Oggi la Commissione Tecnico Scientifica dell’AIFA ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Spikevax (Moderna) per la fascia di età tra i 12 e i 17 anni: si tratta senz’altro di un’opportunità di rilievo per la vaccinazione sempre più su larga scala, anche tra i giovani, soprattutto a seguito della progressiva riduzione dell’età media di contagio da Covid19. Da qui a rendere però obbligatoria la somministrazione del vaccino per l’accesso a scuola ce ne passa. Anief si oppone in modo tassativo a tale possibilità, così come ha già detto no in modo fermo a quella di vaccinare obbligatoriamente il personale della scuola. Invece, c’è già chi trasforma la facoltà di vaccinarsi anche tra le fasce giovanili in un atto indispensabile per entrare nelle classi scolastiche. “Se non vacciniamo anche quei 20/25 alunni ultra 12enni, dobbiamo distanziarli. E poiché, quanto a capienza di aule, sistemi di areazione e numero docenti, staremo a settembre pressappoco come stavamo l’anno scorso, è sicuro il ritorno alla DAD”, ha detto oggi Camilla Sgambato della direzione nazionale del Partito Democratico.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si tratta di una posizione inaccettabile: “Bisogna impegnarsi e impegnare tutti – dice il sindacalista - perché la capienza di aule, i sistemi di areazione e il numero di insegnanti aumenti in modo vertiginoso, da qui alle prossime settimane. La politica, soprattutto chi sta al Governo, ha l’obbligo di farlo, non di imporre una vaccinazione che il Consiglio d’Europa, tramite una Risoluzione estremamente chiara e circostanziata, ha bocciato spiegando che nessun cittadino europeo deve subire ‘discriminazioni per non essere stato vaccinato per possibili rischi per la propria salute o perché non vuole essere vaccinato’. Creiamo le condizioni per stare in ambienti sani e spaziosi, questo è l’imperativo”, conclude Pacifico.
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