A seguito della lettera inviata dal sindacato, a firma del presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, al ministro Gaetano Manfredi, si comunica che con DM n. 137 del 29 maggio 2020 è stato abrogato il comma 2 dell’art. 1 del decreto, di cui al decreto ministeriale 14 maggio 2020 n. 82 (Modifica requisiti docenza lauree per infermieri), nella parte in cui disponeva che “al fine di compensare la riduzione di docenti universitari di riferimento di cui al comma 1, gli atenei individuano almeno 2 medici ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica”. Riteniamo tuttavia che quanto prima vada superata anche la suddetta deroga relativa al possesso dei requisiti minimi quantitativi, avviando un significativo rilancio del settore della Sanità Universitaria, anche a seguito della presa di coscienza che questo settore necessita di investimenti e regole nuove
Importante vittoria per il sindacato Anief per il rilancio del settore della Sanità Universitaria: “Siamo soddisfatti di questo successo, tuttavia la nostra battaglia continua su altri fronti”, ha dichiarato il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico.
Infatti, l’università e la ricerca sono al centro dell’azione governativa. Nel decreto legge Rilancio, il Governo ha stanziato un finanziamento specifico per i comparti Università e Ricerca che prevede anche l’assunzione in ruolo di migliaia di nuovi ricercatori, pure per gli enti di ricerca, grazie ad ulteriori 250 milioni: l’iniziativa è stata confermata durante la conferenza stampa sul tema tenuta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sono anche previsti “165 milioni sul Fondo di finanziamento ordinario per allargare l’area no tax degli studenti, poi 40 milioni in più sulle borse di studio, 15 milioni per i dottorati, 62 milioni per l’Alta formazione musicale. Il Fondo per la ricerca First sale di 300 milioni.
“Come Anief – dice il suo leader Marcello Pacifico – siamo convinti che occorra lavorare alacremente per la stabilizzazione dei precari con conseguente stop ai licenziamenti per non perdere professionalità acquisite. Come anche all’avvio della contrattazione per lo smart working e a garantire norme di sicurezza che in questo periodo di pericolo di contagio diventano prioritarie. Dopo lo stanziamento dei fondi mirati, bisogna anche provvedere alla programmazione pluriennale per l’immissione in ruolo dei 4.000 ricercatori e tecnici, dando la priorità a chi è in lista di attesa da lungo tempo”.
PER APPROFONDIMENTI:
UNIVERSITÀ – Meno docenti per i corsi di laurea in Scienze Infermieristiche