Il REI è la misura economica destinata a famiglie e soggetti in difficoltà economica e di lavoro che garantisce un aiuto economico ed un progetto al fine del ricollocamento sociale e lavorativo dei soggetti beneficiari e delle loro famiglie. Tale misura ha previsto la cancellazione del SIA e dell’ASDI; ad oggi il Rei rimane l’unico sostegno per disagiati previsto dall’ordinamento italiano. L’Inps con una nota ha comunicato la messa in pagamento delle prime richieste avanzate dalle prime famiglie beneficiarie del REI; la novità la variazione del modello di domanda che recepisce le variazioni contenute all’interno dell’ultima Legge di Bilancio.
La notizia è di oggi: nel trevigiano, un dirigente scolastico per rintracciare un maestro ha inviato centinaia di messaggi di posta elettronica per riuscire a trovare un supplente della scuola primaria e dell’infanzia. Per coprire i “buchi” in organico, i presidi sono costretti a scorrere le liste dei docenti che danno la loro disponibilità, di scuole vicine e a rivolgersi alle Facoltà di Scienze della formazione primaria alla disperata ricerca di laureati o laureandi. La situazione non riguarda solo il Veneto, ma molte altre province sparse per l’Italia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È paradossale che in questa situazione, fatta di tante realtà come quella del trevigiano, si debba ricorrere collettivamente al parere di Bruxelles, come abbiamo fatto noi solo pochi giorni fa, per chiedere il parere al Consiglio d’Europa sulle incomprensibili esclusioni dalle graduatorie pre-ruolo di decine di migliaia di docenti abilitati, ad iniziare dai diplomati magistrale, passando per i laureati in Scienze della formazione primaria e per tutti coloro che hanno conseguito l’abilitazione tramite corsi Tfa, Pas e all’estero. Perché invece di fare finalmente incontrare ‘domanda e offerta’, come chiede l’Anief da mesi, approvando un decreto legge ad hoc che inserisca una volta per tutte gli abilitati nelle GaE, al Miur continuano a tenere la testa sotto la sabbia? Ecco perché chiediamo di aderire allo sciopero orario dei primi due giorni di scrutini, in programma in questi giorni in occasione delle valutazioni del primo quadrimestre, e allo stop con manifestazione a Roma del 23 marzo, quando si insedieranno le nuove Camere dei deputati.
È esemplare il caso della rendicontazione dei finanziamenti europei per l’inclusione sociale e la lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nelle aree a rischio e in quelle periferiche: la piattaforma di gestione presenta meccanismi di complessità assoluta, con la richiesta continua di verbali anche solo per dire che si è usata la piattaforma, impegnando il dirigente scolastico per un alto numero di ore in cambio di meno di un compenso che corrisponde ad un rimborso spese. Udir ritiene che quando si lavora per le scuole sia necessario conoscere i problemi e soprattutto i processi organizzativi da gestire: la Ministra dell’Istruzione ci spieghi perché questo non avviene.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Come se non bastassero i centomila e un adempimento richiesti sino ad oggi alle scuole ora ci si mette anche la programmazione Pon a rendere la vita impossibile ai Dirigenti Scolastici. Come Udir denunciamo la gravità di quanto avvenuto con i Pon inclusione e chiediamo un incontro urgente con la Ministra dell’Istruzione. Riteniamo assurdo che venga rilasciata una piattaforma di gestione con meccanismi di complessità assoluta e che richieda verbali anche solo per dire che si è usata la piattaforma, impegnando il dirigente per più di dodici ore in cambio di 25 euro. Risulta poi parossistico che venga richiesto di protocollare per i Pon documenti che la normativa italiana invece non contempla – come ad esempio i verbali interni - o che le scuole siano tenute a fare i progetti rischiando che, per qualche errore indotto da pessime indicazioni, ci debbano pure rimettere i soldi, se non peggio: è paradossale che il continuo ‘buttare sulle scuole’ attività mal strutturate, pregne di responsabilità in carico ai dirigenti, non venga stigmatizzato da nessuna sigla sindacale. La difesa del diritto della scuola di imparare le procedure di azioni nuove, ma anche e soprattutto di avere procedure efficaci, è quanto Udir chiede sin d’ora con fermezza alla Ministra.
Il Consiglio di Stato, con l'Ordinanza emanata ieri, dà nuovamente ragione alle tesi da sempre sostenute dal nostro sindacato e, in accoglimento del ricorso “pilota” proposto dai legali Anief, ribadisce la necessità di reinserire i docenti cancellati dalle graduatorie a esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento/permanenza e conferma il loro pieno diritto alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato in attesa della definizione nel merito del contenzioso. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La vittoria è frutto del lavoro di tutto il team Anief, formato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Nicola Zampieri che hanno seguito con estrema perizia il ricorso nei due gradi di giudizio. Sono questi risultati che, ogni giorno, ci danno la carica giusta per continuare sulla nostra strada e combattere al fianco di tutti i docenti precari illegittimamente esclusi dalle Graduatorie a Esaurimento. Abbiamo già denunciato al Consiglio d'Europa l'atteggiamento dello Stato italiano nei confronti dei diplomati magistrale e ribadiamo che l'unica soluzione per consentire a tutti i precari l'accesso all'immissione in ruolo è l'emanazione di un provvedimento legislativo d'urgenza come quello che abbiamo proposto noi per riaprire le GaE a tutti i docenti abilitati in modo da permettere a quanti sono stati cancellati per mancato aggiornamento di poter immediatamente reinserirsi nelle graduatorie di competenza e a tanti precari abilitati di poter finalmente vedersi concretizzare la possibilità di entrare in ruolo, invece constatiamo che si sta solo perdendo tempo”.
Di precariato, reclutamento, contrattazione e diritti dei lavoratori si parlerà anche nel corso dei nuovi seminari gratuiti sulla legislazione scolasticaorganizzati da Anief ed Eurosofia “DIES IURIS LEGISQUE” che si svolgeranno in tutta Italia nel corso dei prossimi mesi e che vedranno come relatore proprio il presidente Anief Marcello Pacifico.
Le organizzazioni rappresentative, che siedono al tavolo della trattativa con la parte pubblica, cominciano a fare gli stessi ragionamenti dell’Anief e pongono dei paletti. Del resto, la proposta è davvero pessima: agli aumenti ridicoli, pari a 40 euro netti medi per il 2018 e solo 220 euro netti di arretrati per il 2016 e il 2017, ora si aggiunge una revisione peggiorativa delle norme, con i nostri docenti in classe quasi le stesse ore della media Ocse, pur con lo stipendio inferiore di almeno 20%, in cambio del quale si chiede ora di incrementare le mansioni e le sanzioni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La mancata convocazione dei sindacati da parte dell’Aran, che avrebbe dovuto convocare i sindacati la scorsa settimana, è indice di distanza tra le parti. Lo scenario che si sta prefigurando, tra l’altro, diventa ancora più inaccettabile dal momento che gli altri comparti pubblici stanno man mano chiudendo i contratti: l’altro giorno è stato siglato quello delle Forze armate, di sicurezza e di polizia, ai quali andranno tra i 125 e i 132 euro medi a lavoratore. Ovvero, quasi il doppio di quanto previsto per i dipendenti della scuola, per i quali non si andrà oltre i 72 euro. Noi lo avevamo detto da tempo: al di là dei proclami, la scuola continua ad essere considerata la Cenerentola della PA. Ci fa piacere che anche gli altri sindacati se ne siano accorti: in tal caso, allora, aderiscano all’inverno di scioperi e manifestazioni che abbiamo organizzato, per dire no anche a questo contratto-farsa, oltre che al precariato e ai tanti nodi da sciogliere. Altrimenti, saremo costretti a pensare che si tratta dell’ennesima operazione vetrina, attuata più che altro per riscuotere tessere e consensi, anche in vista delle prossime elezioni Rsu di aprile, invece di mettere davvero alle corde un’amministrazione ed un Governo che stanno portando la scuola alla deriva.