Il blocco di dieci anni del rinnovo contrattuale, tra il 2008 e il 2018, pesa tantissimo sugli stipendi dei lavoratori della scuola: malgrado il rinnovo del Ccnl, che ha prodotto incrementi sopra l’inflazione del periodo 2019/21, oggi ci ritroviamo con gli stipendi degli insegnanti che figurano tra gli ultimi in Europa, quando si parla di compensi mensili, i docenti italiani risultano 31esimi su 50 Paesi, dietro la Spagna e molto arretrati rispetto alla Germania, così come riportato nello studio prodotto dall’Education price index (Banca online N26). “Alla luce anche di questi dati – commenta oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la politica dopo le promesse elettorali deve rispondere: sarebbe bene quindi che subito si recuperi il costo della vita ancora ben superiore al livello stipendiale di chi lavora nel comparto Istruzione. L’ideale è che subito dopo la pausa estiva, il Governo stanzi le risorse utili per garantire aumenti significativi nella Legge di Bilancio di fine anno. Si parla tanto di salario minimo ma quello dei docenti e Ata italiani rimane tra i più bassi tra gli stati economicamente sviluppati e questo non è accettabile”, conclude Pacifico.