L’Anief apprezza la sensibilità del Ministro Valeria Fedeli sul tema del rinnovo del contratto scaduto nel 2009. Tuttavia, ritiene anche che dopo una così lunga attesa non possano certo bastare gli 83 euro lordi medi, che dovrebbero poi risultare al netto 56 euro, su cui è stata sottoscritta un’intesa, il 30 novembre 2016, tra il Ministro della Funzione Pubblica e le organizzazioni sindacali rappresentative, sia nel mondo della scuola che nel pubblico impiego, e che verranno proposti nelle prossime settimane dopo che la strada è stata spianata dal recente via libera definitivo del Consiglio dei Ministri alla riforma dei dipendenti pubblici. Il sindacato ricorda che non bastano, di certo, i 2,8 miliardi di euro in arrivo per tutta la Pubblica Amministrazione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): di cosa stiamo parlando in termini di soldi? Per uno stipendio medio di 1.500 euro significa 105 euro netti per 20 mesi di arretrati e poi da oggi a seguire. Ma non va solo salvaguardato il diritto a percepire l’indennità di vacanza contrattuale pari al 50% dell’inflazione: c’è anche da recuperare l’altra parte dell’aumento del costo della vita. Quindi il Governo deve mettere sul piatto 210 euro netti, pari a 320 euro lordi, che sono pari a quasi quattro volte rispetto alla cifra stanziata attraverso le ultime Leggi di Stabilità. Siamo così convinti del nostro ragionamento che stiamo cercando di convincere gli altri sindacati a non firmare questo contratto. Parallelamente abbiamo anche deciso di agire inviando dei modelli di diffidaspecifici, la cui presentazione dà molte più garanzie del contratto a perdere che il Governo ci vuole rifilare.
Per questi motivi Anief ha deciso di ricorrere per il recupero dell'indennità di vacanza contrattuale nello stipendio, sia per i dipendenti della Scuola, sia per i lavoratori della Pubblica Amministrazione.