Ancora una soddisfacente vittoria per l’Anief presso il Tribunale del Lavoro di Ragusa che ha accolto il ricorso Anief contro il mancato riconoscimento del servizio preruolo ai fini del computo degli anni di permanenza su posto di sostegno e del conseguente ottenimento del diritto a richiedere il trasferimento su posto comune dopo un quinquennio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non tenere in considerazione gli anni svolti con contratti a termine per il superamento del quinquennio su posto di sostegno va contro il principio di non discriminazione dettato dalla normativa europea. È inaccettabile che lo Stato italiano ponga ancora in essere questa e altre disparità di trattamento tra il servizio svolto da precario e il servizio svolto con contratto a tempo indeterminato. Interverremo ai tavoli contrattuali per tutelare i diritti dei lavoratori della scuola.
Il sindacato ricorda che è ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per la Mobilità 2018/2019per quanti hanno dichiarato i titoli e i servizi utili ai fini del ricorso nella domanda di trasferimento/passaggio di ruolo.
Nelle ore decisive per il destino degli 850 emendamenti al Decreto Dignità, dal presidente nazionale Anief Marcello Pacifico arriva un appello accorato ai parlamentari italiani perché presentino e approvino la richiesta di subemendamento al testo 4.24 dei Relatori: “Solo in questo modo – dice il sindacalista - è ancora possibile salvare più di 50 mila maestri precari della primaria e delle superiori prima dei nuovi concorsi straordinari, confermando nei ruoli i docenti inseriti con riserva che hanno superato l'anno di prova”.Entro le ore 11 i termini di scadenza, poi al voto. Il leader de giovane sindacato denuncia ancora: “Se non si interviene, il Miur sarà travolto da una pioggia di ricorsi, presentati dai docenti di ruolo licenziati, dai controinteressati, dai docenti delle superiori. L’unica soluzione è presentare la proposta di Anief ed evitare un nuovo caos nei tribunali”.
Dai relatori della maggioranza spunta la proposta di realizzare un concorso a cattedra straordinario, aperto ai precari in possesso di diploma magistrale abilitante e laureati in scienze della formazione primaria, purché nel corso degli ultimi 8 anni scolastici abbiano svolto almeno due annualità di servizio specifico anche non continuative, su posto comune o sostegno. Secondo il sindacato autonomo Anief, questa proposta, seppure non selettiva, porterà di sicuro una nuova stagione di contenziosi e non risolverà il problema del precariato che nella sua drammaticità è vissuta anche nell’attuale gestione della fase transitoria del reclutamento nelle superiori fissata dalla riforma Renzi-Giannini. Il giovane sindacato invita, invece, parlamentari e Governo ad esprimersi in modo favorevole sull’emendamento 4.1. con cui si chiede la riapertura delle GaE, l’unica reale soluzione non solo per il problema dei diplomati magistrale ma di tutto il precariato scolastico italiano. Nella fattispecie, approvando tale richiesta di modifica, si confermerebbero anche nei ruoli tutti i maestri assunti con riserva a tempo indeterminato e si aprirebbero finalmente le GaE a tutto il personale abilitato.
Intanto, presso le Commissioni Cultura vengono segnalati anche il 4.17 (pure questo sulla riapertura Gae), 4.23 (nuovi concorsi), 4.2 (320 giorni), 4.3 (GRMP), 4.11 (120 giorni), 4.12, 4029 (limite ai contratti). I relatori dopo l’invito di Anief presentano la loro proposta 4.24: trasformazione dei contratti dei maestri con diploma magistrale da t.i. al 30 giugno 2019 e conferma delle supplenze entro la stessa data, concorsi ordinari biennali e straordinario riservato a laureati SFP e diplomati magistrale con 24 mesi di servizio negli ultimi otto anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La soluzione provvisoria trovata dalla maggioranza non tutela negli anni successivi i supplenti inseriti con riserva nelle GaE della scuola primaria e secondaria. Inoltre, non conferma nei ruoli i 6 mila maestri diplomati magistrale assunti con riserva che hanno anche superato l’anno di prova, limitandosi ad estendere alla scuola primaria e dell’infanzia quella gestione del transitorio pensato dalla Legge 107/2015 che si è rivelata un vero disastro: basta ricordare che al primo e unico concorso svolto, solo un docente precario abilitato su tre ha partecipato e in alcune regioni ci vorranno 40 anni per entrare di ruolo.
L’apice del caos si toccherà quando si dovrà dare seguito all’adunanza plenaria dello scorso 20 dicembre, facendo tornare nelle graduatorie d’istituto 60 mila maestri. Il governatore del Veneto scrive al titolare del Miur: “il regolare inizio del prossimo anno scolastico in Veneto è a fortissimo rischio” con “la scuola primaria veneta penalizzata da tre fattori: l’esclusione delle maestre diplomate magistrale dalle graduatorie ad esaurimento, che in Veneto relega 848 insegnanti prive di laurea alle sole supplenze; il venir meno di 888 insegnanti che, a settembre, vanno in pensione o hanno ottenuto il trasferimento in altra regione; il numero insufficiente di posti assegnati al Veneto (300 tra Padova e Verona) per i corsi di laurea in Scienze della formazione primaria rispetto al fabbisogno formativo”. Situazione da allarme rosso anche in Lombardia, dove si è creata una voragine di quasi 2 mila posti solo tra scuola dell’infanzia e primaria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Pensare di coprire questi vuoti con contratti stipulati da graduatorie d’istituto, ancora di più in corso d’anno, andrebbe a creare una vera catastrofe organizzativa e didattica. Perché la collocazione nelle GaE è cosa ben diversa da quella nelle graduatorie d’istituto, peraltro circoscritta per legge ad un numero limitato di istituti autonomi. Senza un intervento immediato, ci ritroveremo con migliaia di posti privati in modo scellerato dell’insegnante che li copriva. Il Parlamento ha un’occasione d’oro, lo ripetiamo, per sanare una situazione che altrimenti andrà a provocare disastri organizzativi, con effetti nocivi per gli alunni, con un tourbillon di docenti, molti dei quali chiamati per coprire i ‘buchi’ pur senza alcuna esperienza né tantomeno abilitazione all’insegnamento. Mentre chi ha esperienza da vendere, con oltre 36 mesi di supplenze svolte, rischia di trovarsi presto addirittura cancellato dalle nomine annuali su posti vacanti, a meno che non venga giustamente cancellato per mano della maggioranza l’ignobile comma 131 della Legge 107/2015. Per tali motivi, proprio in questi giorni, l’Anief si è fatto carico di chiedere ai parlamentari, attraverso degli emendamenti ad hoc nel Decreto Dignità, a fronte di 850 complessivi, di riaprire le GaE a tutto il personale abilitato, a partire dai diplomati magistrale, di reclutare i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio in assenza di altri candidati e di confermare in ruolo i neo-assunti in ogni ordine e grado, dando nel contempo il via libera al ruolo a tutti coloro che hanno superato l’anno di prova.
Ancora una volta l'Anief travolge il Miur in tribunale e conferma il diritto dei docenti cancellati per mancato aggiornamento ad essere reinseriti nelle Graduatorie a Esaurimento. Stavolta la vittoria completa arriva dal TAR Lazio su ricorso patrocinato dall'Avvocato Francesca Lideo che ottiene ragione per il nostro sindacato con ben due sentenze, di identico tenore, che dispongono l'immediato reinserimento in GaE dei docenti cancellati per mancato aggiornamento e bacchettano il Miur per aver ostinatamente violato la normativa primaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i tribunali ci danno ragione, riaprire le GaE a tutti i precari abilitati è ormai atto indispensabile per sanare le illegittimità commesse dal Miur nel corso degli ultimi 10 anni.