Perché il settore della Scuola continua ad essere oggetto di tagli, come il dimensionamento degli istituti programmato dal governo Meloni, mentre altri servizi dell’amministrazione pubblica, come Sanità e Giustizia, non subiscono ridimensionamenti? Lo chiede oggi il sindacato Anief, che rivendica anche tempi certi e condanne alle spese per amministrazione inadempiente sul riconoscimento dei diritti dei precari, dopo che la CGIA ha conteggiato sprechi per 180 miliardi nella PA che penalizzano la fiscalità e aumentano l'evasione.
“Addirittura un terzo degli sprechi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono motivati da inefficienza della Sanità e lentezza della Giustizia, mentre i tagli continuano ad abbattersi sulla scuola, primo settore strategico dove bisognerebbe invece investire come nei Paesi economici più avanzati. Basti pensare al taglio di una sede di presidenza su otto con l'ultimo dimensionamento per capire dove stiamo. Come Anief invitiamo la politica a riflettere su questi dati”.
“Ancora oggi – continua Pacifico - 400 mila persone devono ricorrere in tribunale per vedere riconosciuti i diritti sanciti dall'Unione europea da 25 anni (direttiva 70/99 UE) e ricevere risarcimenti dopo anni (11 milioni nel 2023 per i soli ricorrenti coi legali Anief), pagando un contributo unificato che dovrebbe ma non viene più restituito e spesso non ricevendo neanche la condanna alle spese legali di uno Stato incurante ma sempre soccombente”.
Pertanto, Anief chiede di adeguare la normativa interna al diritto europeo accelerando l'iter dei processi di fronte a una giurisprudenza granitica e condannando pesantemente l'amministrazione per evitare l'abuso dei contratti a termine che ha aumentato del 200% il numero dei supplenti negli ultimi 10 anni (oramai fissi tra i 200 mila e i 250 mila l’anno). “Chi è responsabile deve essere punito per non frequentare gravare le spese sulla collettività”, conclude il presidente Marcello Pacifico.
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