La decisione è legata al fatto che si è in attesa della nuova sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla causa C. 494/17 Rossato, sollevata dalla Corte di Appello di Trento nel giudizio sulla compatibilità della Legge di riforma della scuola 107/2015 con il diritto dell'Unione Europea. Con ordinanze interlocutorie nn. 27615-8/17, si prende ora atto che non è più possibile riferirsi alle sentenze 22552/16 et aliae, attraverso le quali era stato negato il risarcimento danni ai docenti e al personale Ata immessi in ruolo per gli anni di precariato. Inoltre, la stessa Corte di Giustizia Ue si dovrà pronunciare sulla validità delle norme legislative e contrattuali italiane che prevedono nei decreti di ricostruzione di carriera il “raffreddamento” della stessa carriera con il riconoscimento parziale del servizio pre-ruolo, dopo le sentenze favorevoli giunte dai tribunali del lavoro.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Ancora una volta abbiamo avuto la conferma di un diritto vivente in continua evoluzione, come sempre ha denunciato il nostro giovane sindacato, attivo non a caso presso la Cedu, che si riconduce sia alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 sia alla Corte europea dei diritti dell’uomo, oltre che presso il Consiglio Ue e la commissione petizione del Parlamento Ue. Anche a livello nazionale gli orientamenti dei giudici ci stanno dando ragione: il Miur è infatti sempre più spesso condannato a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro, anche per l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari, come ribadito dalla Cassazione.