È partita la caccia ai posti rimasti vacanti e disponibili: come previsto dalla Legge 20 dicembre 2019 n. 159, il docente aspirante al ruolo, già iscritto nelle GaE e nelle graduatorie derivanti dai concorsi, è chiamato a scegliere, con modalità telematica su Istanze On Line, la regione per la quale intende esprimere la preferenza e in certi casi anche le province per le quali intende esprimere le preferenze. E comunque chi vuole aderire alla call veloce deve accedere al sistema on line per verificare, nel concreto, in quali province sono disponibili posti per la graduatoria di proprio interesse. Ma il vero vincolo, in caso di assunzione, è un altro: l’obbligo di permanenza per cinque anni nella provincia nella quale si è stati assunti in ruolo, come per le altre assunzioni. “Bloccare la mobilità di un neo assunto per un quinquennio, anche in presenza di motivazioni valide e certificate – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è assurdo, perché prima si offre la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato a seguito delle rinunce e poi si nega la necessità, figlia del dettato costituzionale, di coniugare il diritto al lavoro e alla salute: è una imposizione che non può essere accettata, ancora non riusciamo a comprendere come hanno fatto gli altri sindacati a sottoscrivere dei contratti integrativi che hanno avallato certe imposizioni. Sarebbe opportuno che si ravvedessero per il futuro, quando si spera che finalmente i posti da assegnare siano anche maggiori perché collocati tutti nell’organico di diritto e vengano cancellate le finte cattedre di fatto e quelle su sostegno in deroga ‘ingabbiate per legge’”.
Il sindacato ha avviato una serie di ricorsi per far valere i propri diritti rispetto alla mobilità 2020: per saperne di più e aderire ai ricorsi, clicca qui.