L’indicazione è di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ed è stata anche comunicata al ministero dell’Istruzione: se vogliamo rivedere a settembre tutti gli alunni in classe, ha detto il sindacalista, “è necessario rivalutare la possibilità di ripristinare i plessi scolastici dismessi, più di 15mila negli ultimi anni” a causa del dimensionamento tagli-scuole avviato 12 anni fa con la riforma Tremonti-Gelmini, così da ospitare i tanti alunni che non possono entrare in aule da 35 metri quadri per via del distanziamento sociale. E poi bisogna “andare a operare per un’assunzione di organici in maniera straordinaria: servono almeno 200mila unità di personale docente e Ata in più”, ha ribadito oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rispondendo alla rivista Orizzonte Scuola.
Per tornare a scuola a settembre occorre uno sforzo di programmazione ed economico importante. L’indicazione di Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato rappresentativo Anief, è che per assicurare la didattica in presenza occorre “un impegno del governo soprattutto per ciò che riguarda il numero degli alunni per classe e i metri quadri degli spazi a scuola, nel rispetto del distanziamento sociale”: la richiesta è stata fatta anche ieri, durante l’incontro tra ministero e sindacati sulla riapertura delle scuole a settembre.
MANCANO FINANZIAMENTI ADEGUATI
Pur evidenziando le tante modifiche da introdurre nelle linee guida in via di approvazione, Pacifico ha colto anche dei lati positivi nel documento ministeriale esaminato: “c’è sicuramente la volontà di coinvolgere le parti sociali, gli enti locali”. Uno dei punti dolenti è la scarsità di finanziamenti di operazioni che si preannunciano complesse: il sindacalista ha ravvisato “purtroppo l’assenza di risorse tali da poter valorizzare queste stesse linee guida con le modifiche chieste dalle organizzazioni sindacali. Ci ritroviamo di fronte a delle belle idee che possono essere portate avanti, ma che non potranno essere realizzate per mancanza di risorse fino a quando non ci saranno delle garanzie rassicuranti del premier Conte e del ministro Azzolina. Alle rassicurazioni devono però seguire i fatti”.
SERVONO 200MILA DOCENTI E ATA IN PIÙ
Poi c’è il limite della scarsità di risorse umane: “Per dimezzare le classi si deve raddoppiare il personale. 50mila insegnanti in più non bastano sicuramente”. Anief chiede invece da diverse settimane 200 mila persone in più da assumere subito, di cui 160 mila docenti e 40 mila Ata. Il presidente del sindacato autonomo, però, non se la sente di additare le colpe a chi gestisce il dicastero di viale Trastevere: “Il Covid c’è, ma penso che non si possa processare un ministro dell’istruzione per il rientro a scuola, quando poi i bambini si incontrano in strada o al mare. Altri hanno riaperto, pensiamo alla Francia, e noi siamo qui a parlare di mascherine e plexligas”.
BASTA CON LA DAD
Il sindacalista dell’Anief ritiene, comunque vada, che dal 1° di settembre si debba “tornare a scuola: la didattica a distanza resta didattica di emergenza, non si può pensare di portarla avanti. Abbiamo tre mesi per programmare e rientrare a scuola in sicurezza”. In caso contrario, qualora il diritto allo studio non fosse davvero garantito con le lezioni in presenza, le quali danno certezza di non discriminazione, sarebbe un problema serio.
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