Lo ha detto Pippo Noto, rappresentante sindacale del giovane sindacato commentando il taglio della testa e un pezzo del busto della statua del magistrato ucciso dalla mafia 25 anni fa di cui si è appresa la notizia oggi: siamo senza parole per quello che è accaduto, perché il nostro prodigarci per trasmettere determinati concetti e valori significa che non basta. I nostri sono ragazzi speciali, ad alto rischio di dispersione e siamo determinati nel combattere questa sfida. Si potrebbero realizzare corsi di danza, di cucina, di informatica o laboratori di vario genere. Invece, l’unica risorsa aggiuntiva che lo Stato fornisce all’istituto sono 10 euro in più per ogni alunno iscritto. E non possono bastare, perché per tenere questo genere di corsi e attività occorrono altri formatori. Noi, più di questo non possiamo fare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): come operatori della scuola e organizzazione sindacale, siamo vicini al personale dell’istituto scolastico oggetto dell’atto vigliacco e intimidatorio: sono loro, infatti, l’ultimo baluardo nella lotta quotidiana per far vincere la legalità. Nelle periferie, in particolare, i docenti, il personale Ata, i loro dirigenti scolastici, i rappresentanti sindacali fanno uno sforzo immane per innescare il valore della legalità. Combattendo, ogni giorno, contro un sistema che vorrebbe negare la fiducia nelle istituzioni. In questi contesti, su 100 ragazzi, solo 60 arrivano a conseguire il diploma di maturità.