Lo prevede uno specifico decreto del Ragioniere generale dello Stato di concerto con il direttore generale delle politiche previdenziali e assicurative del ministero del Lavoro, pubblicato nell’ultima Gazzetta Ufficiale. La motivazione del provvedimento è legata alla variazione della speranza di vita per i 65enni rilevata dall’Istat nel triennio 2014-2016. L’innalzamento dei requisiti era stata stabilito dal Governo Renzi che, pubblicando nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre del 2014 un decreto ministeriale di due settimane prima, aveva previsto che “gli adeguamenti dei requisiti” pensionistici dal “1° gennaio 2019” si sarebbero “effettuati a decorrere dalla predetta data con cadenza biennale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’unica differenza rispetto a quel decreto è che l’incremento, allora previsto di quattro mesi rispetto ai 67 anni e 7 mesi attuali, è aumentato di ulteriori 30 giorni passando a complessivi 5 mesi. Riteniamo, quindi, che l’esecutivo Gentiloni si è mosso in perfetta linea con quanto stabilito da quello che lo ha preceduto: del resto, non c’è molto da meravigliarsi, visto che i ministeri, tranne quello dell’Istruzione assegnato alla senatrice Valeria Fedeli, peraltro con risultati disastrosi, hanno tutti visto confermare nei due governi lo stesso titolare. Ciòche indigna, invece, è il fatto che in Europa, come confermato dal rapporto Ocse Pensions at a glance pubblicato solo pochi giorni fa, si continua ad andare in pensione mediamente a 63 anni.
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