Potranno accedere al concorso in Trentino i docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 e della laurea in Scienze della formazione acquisita dopo l’a.a. 2013/14: è richiesta l’iscrizione nelle graduatorie di istituto di Trento per il triennio 2017/20 e lo svolgimento di tre anni di servizio negli otto anni scolastici precedenti alla data di presentazione delle domande stabilita dal relativo bando.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La Giunta provinciale si è di fatto impegnata a riservare il concorso ai docenti che hanno già svolto 36 mesi di servizio e non 24 mesi negli otto anni precedenti, a condizione che risultino iscritti per il 2017/2020 nelle graduatorie d’istituto di Trento. Tale previsione, per il nostro sindacato, preclude l’accesso ai ruoli a tantissimi giovani insegnanti abilitati: se non dovesse essere cambiata è chiaro che genererà un nuovo contenzioso presso il tribunale amministrativo e noi saremo ancora una volta al fianco dei candidati docenti danneggiati.
Entro la fine del mese tantissimi maestri abilitati all’insegnamento verranno assunti nei ruoli dello Stato dagli uffici scolastici dove sono collocati nelle GaE, poiché destinatari di uno dei contratti a tempo indeterminato degli oltre 57 mila autorizzati da qualche settimana dal Miur dopo il via libera del Ministero dell’Economia. Quei contratti, tuttavia, saranno comprensivi di “clausola risolutiva” che andrà applicata nel momento in cui si darà “esecuzione alla sentenza di merito” collegata all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso.
C’è però un’ultima possibilità perché ciò non accada: qualora il testo del Milleproroghe licenziato dall’Aula di Palazzo Madama prima della pausa estiva, comprensivo dell’emendamento salva-precari, a prima firma di Loredana De Petris di Liberi e Uguali, fosse approvato a settembre dalla Camera senza modifiche, allora finirebbe il contenzioso pendente presso il tribunale amministrativo per cessazione della materia: con benefici evidenti per i giudici, per le casse dello Stato che non pagherebbe più risarcimenti, per i precari e soprattutto per gli alunni che non si ritroverebbero più con 100 mila docenti l’anno precari che passano da una scuola all’altra andando così a complicare qualsiasi progetto di continuità didattica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Approvando quella norma salva-precari, sarebbero confermati nei ruoli tutti i maestri assunti con riserva. E si darebbe finalmente una vera speranza di stabilizzazione ad altri 100 mila precari abilitati, anche della scuola superiore, ad oggi relegati in seconda fascia d’istituto con l’unica prospettiva di accettare solo supplenze per pochi giorni. Sono anche queste le ragioni che porteranno il popolo della scuola a farsi ascoltare in Piazza del Parlamento a Roma, il prossimo 11 settembre, nel giorno dello sciopero proclamato dal nostro giovane sindacato autonomo e già ratificato dalla Commissione di garanzia preposta.
Parte la campagna di formazione su “I miei primi 30 giorni da Dirigente Scolastico”. Previsto un incontro residenziale riservato agli iscritti prima del 1 settembre 2018 relativo alle attività da porre in essere il primo giorno di servizio e 13 incontri webinar con un team di formatori specializzato composto da DS in servizio e quiescenza, DSGA, ex provveditori e funzionari dell’amministrazione. Invia la scheda di partecipazione entro giorno 25 a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il mestiere del dirigente scolastico è mirabile ma, allo stesso tempo, certamente complesso e impegnativo; oggi più che mai è fondamentale che il nuovo DS sia preparato alla realtà della scuola da un'altra prospettiva, visto che spesso l’ha vissuta come vicepreside o professore.
Marcello Pacifico: Se qualcuno pensa che aver superato questo concorso sia sufficiente per dirigere ottimamente una scuola allora si illude. In qualità di Presidente di Udir ho chiesto ad Eurosofia di attivare immediatamente corsi qualificanti per l’immissione in servizio dei dirigenti che usciranno da questo concorso: il taglio sarà dinamico, con una particolare attenzione all’operatività concreta e ai casi reali, oltre all’analisi di situazioni effettive. Non pensiamo certo a corsi teorici che i candidati al ruolo hanno già ampiamente seguito per la preparazione. Il nostro intento è formare i nuovi dirigenti alle criticità della scuola fin da subito, in modo da evitare errori iniziali che potrebbero compromettere la loro carriera. Ancora una volta Udir si pone a disposizione della categoria cercando di prevenire i disagi e fornire tutti gli strumenti per una corretta gestione della scuola.
Programma degli incontri webinar “I miei primi 30 giorni”
Il mio primo giorno da dirigente
Le dimensioni della progettualità scolastica e i relativi atti di indirizzo (PTOF, PdM, PAI, Piano di formazione)
L’attività contrattuale
L’accesso agli atti e trasparenza
La gestione del contenzioso
La gestione del personale
Strumenti e procedure di valorizzazione del personale
La gestione amministrativo – contabile
Compiti degli Organi impegnati nella gestione
Le procedure anticorruzione
La gestione della sicurezza
Responsabilità del Dirigente Scolastico
Le modalità di gestione dell’organico dell’autonomia e di potenziamento
L’organismo di giudici sovranazionali dovrà decidere sulla causa C-466/17 Motter e sulla compatibilità del Testo Unico sulla Scuola con il diritto comunitario. Il parere dei giudici sovranazionali potrebbe così diventare l’atteso spartiacque: se verranno accolte le tesi dei legali di Anief, come già avviene presso diverse Corti di Appello italiane, tutti i decreti di ricostruzione di carriera emessi negli ultimi dieci anni dovranno infatti essere impugnati al fine di riconoscere per intero, fin da subito, tutto il servizio pre-ruolo superiore ai primi quattro anni, con evidenti ed inevitabili ricadute sul Contratto collettivo nazionale di lavoro e sulle graduatorie interne d’istituto per l’individuazione degli insegnanti sovrannumerari.
La Corte dovrà quindi vagliare se il principio di non discriminazione ex clausola 4 accordo quadro osti a una norma interna, quale quella dettata dall’art. 485 co.1 d.lgs. 16.4.1994, n. 297, la quale dispone che, ai fini della determinazione dell’anzianità di servizio al momento dell’immissione in ruolo con contratto a tempo indeterminato, fino a quattro anni il computo dei servizi svolti a tempo determinato si effettua per intero, mentre per quelli ulteriori si riduce di un terzo a fini giuridici e di due terzi a fini economici. E ciò in ragione della mancanza, allo scopo dello svolgimento di lavoro a tempo determinato, di un’iniziale verifica oggettiva della professionalità, mediante concorso pubblico, con esito positivo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): In questi anni di applicazione della norma prevista dal Testo Unico della scuola, si è di fatto deciso di punire due volte i lavoratori con un alto numero di anni svolti come supplenti prima di entrare in ruolo: alla lunga ed estenuante attesa si è aggiunta la beffa della riduzione stipendiale, come se il protrarsi del precariato fosse da arrecare al dipendente e non ad un’amministrazione pubblica sorda alle richieste di stabilizzazione provenienti dalla stessa Unione Europea ormai da vent’anni attraverso la direttiva comunitaria 70/1999. Ecco perché diventa centrale l’espressione del 20 settembre: potrebbe dare il la ad una modifica sostanziale di tutta la normativa che regola le ricostruzioni di carriera del personale, nonché la contrattazione interna che pone in essere, sotto varie forme, questa e altre palesi discriminazioni.
Entreranno in vigore dal prossimo 1° gennaio 2019 delle novità che comporteranno una maggiore permanenza, di 5 mesi, nel mercato del lavoro da parte dei lavoratori prima di poter avere diritto alla pensione nel biennio 2019-2020. L'Inps certifica lo slittamento dell'età pensionabile nel prossimo biennio per effetto della speranza di vita. La Circolare 62/2018, pubblicata dall'Istituto di Previdenza, rivede al rialzo tutti i requisiti per conseguire la pensione per i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria, in sintonia con quanto previsto dal decreto del Ministero del Lavoro.