L'Anpal fornisce i punti che decretano l’adeguata offerta di lavoro per i soggetti che percepiscono trattamenti contro la disoccupazione involontaria, come ad esempio Naspi e Dis-Coll. Con una delibera del 20 febbraio 2018 infatti l'Agenzia per le Politiche Attive completa le ‘misure di condizionalità’ per i percettori di prestazioni legate alla disoccupazione in esito alla Riforma del Jobs Act.
Durante cinque legislature della Repubblica, cinque sessioni riservate, quattro procedure concorsuali, tre nuovi sistemi di formazione universitaria iniziale degli insegnanti, le graduatorie dei supplenti docenti della scuola da cui si attinge per il 50% delle immissioni in ruolo sono state aperte e chiuse diverse volte dal legislatore, spesso sotto i colpi delle sentenze. Ora nella nuova XVIII legislatura, quella che si andrà a costituire dopo le elezioni politiche di oggi, il problema si ripone e l'unica soluzione logica rimane la riapertura delle GaE, quelle Graduatorie ad esaurimento oggetto dello sciopero Anief del prossimo 23 marzo, giorno d'insediamento del nuovo Parlamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Lo Stato piuttosto che assegnare 100mila posti vacanti e disponibili alle immissioni in ruolo, finendola anche con la farsa degli organici di diritto, all’80 per cento costituiti da posti vacanti che andrebbero collocati tra quelli di diritto, li continua ad assegnare ai precari sempre sotto forma supplenza annuale.Il tutto, in attesa di due nuovi concorsi che creeranno nuove graduatorie di merito ad esaurimento, con tanto di vincitori di concorso per tre anni a fare formazione e supplenze a paga ridotta. La domanda che poniamo ai decisori dei destini della scuola è allora questa: perché abbiamo decine di migliaia di docenti già abilitati, selezionati, specializzati per l’insegnamento che lo Stato non vuole stabilizzare, ma poi ogni anno tra agosto e settembre chiama a rapporto per coprire i tanti posti liberi? Perché ci sono materie, come la matematica alle medie, che necessitano di docenti abilitati, con le GaE e le graduatorie di merito che sono da tempo esaurite, ma poi si continua a fare di tutto per non assorbirli? Questo è ciò che non si comprende ed è anche il motivo per il quale la nostra azione sindacale non si ferma: in tribunale, ma anche ai tavoli delle trattative, dove contiamo di arrivare dopo le prossime elezioni Rsu di metà aprile.
Il rinnovo contrattuale del 9 febbraio scorso, sottoscritto all’Aran qualche giorno fa, recepisce per intero il comma 1 dell’art. 19 del CCNL/2007: “Al personale docente, educativo ed ATA assunto a tempo determinato, ivi compreso quello di cui al precedente comma 5, sono concessi permessi non retribuiti, per la partecipazione a concorsi od esami, nel limite di otto giorni complessivi per anno scolastico, ivi compresi quelli eventualmente richiesti per il viaggio. Sono, inoltre, attribuiti permessi non retribuiti, fino ad un massimo di sei giorni”. Pertanto, l’insegnante e il personale Ata, anche supplente di lunga durata, hanno diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a sei giorni di permesso non retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. In sostanza, è come se le esigenze personali e familiari di tali dipendenti abbiano un valore ridotto rispetto ai colleghi che hanno sottoscritto un contratto a tempo indeterminato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono forse lavoratori di serie B? Ogni norma pattizia che discrimina il personale della scuola soltanto per la durata della prestazione del servizio va censurata e disapplicata. Sarebbe ora che i sindacati rappresentativi se ne rendano conto, al di là dei proclami, poi sistematicamente smentiti nei testi sottoscritti a braccetto con l’Aran. La verità è che la normativa europea va rispettata: questo principio, tra l’altro, non riguarda solo i permessi, ma vale anche per la progressione economica, su ferie, permessi, malattia, congedo, card per la formazione: tutti passaggi che nel contratto escludono ancora coloro che non hanno stipulato un contratto a tempo indeterminato. Perché bisogna ricorrere sempre in tribunale per tutelare i propri diritti?
A stabilirlo è la Commissione per l’Accesso ai Documenti Amministrativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sollecitata da un ricorso di un docente: “il diniego di accesso agli atti sarebbe potuto avvenire, qualora i dati riguardanti il bonus avessero riguardato la vita privata o la riservatezza delle persone coinvolte”, quindi “la partecipazione alla procedura rende, ex sé, accessibili le determinazioni adottate dall’Amministrazione nei confronti degli altri partecipanti”. In pratica, la scuola è tenuta a dare informazioni, qualora fossero richieste, agli altri “concorrenti” su coloro che sono stati individuati dal dirigente scolastico e sul quantum loro assegnato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non si possono ignorare il rispetto dei principi della trasparenza, della ragionevolezza e dell'accesso agli atti di ogni interessato. Anief metterà a disposizione le proprie RSA, non appena divenute rappresentative, e invita fin d'ora le RSU a vigilare sulla corretta assegnazione della quota del bonus riservata alle scuole. Tra l’altro, nell’anno in corso i compensi da assegnare alle scuole saranno ridotti, perché una parte del ‘bonus merito’ dovrà essere destinata agli aumenti stipendiali, altrimenti non coperti fino agli 85 euro lordi invece assicurati agli altri comparti pubblici. Il tutto avviene in ossequio al pessimo epilogo sulla contrattazione, raggiunto dai sindacati Confederali per la valorizzazione del personale, che applica la riforma dell’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta in cambio di aumenti netti di 4,50 euro a lavoratore: una miseria che si commenta praticamente da sola.
Ecco come bypassare le ferree regole imposte dalla legge Fornero. Un focus su Ape sociale, lavori usuranti, cumulo dei periodi assicurativi e ape di mercato. Avvicinare l'uscita dal mondo del lavoro sarà possibile tramite la richiesta, da parte dei cittadini, dell’applicazione della cosiddetta flessibilità in uscita; i lavoratori dovranno verificare la convenienza o meno degli strumenti previdenziale messi a disposizione dall'ordinamento per quest'anno iniziando da quelli gratuiti, cioè che non comportano penalità sulla pensione a quelli a titolo oneroso.