Deciderà la Corte Costituzionale se assegnare 2 mila euro di arretrati e 80 euro di aumento agli insegnanti così come chiesto dall’Anief attraverso uno specifico ricorso per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale completa prevista dalla legge, poiché il rinnovo del contratto si ferma al 2021, ma assegnata da gennaio 2023 solo in piccola parte. Lo comunica il giovane sindacato, ricordando che le adesioni ai ricorsi sono ancora aperte e che la decisione di affidare alla Consulta l’ultima parola sulla vicenda è arrivata su ricorso promosso anche dalla regione Liguria: una vertenza che anche in questo caso rivendica il pagamento, da parte dell’amministrazione pubblica, solo dell'assegno una tantum per i dipendenti pubblici limitandolo al 2023 e con un aumento ridotto ad appena l’1,5% a fronte di un’inflazione che invece nel biennio 2022-23 è aumentata quasi dieci volte tanto.
Ed è una vertenza che diventa ancora più importante perché arriva proprio mentre in Germania agli statali sta per essere assegnato un bonus anti-inflazione di 3 mila euro, più un aumento di 200 euro in busta paga: si tratta di una doppia importante risposta del governo tedesco, ufficializzata in queste ore, alla “controversia di mesi che ha provocato numero scioperi e paralizzato i trasporti”.
“Queste notizie rendono ancora più importante la denuncia del sindacato Anief – ricorda il suo presidente Marcello Pacifico – che ha giudicato incostituzionale la norma introdotta dall'ultima legge di bilancio, perché a fronte del tasso di inflazione programmato registrato per il 2022 (+7,1%) e per il 2023 (4,3%) ha previsto un assegno una tantum non valido per le progressioni di carriera con aumenti per il solo 2023 (+1,5%) rispetto allo stanziamento di 1 miliardo per gli aumenti contrattuali, non finanziando la indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge nella misura proprio del 50% dello stesso tasso di inflazione programmata (+5,5%)”.
“Ciò ha portato – prosegue il presidente Anief - ad aumenti a partire del febbraio 2023, a titolo di esempio, per un insegnante di scuola secondaria a inizio carriera, di 40 euro mensili in media per il solo 2023 (9 euro di indennità di vacanza contrattuale già stanziati nella legge di bilancio 2022, più 27 euro dell'assegno una tantum) rispetto ai 120 euro che gli spetterebbero secondo l'indicizzazione della stessa indennità al tasso di inflazione programmato per una perdita di arretrati per questo biennio (2022/2023) di duemila euro: quelli che ora il sindacato chiede come arretrati”.
Sono questi i motivi che hanno portato l’Anief a lanciare, un mese fa, la campagna per il recupero dell'indennità di vacanza contrattuale: in quattro settimane sono già 3 mila le diffide giunte al ministero dell’Economia e delle Finanze. “Adesso – conclude Marcello Pacifico - della questione se ne occuperà la Corte Costituzione, dove l’Anief si è costituita come amicus curiae e dove a questo punto si deciderà se questo assegno una tantum (1,5%) sia o meno un elemento della contrattazione e come tale da annoverare tra l'indennità di vacanza contrattuale (5,5%)”.
Adesioni alla campagna recupero ivc 2022-2023 ancora aperte: per maggiori informazioni e per aderire inviando dapprima la diffida, cliccare qui.
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