Gli studenti delle superiori come gli universitari, con la mascherina addosso durante tutto il tempo che trascorrono a scuola: anche quando sono seduti al banco e se si supera il metro di distanza dai compagni. È questa l’ipotesi che oggi il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile affronta sul delicato tema dei dispositivi di protezione nelle scuole. Per ridurre i rischi epidemiologici, secondo gli esperti nominati dal Governo vi sarebbe la possibilità di far togliere la protezione dal volto, quando durante le lezioni sono rispettate le distanze, solo agli alunni del primo ciclo e della scuola media. Stop. Il sindacato Anief dice no: chi conosce la scuola, sa che sarebbe molto molto difficile.
Trova applicazione il decreto MI-MUR 90/2020 dal quale si evince che gli atenei autorizzati dal ministero dell’Istruzione hanno l’obbligo di riaprire i bandi per l’ammissione alle prove di accesso al V ciclo TFA specializzante per un periodo pari ad almeno due settimane. La procedura deriva dell’atto interministeriale, che ha recapito le novità introdotte dalla legge 6 giugno 2020 n. 41 di conversione del D.L. 22/2020, a partire dall’ammissione diretta alle prove scritte per l’accesso ai corsi di specializzazione dei docenti che hanno prestato servizio su sostegno nello specifico grado per almeno tre anni, anche non consecutivi. Tra fine settembre e l’inizio di ottobre sono già state fissate le prove preselettive.
Il giovane sindacato Anief sottolinea che il candidato ai corsi specializzanti che otterrà la sufficienza al termine della prova preselettiva o comunque rientrerà nel novero dei posti aggiuntivi richiesti rispetto a quelli banditi e se ha comunque tre anni di servizio dovrà essere ammesso direttamente alla prova scritta. Coloro che hanno svolto tre anni di servizio su posti di sostegno, anche non consecutivi, nello specifico grado per cui vogliano conseguire la specializzazione, dovrebbero invece potere accedere al corso indipendentemente dall'esito delle prove. Anief rimane anche in attesa dell'esito del ricorso sulla contestazione del numero dei 20 mila posti banditi non in base alle effettive esigenze ma all'offerta formativa degli Atenei. È stato infine aperto il ricorso per l’accesso diretto agli scritti a tutti i docenti con tre anni di servizio, anche se prestati tutti o in parte su posto comune o classe di concorso. Si ricorda che è possibile aderire gratuitamente a tutti e tre i ricorsi fino al 5 ottobre sul Portale Anief.
Il decreto “agostano” n. 104 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 agosto scorso- correlato alle situazioni emergenziali del Covid -ha disposto che al personale amministrativo, tecnico e ausiliario non sarà più possibile svolgere lavoro “agile”, come era invece previsto nel decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 263: il sindacato si schiera contro questo provvedimento, perché con un solo atto si negano il diritto alla Salute e al Lavoro.
“Se il decreto 104 non viene modificato – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - quindi non solo non si tutela la salute del lavoratore, diritto imprescindibile sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, ma non viene garantito neanche il diritto al lavoro, anch’esso sancito dalla medesima carta costituzionale. In pratica, si vanno a ledere in questo modo i diritti degli individui in quanto tali e che dovrebbero invece essere garantiti a prescindere dai nuovi decreti, decreti legge e norme varie. Anche in base a quanto ci insegna la nostra Costituzione della Repubblica Italiana, prima nella gerarchia delle fonti del diritto. Ecco perché occorrono modifiche al decreto 104, attraverso emendamenti che anche l’Anief si appresta a far presentare”.
È partita la caccia ai posti rimasti vacanti e disponibili: come previsto dalla Legge 20 dicembre 2019 n. 159, il docente aspirante al ruolo, già iscritto nelle GaE e nelle graduatorie derivanti dai concorsi, è chiamato a scegliere, con modalità telematica su Istanze On Line, la regione per la quale intende esprimere la preferenza e in certi casi anche le province per le quali intende esprimere le preferenze. E comunque chi vuole aderire alla call veloce deve accedere al sistema on line per verificare, nel concreto, in quali province sono disponibili posti per la graduatoria di proprio interesse. Ma il vero vincolo, in caso di assunzione, è un altro: l’obbligo di permanenza per cinque anni nella provincia nella quale si è stati assunti in ruolo, come per le altre assunzioni. “Bloccare la mobilità di un neo assunto per un quinquennio, anche in presenza di motivazioni valide e certificate – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è assurdo, perché prima si offre la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato a seguito delle rinunce e poi si nega la necessità, figlia del dettato costituzionale, di coniugare il diritto al lavoro e alla salute: è una imposizione che non può essere accettata, ancora non riusciamo a comprendere come hanno fatto gli altri sindacati a sottoscrivere dei contratti integrativi che hanno avallato certe imposizioni. Sarebbe opportuno che si ravvedessero per il futuro, quando si spera che finalmente i posti da assegnare siano anche maggiori perché collocati tutti nell’organico di diritto e vengano cancellate le finte cattedre di fatto e quelle su sostegno in deroga ‘ingabbiate per legge’”.
Il sindacato ha avviato una serie di ricorsi per far valere i propri diritti rispetto alla mobilità 2020: per saperne di più e aderire ai ricorsi, clicca qui.
Tra pochi giorni prenderà il via l’operazione di individuazione di precari più grande della storia della scuola pubblica: la sottoscrizione di un numero mai così alto di contratti a tempo determinato, conseguente alle politiche sbagliate sul reclutamento che si sono susseguite nell’ultimo ventennio, con in testa la mancata considerazione della assunzione automatica in presenza di posti vacanti prevista dalla Direttiva 70/99 della Commissione UE. Tempo una settimana e si partirà: la call veloce – scrive Orizzonte Scuola - dovrebbe terminare il 7 settembre (o l’otto, dato lo slittamento di un giorno per la presentazione della domanda). Subito dopo sarà la volta delle graduatorie per le supplenze (GPS): secondo quanto indicato nel cronoprogramma diffuso dal Ministero agli inizi di agosto, dovrebbero essere pubblicate il 1° settembre. Considerando le avvisaglie, per le sedi provinciali dell’amministrazione scolastica saranno giorni difficilissimi: si prevede un numero altissimo di segnalazioni, reclami e richieste di correzione in autotutela, per via dei tanti prevedibili errori di valutazione titoli e di inserimento commessi dall’amministrazione o dal sistema informatico. Anche se la normativa prevede la pubblicazione diretta di graduatorie definitive, Anief ricorda a tutti gli interessati, in caso di difformità nella valutazione delle domande, di inviare reclamo al più presto dopo la pubblicazione delle Gps. Poi c’è il problema del cambiamento in corso delle tabelle di valutazione.
“A questo scopo è molto importante la posizione in graduatoria nelle Gps”, ha detto oggi ad Italia Stampa il presidente Anief Marcello Pacifico. “Noi abbiamo ritenuto di avvalorare il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che è stato negativo sulla nuova tabella di valutazione di determinati titoli, specialmente per quelli che dopo 15 anni sono stati svalutati o per quelli che non sono stati nemmeno presi in considerazione. Ecco perché è ancora possibile, per chi ha presentato la domanda e questi titoli, poter ricorrere entro lunedì 31 agosto, in maniera tale da avere delle risposte dal Tribunale amministrativo, perché dopo 20 anni ancora un volta il Tar rispetto ad un’assenza di una previsione legislativa che legittimi alcuni punteggi o altri, quindi rispetto alla discrezionalità dell’amministrazione, andrà a valutare se questa discrezionalità ha assorbito i principi di ragionevolezza o ha addirittura violato i principi di affidamento di tutti quei precari che erano già inseriti nelle graduatorie d’istituto”.