Al fine di tutelare i docenti, Anief avvia una serie di ricorsi per far ottenere il giusto punteggio derivante dalla tabella titoli. Per aderire, clicca qui
Al fine di tutelare i docenti, Anief avvia una serie di ricorsi per far ottenere il giusto punteggio derivante dalla tabella titoli. Per aderire, clicca qui
Le Graduatorie provinciali per le supplenze si confermano stracolme di punteggi non corretti, per le valutazioni sbagliate di titoli e servizi, e di esclusioni immotivate di migliaia di candidati: lo si evince delle ultime graduatorie pubblicate, anche in più versioni, dai vari Uffici Scolastici Regionali con l’ausilio delle scuole polo. Gli elenchi – contenenti palesi errori di calcolo, con il caso limite di un insegnante della Sicilia a cui sono stati assegnati 52 anni di servizio - sono in mutamento, tanto che la rivista Orizzonte Scuola parla di “un numero esorbitante di reclami”, con gli stessi dirigenti degli Usr a verificare, uno per uno, le richieste di rettifica e riformulare, di conseguenza, le liste di attesa delle Gps valide per il biennio 2020/21 e 2021/22.
Per agevolare i docenti oggetto di errori, che altrimenti subirebbero ingiuste limitazioni alle proprie possibilità di lavoro come docente nella scuola pubblica, Anief ha predisposto tre possibili percorsi, attraverso specifici modelli, per tutelare i precari: un modello di reclamo per chiedere all’ufficio scolastico la correzione di errori di valutazione dei titoli o di altra natura nelle GPS; un modello di reclamo specifico contro l’esclusione dalle GPS dei docenti in ruolo con riserva; un'istanza di accesso agli atti per verificare titoli e servizi di altri aspiranti nella propria graduatoria e fascia.
Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato Anief: “Occorre presentare i reclami il prima possibile, perché l’amministrazione centrale, anche a seguito di una Nota ufficiale inviata agli Usr, ha preso l’impegno di valutare con immediatezza i reclami dei docenti, con l’obiettivo di portare in cattedra i candidati posizionati meglio in graduatoria entro il 14 settembre. È quello che ci auguriamo tutti, fermo restando che, in tutti quei casi in cui i reclami presentati non dovessero avere seguito, il nostro ufficio legale Anief valuterà caso per caso l'opportunità di adire il tribunale di competenza”.
C'è ancora tempo per riaprire dopo il 20 novembre nel caso di una risposta positiva del governo eritreo dopo la richiesta di ANIEF di non chiudere definitivamente l'istituto
La circolare interministeriale n 13/2020 ha delineato il percorso che i lavoratori “fragili” devono seguire per chiedere l’attivazione della sorveglianza sanitaria speciale. Dopo la visita potranno così essere destinati a svolgere le proprie mansioni in modalità agile oppure potranno essere dichiarati temporaneamente inidonei. Il modello può essere richiesto da tutti scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contattando la sede ANIEF più vicina.
Si è confermato un clamoroso flop la “call veloce”, l’idea del Governo di permettere l’immissione in ruolo fuori la propria provincia o regione (per i vincitori di concorso 2016 e 2018) una volta terminate le assunzioni da GaE e graduatorie di merito. L’apice della mancanza di adesioni alla “chiamata veloce” è toccato al Lazio: l’Ufficio Scolastico Regionale ha destinato a questa modalità innovativa di reclutamento circa 350 posti, ma avrebbero risposto al momento appena 3 insegnanti precari, su una base di 5 mila posti complessivi. Nelle altre regioni è andata solo leggermente meglio.
“I docenti precari – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – hanno da sempre mostrato spirito di sacrificio e massima disponibilità e adattabilità pur di praticare questa professione. Sono passati sulla mancata applicazione della direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sull’assorbimento automatico in ruolo per chi svolge 36 mesi su posto vacante, anche se in percentuale crescente ricorrono dal giudice per recuperare un indennizzo. Tuttavia, non si può chiedere loro di spostarsi di centinaia di chilometri da casa, a volte anche oltre mille, con la prospettiva di non tornare per almeno 60 mesi: un’eternità, che diventa beffarda quando vi sono motivazioni valide per avvicinarsi (di salute o di assistenza figli minori) e posti liberi da coprire anche nella propria classe di concorso.E se proprio si credeva in questa nuova modalità di assunzione, si sarebbe dovuto permettere di aderire anche a chi era inserito nelle graduatorie d’istituto”.