In anticipo sulla iniziale tabella di marcia stanno prendendo il via le somministrazioni dei vaccini agli insegnanti e a tutto il personale scolastico: in Puglia il piano è già iniziato; in Calabria il via è previsto per il 10 marzo; nel Lazio si parte lunedì con la fascia d’età 45-55 anni, poi toccherà nei giorni successivi alle altre. Il problema è che vi sono Regioni, come il Lazio, che hanno deciso di lasciare fuori che risiede altrove e non si avvale del medico di base.
Secondo Anief è una esclusione che non ha motivo di esistere: “Bisogna trovare un accordo immediato con quei governatori che stanno escludendo docenti e Ata dalla somministrazione dei vaccini. È un passaggio troppo importante per la salute di tutti e per mantenere in vita il diritto allo studio. Ci appelliamo alle Regioni che hanno preso questa decisione a dir poco discutibile di ravvedersi: se è un problema di tipo finanziario, allora provveda il Governo centrale. L’unica cosa certa è che tutto il personale che intende vaccinarsi volontariamente deve avere la possibilità di farlo il prima possibile”.
Parte la preziosissima campagna di vaccinazioni dei docenti e dei lavoratori della scuola, ma ne rimangono fuori diversi: alcuni governatori hanno deciso di lasciare fuori dal piano i lavoratori in servizio in Regioni diverse rispetto a quella dove risiedono e che non sono assistiti da un medico del posto. Il cavillo burocratico non permette, quindi, di potersi prenotare per la somministrazione del vaccino né nella regione dove si opera professionalmente né in quella dove si risiede. Il risultato è quello dell’assurda esclusione dall’accedere a una somministrazione che è fondamentale, sarebbe il caso di dire vitale, per il singolo individuo e della società tutta quale è la vaccinazione anti Covid19.
Le redazioni delle testate specialistiche stanno ricevendo molte lamentele. “Lavoro nel Lazio, ma sono residente in Puglia, e la vaccinazione per me nel Lazio non è consentita”, denuncia una docente. “Sono supplente pendolare a Roma e non posso vaccinarmi”, hanno scritto alla redazione di Orizzonte Scuola degli insegnanti. Il problema è che il piano vaccinale è regionale e ogni regione ha stabilito le tempistiche e le modalità.
In Campania, le scuole devono effettivamente caricare gli elenchi del personale scolastico su apposita piattaforma, riferendosi dunque a docenti e ATA che svolgono servizio presso le scuole campane. Il problema, fanno osservare gli esclusi, è che “la Regione Lazio vaccina solo i lavoratori che appartengono alle Asl della Regione Lazio. La Regione Campania invece, permettendo alle scuole di inserire i propri dipendenti su un’apposita piattaforma, vaccina tutti quelli che lavorano nella Regione Campania”, segnalano ancora i docenti esclusi dalla vaccinazione.
Il Lazio ha pubblicato delle FAQ. In una di queste si chiede: “Le persone residenti e assistite in un’altra regione possono prenotare la vaccinazione nel Lazio?”. Risposta: “No, le persone residenti e assistite in un’altra regione non possono prenotare nel Lazio. Possono essere vaccinati i non residenti nel Lazio che hanno attivato il domicilio sanitario temporaneo e che sono quindi assistiti da un medico di base del Servizio Sanitario Regionale (SSR) del Lazio”. Sempre la Regione specifica che “soltanto le persone che hanno un medico di famiglia nel territorio regionale possono prenotare la vaccinazione”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, chiede ai vertici ministeriali, a iniziare da quello della Salute, di approfondire la questione e di risolvere il problema in brevissimo tempo: “Tutto il personale scolastico deve avere diritto di accesso alla vaccinazione a tappeto: anche perché stiamo parlando di docenti e Ata particolarmente esposti, in alta percentuale over 55 e quindi pure ad alto rischio. Ancora di più perché i virologi ci hanno detto che a breve nuovi casi di contagi torneranno a salire per via dell’allentamento delle restrizioni avviato da qualche giorno. Nel frattempo auspichiamo una mappatura generale e specifica per ogni istituto dei contagi, con tamponi rapidi continuativi per tutti gli studenti, da fare somministrare anche ai docenti e al personale Ata. E dimezzando il numero di alunni per classe, oggi come in futuro”.
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