Con il rinnovo del contratto del pubblico impiego i lavoratori statali otterranno in media un aumento di 110 euro lordi, a cui aggiungere stabilmente l'elemento perequativo a tutela degli stipendi più bassi. Ma sono previste pure nuove norme, derivanti soprattutto dalle modalità lavorative che ha imposto il Covid, come i nuovi orari di lavoro, il diritto alla disconnessione e la tutela dei dipendenti ‘fragili’. A specificarlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: nel corso di un’intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha raccontato che nell’ultimo incontro tenuto con i dirigenti della parte pubblica, l’Aran, si è parlato del rinnovo dei contratti collettivi nella Pubblica Amministrazione e anche dell’esigenza di introdurre nuove regole: “abbiamo la necessità – ha detto il sindacalista - di rivedere anche la parte giuridica, anche alla luce di quel che è avvenuto durante la pandemia, durante la quale c'è stato un maggior ricorso al lavoro agile. Serve quindi un nuovo sforzo di disciplina della materia per quanto concerne a esempio il diritto alla disconnessione, la tutela dei lavoratori fragili, l'organizzazione dell'orario di lavoro”. Il sindacalista ha quindi annunciato che i prossimi due mesi saranno dedicati totalmente al personale, con incontri periodici su tutto il territorio nazionale: "Oggi tutti parlano di mettere al centro la scuola, ma Anief vuole mettere al centro i lavoratori per costruire una scuola giusta".
Nuovo incontro dei sindacati con l’amministrazione per il rinnovo contrattuale. L'incontro è avvenuto mentre, in un altro tavolo, il ministro della PA, Renato Brunetta, ribadiva alla Conferenza unificata delle Regioni la necessità di rinnovare i contratti per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici e più di 150mila dirigenti del pubblico impiego. "Fra i dipendenti in attesa di contratto 1 milione e 300 mila appartengono alla scuola", ha detto Marcello Pacifico, segnalando che "le risorse sono di più di quelle del precedente rinnovo contrattuale". "Si parla di 1 miliardo e mezzo in più, quindi di aumenti in media di 110 euro lordi, a cui aggiungere in maniera stabile l'elemento perequativo che era stato inserito in base alle fasce di reddito nel precedente rinnovo contrattuale".
IL CONFRONTO COL PERSONALE
"È certamente un momento molto importante per la scuola – ha detto ancora il sindacalista autonomo - e per questo Anief ha deciso di dedicare i mesi di aprile e maggio a una serie di assemblee sindacali, con una mappatura completa su tutto il territorio nazionale, per informare e consultare i lavoratori. Bisogna partire dalle proposte di modifica dei contratti scaduti - afferma il presidente del sindacato - e ascoltare i lavoratori, se ci sono proposte che meritano di essere portate nei tavoli per valorizzare la professione".
LA PARTE ECONOMICA
Per quel che riguarda rinnovo del contratto della scuola, il sindacato si aspetta una proposta complessiva, compresa la perequazione da annullare una volta per tutte, pari a 150 euro lordi. Anief ritiene infatti che i 107 euro di aumento medio previsto per i dipendenti pubblici non possano poi tradursi in una cifra inferiore per i lavoratori della scuola. Si raggiungerebbe l’assurdo che chi lavora al servizio dello Stato come docente e Ata già guadagna meno della media della P.A., anche tra il personale docente, fermo a 30 mila euro lordi, andrebbe a percepire gli aumenti stipendiali più bassi di altri comparti pubblici: 1,8 miliardi di euro di aumento assicurati alla scuola assicurano, numeri alla mano, rappresentano una somma non molto distante dai 107 euro previsti per gli altri dipendenti pubblici.
Nei prossimi tavoli di confronto con l’amministrazione, Anief ribadirà che occorrono finanziamenti diretti e il sovvenzionamento definitivo della perequazione, pure sulle indennità specifiche, come l’alto rischio biologico, confermato dai tanti casi di burnout, invece mai considerato per i lavoratori della scuola, a differenza ad esempio da quelli che operano nel campo sanitario. Anief ricorda che si tratta di incrementi che si dovranno sommare al ripristino dello scaglione del terzo anno, al recupero della validità dell’anno 2011 e del servizio totale pre-ruolo, anche quando svolto in scuole non statali. Una circostanza inevitabile che poggia anche sulla storica sentenza europea Mascolo del 26 novembre del 2014.
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