Mancano all’appello ancora 2.600 euro. Inoltre, nella manovra, ad oggi è previsto che quelle somme arriveranno ad intervalli di tempo piuttosto lunghi: dall’anno prossimo fino al 2021. Udir aveva chiesto, nella Legge di Stabilità, di poter ottenere il riconoscimento della perequazione esterna fin dal 2016 e per intero, oltre al ripristino e all’incremento del Fondo Unico Nazionale: solo per la riduzione di quest’ultimo di un terzo ogni preside oggi ha perso in media 5mila euro. Si tratta di elementi stipendiali indispensabili per recuperare il disavanzo rispetto agli altri dirigenti pubblici, attualmente di oltre 38mila euro annui. Invece, la perequazione totale della parte fissa della retribuzione di risultato avverrà solo nel 2020, forse anche 2021, per un totale di 12mila euro lordi in più: il mancato riconoscimento del quinquennio comporta quindi la perdita di 42mila euro. Inoltre, nell’ultimo periodo tanti ds hanno subìto oltre al danno la beffa, perché nelle loro regioni, a seguito della firma dei Contratti integrativi, le Ragionerie territoriali dello Stato stanno operando delle maxi-trattenute sulle somme in più percepite.
Marcello Pacifico (presidente Udir): La parità di trattamento tra dirigenti scolastici e i dirigenti dell'area Miur doveva avvenire fin da questo contratto, subito e non progressivamente. Basta dire che nel 2015, in base all’Atto di Indirizzo, i dirigenti di Università e Ricerca annualmente guadagnavano 96.216,56 euro l’anno, a fronte dei 57.893,28 euro medi dei dirigenti scolastici: la perequazione da colmare è oggi quindi pari a 38.323,28 euro annui, ovvero 2.947,94 al mese. Come si fa a dire che basteranno poche centinaia di euro al mese per avvicinarsi a quelle cifre?
È quindi inevitabile rivolgersi al giudice per rivendicare il mal tolto e gli interessi. A tal fine, è possibileinviare già da ora una diffida anche in attesa di una nuova pronuncia della Consulta per interrompere la prescrizione.