Le vaccinazioni ai lavoratori non possono essere obbligatorie: i cittadini vanno sensibilizzati, non obbligati a sottoporsi al vaccino. E chi lo fa non può essere danneggiato con decurtazioni dallo stipendio. A sottolinearlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante l’incontro tenuto dall’organizzazione sindacale con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando e col ministro della Salute Roberto Speranza per affrontare i problemi sulla sicurezza del lavoro in questa fase di recrudescenza dei contagi da Covid19.
In un’intervista ad Italia Stampa, il sindacalista dice di avere ribadito ai ministri la sua contrarietà all’obbligo della vaccinazione: “a differenza di altre sigle sindacali – ha detto Pacifico - siamo contrari a qualsiasi forma di obbligo, come del resto avviene negli altri paesi dell’Unione europea. Bisogna convincere i cittadini dell’utilità oggettiva nel sottoporsi al piano vaccinale, senza però imporlo”. Altrettanto importante, ha detto il leader dell’Anief, “è non conteggiare periodi di eventuale assenza dal lavoro per malattia, dovuti agli effetti collaterali della vaccinazione, che reputiamo indispensabile per vincere la pandemia”. Allo stesso tempo, “vanno inclusi nel piano i dipendenti over 65 anni e attivato uno screening dei contagi: un monitoraggio serio attraverso un dialogo continuo tra le Asl e le scuole”, come chiesto ieri anche dal neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
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