Anche le confederazioni spingono in questa direzione, confermate dalle dichiarazioni concilianti rilasciate, a turno, dai segretari generali. Anief ribadisce il suo no ad aumenti tre volte sotto l'inflazione e arretrati inconsistenti. E non cambia le cose neanche la distribuzione di ulteriori 35 euro a ogni docente del merito, peraltro vincolati da legge: il divario rimane ampio e va recuperato. Inoltre, appare pericolosa la mobilità triennale e irrispettosa dell'attribuzione annuale degli incarichi. Poche novità su permessi, potenziamento e sanzioni disciplinari regolati da norme legislative. Non risulta presente alcun accenno alla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, su ricostruzione carriera e servizio nelle paritarie. L’unica apertura dell’amministrazione è sul dietro front a proposito delle ore di incarico e funzionali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Si sta riuscendo nell’impresa di approvare un contratto nazionale che sulla base delle condizioni previste dall’accordo del 30 novembre 2016, quindi con un incremento a regime pari al 3.48%, a fronte di 11 punti percentuali di aumenti del costo della vita certificata, non arriva nemmeno a coprire i già modesti 85 euro lordi a lavoratori per tutti. A queste condizioni è meglio non firmare e puntare sullo sblocco dell'indennità di vacanza contrattuale. Ma visto che dall’alto le Confederazioni dicono che va tutto bene, senza spendere una parola sulla miseria degli aumenti e sulle norme capestro, allora vorrà dire che la “palla” passerà anche stavolta ai tribunali. Il personale della scuola non merita questo trattamento.
Gli interessati possono scaricare e inviare il modello di diffida predisposto dall’Anief, attraverso cui recuperare almeno 270 euro di aumento più gli arretrati.