTEMA IBRIDO
Si agisce, in pratica, per realizzare un sistema ibrido, con le lezioni in presenza, in aula, solo per una parte di alunni: si lavora, in conclusione, per un’organizzazione didattica a “targhe alterne”, con le classi spezzettate in sotto-gruppi. Anief ritiene che assegnare qualche decina di tablet nelle scuole, in certi casi pure chiedendo incautamente onerose cauzioni agli alunni non abbienti, attraverso degli stanziamenti nazionali, come accaduto a marzo con gli 85 milioni di euro suddivisi poi per le 8.200 istituzioni scolastiche, non possa essere la soluzione all’annoso problema.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“La verità è che oggi su otto milioni di alunni, ben due milioni e mezzo non detengono il computer fisso – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e siccome la didattica online non si può svolgere con lo smartphone è chiaro che servono dei device appropriati. Come è chiaro che partecipare ad una lezione via internet, con il docente collegato da piattaforma, non si limita ad avere a disposizione un computer o un tablet. Servono telecamere, software, i soldi per la connessione ad Internet. Senza dimenticare un minimo di competenze che, quando si tratta di alunni in condizioni familiari sfavorevoli, oppure di giovani con sostegno, ma anche Dsa e Bes, sono tutt’altro che scontate e facilmente trasmissibili”.
LA PROPOSTA DI DE LUCA
La soluzione al problema indicata dal giovane sindacato è stata accolta anche da alcuni ambienti politici. È di queste ore la richiesta scritta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle modalità di ripartenza per il prossimo anno scolastico. “Ho scritto al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, – riporta la pagina ufficiale del Governatore Vincenzo De Luca – per chiedere che, nelle ipotesi al momento allo studio per la ripresa del prossimo anno scolastico, non vi sia la previsione di riduzione degli organici, ma esattamente il contrario, cioè un potenziamento delle docenze. L’impossibilità di consentire assembramenti che costituirebbero un pericolo per la salute pubblica, come più volte Lei ha sottolineato, comporta, come prima logica conseguenza quella di evitare le cosiddette “classi pollaio”. A maggior ragione nel caso in cui dovessero pervenire indicazioni nazionali che prevedessero una didattica in presenza da garantire anche attraverso un “dimezzamento” di alunni per classe e doppi turni. Sarebbe quindi necessario, un potenziamento degli organici”, ha saggiamente chiesto Vincenzo De Luca.
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