Da tempo si paventava l’idea di poter sfruttare la previdenza complementare per ottenere il tanto atteso anticipo pensionistico: oggi RITA, la cui sigla sta per Rendita Integrativa Temporanea Anticipata e indica un'opzione attraverso la quale il lavoratore può chiedere il riscatto di una parte o della totalità del proprio montante accumulato nella previdenza integrativa, è in dirittura di arrivo.
Il Miur ha diffuso la nota 7673 attraverso la quale fornisce indicazioni operative riguardo alla cessazione dal servizio del personale docente, Ata e dirigente scolastico che ha inoltrato domanda per l’Ape social e se l’è vista accogliere.
Gli stipendi di docenti e personale Ata verranno incrementati di appena il 3,48%: una percentuale tre volte inferiore all’inflazione, nel frattempo aumentata di ben 14 punti. L’accordo economico raggiunto non copre nemmeno l’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale sul tasso di inflazione programmata, salito del 5,5%. Nel tentativo maldestro di innalzare gli stipendi più bassi dell’area Ocse, dopo la Grecia, e di adottare un aumento almeno pari a quello introdotto nel resto della PA, amministrazione pubblica e sindacati hanno deciso di assegnare “a pioggia” solo la metà del fondo nazionale del merito: producendo la bellezza di 4,5 euro a lavoratore, mentre l’altra metà dei 200 milioni annui verrà assegnata attraverso la contrattazione d’Istituto, in linea con quanto previsto dal decreto legislativo Brunetta 150/2009, dalla Legge Madia 124/2015 e dalla Legge 107/2015, tutti orientati alla valutazione e premialità dei dipendenti pubblici. Trattandosi, infine, di aumenti lordo Stato, va ricordato che le cifre che circolano in queste ore vanno fortemente decurtate.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È chiaro che un contratto di questo genere non può soddisfare noi come Anief-Cisal, ma nemmeno i lavoratori del comparto. Come si fa a dire ad un dipendente della scuola che deve essere felice di vedersi accreditare solo un terzo della somma che il costo della vita gli ha sottratto negli ultimi anni? Inoltre, ancora una volta, l’Italia ignora le chiare indicazioni pervenute dalla Corte di Cassazione che ha disapplicato l’illegittima discriminazione e accordato cospicui risarcimenti ai danneggiati, oltre che della giurisprudenza comunitaria. È il motivo per cui continuiamo a chiedere a tutto il personale, docenti e Ata, di rivolgersi in tribunale, per non soccombere dinanzi all’ennesimo accordo a perdere.
I dirigenti scolastici in possesso dei requisiti e che intendono andare in pensione dal 1° settembre 2018 hanno possibilità di presentare l’istanza entro il prossimo 28 febbraio: la scadenza è stata fissata attraverso il D.M. prot. n. 919 del 23/11/2017 e annessa circolare n. 50436 che hanno fornito le indicazioni sulla presentazione delle domande di cessazione e pensionamento per il personale scolastico.
Udir comunica la volontà di ricorrere contro mancato riconoscimento del Trattamento di Fine Servizio per il biennio 2011/12: il ricorso intende recuperare, nello specifico, l’accertamento del credito del 2,69% per il Tfs negli anni 2011 e 2012. In particolare, attraverso il ricorso si intende autorizzare il versamento figurativo della quota del 2,69% di TFS per raggiungere la quota 9,60% prevista dalla legge per gli anni 2011 e 2012 in cui è stato collocato illegittimamente in regime TFR con aliquota al 6,91%. Tutti coloro che sono interessati ad avere maggiori informazioni su come ricorrere con il sindacato nazionale per recuperare gli importi illegittimamente sottratti possono farlocliccando su questo link.
Arriva il primo rimborso rispetto a quanto decurtato: la somma è stata accreditata senza necessità di ricorrere in tribunale, dopo l’atto messo a disposizione dal giovane sindacato, che tutela i dirigenti scolastici, contro gli errori commessi sulle trattenute relative al Cir 2015/16 che non tenevano conto degli stipendi aggiornati dei DS di alcune province e avuti i chiarimenti dovuti dall’Ufficio Scolastico Regionale.
Il Presidente Udir, Marcello Pacifico, invita chi ancora non avesse inviato la diffida a provvedere immediatamente, a cominciare dalle province di Agrigento Catania, Messina, Palermo e Siracusa.