La richiesta motivata di "lockdown totale, in tutto il Paese" deve fare riflettere. Per il Governo è giunto il momento delle decisioni. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Noi, come sindacato, abbiamo firmato un contratto, quello sulla didattica digitale integrale, indispensabile per tutelare il diritto degli insegnanti e il diritto all’istruzione. Certamente, mai e poi mai la dad potrà sostituire le lezioni agli studenti in presenza, ma se dobbiamo chiudere, nonostante i protocolli di sicurezza sottoscritti, lo si faccia pure. E subito, così da ripartire a gennaio in presenza, dopo aver fatto abbassare la curva dei contagi e purtroppo interrotto le attività produttive. La verità – conclude Pacifico - è che non esistono zone o territori rossi, arancioni o gialli, ma esiste solo la salute dei cittadini da preservare”.
Fa discutere la richiesta del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici di procedere con un "lockdown totale, in tutto il Paese", alla luce degli ultimi dati, a partire dall’innalzamento esponenziale di ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, e in previsione di probabili ulteriori incrementi, quindi di una situazione che tra un mese si prospetta “drammatica”.
Il sindacato ricorda che a seguito dell’applicazione dell’ultimo Dpcm anti Covid del 3 novembre scorso, più di 3 milioni di alunni sono da ieri tornati a svolgere didattica a distanza. Tuttoscuola ricorda che si tratta degli allievi della secondaria di II grado (oltre 2,7 milioni), che svolgeranno la dad al 100%; inoltre, per le regioni individuate in area rossa (Lombardia, Piemonte e Calabria) la didattica a distanza si è estesa ad oltre 316 mila studenti del secondo e terzo anno della secondaria di I grado.
Secondo il presidente Anief, Marcello Pacifico, “diventa prezioso il contratto sulla didattica digitale integrata, sottoscritto da Anief e Cisl, sul quale è giunto pure l’assenso della Flc-Cgil: l’accordo, su cui c’è il sì della maggioranza delle sigle sindacali rappresentative, permette di evitare adozioni anomale della dad, di valorizzare l’autonomia degli organi collegiali nella programmazione della didattica anche non in presenza, trovando così un punto d’incontro per rispettare le norme contrattuali vigenti e la salvaguardia del diritto allo studio”.
“È chiaro – continua Pacifico - che l’azione del sindacato non si ferma qui, perché servono 200 milioni di euro per permettere ai supplenti di non essere esclusi dal bonus annuale docente, riservato ai colleghi di ruolo, utile ad aggiornarsi e ad acquistare tablet, pc e strumentazioni utili alle connessioni online. Un motivo in più per avviare un tavolo permanente di monitoraggio dell’applicazione dello stesso contratto integrativo. E anche un secondo tavolo per l’applicazione dello smart working, riservato finalmente anche al personale Ata della scuola, così da arrivare a fornire alle scuole i necessari chiarimenti di attuazione in itinere. Nel frattempo, sarebbe bene valutare i rischi che corre chi si reca a scuola: se vi sono, se la salute è effettivamente a repentaglio, allora si torni pure a chiudere tutto. Per poi ripartire appena possibile, di nuovo tutti in presenza”.
Ad oggi, ricorda il sindacato, tutte le classi delle scuole superiori sono già passate alla didattica a distanza, come le classi di seconda e terza media delle zone italiane considerate ‘rosse’, perché con alte percentuali di contagi di coronavirus. Anche in questi territori più a rischio, comunque, in presenza a scuola rimarranno anche i bambini dei nidi, gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria. Invece, ad oggi praticano la dad le scuole di ogni ordine e grado della Campania. Mentre in Puglia c’è una situazione in divenire, anche per effetto delle sentenze dei Tar rispetto alla decisione della giunta regionale di lasciare solo le scuole dell’infanzia in presenza.
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