A soli due mesi dall’ultimo voto per l’individuazione triennale delle Rsu, il giovane sindacato autonomo ha raddoppiato i consensi dei docenti. Raggiungendo, nelle scuole medie e superiori oltre l’8 per cento delle preferenze. In tutto, sono quasi 23 mila i voti espressi all’Anief, per la prima volta presente a queste elezioni, rispetto ai 450 mila voti espressi negli 8.500 istituti scolastici. Passo indietro dei sindacati rappresentativi: perdono quasi il 15 per cento dei voti raccolti in occasione delle elezioni Rsu di inizio marzo 2015.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il personale della scuola, quando è messo nelle condizioni di poter esprimere il proprio voto per la sigla che più lo rappresenta, non ai candidati locali, ha le idee chiare. È un segnale che va colto, se si vuole giungere ad un’equa rappresentanza.
Sono stati emessi in queste ore i risultati sul rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, derivante dai voti espressi in tutte le scuole italiane da oltre 450mila lavoratori della scuola chiamati alle urne lo scorso 28 aprile: i dati definitivi premiano l’azione dell’Anief, che a soli due mesi dell’individuazione triennale delle Rsu d’Istituto, ha praticamente raddoppiato i consensi dei docenti. Raggiungendo, nelle scuole medie e superiori, oltre l’8 per cento delle preferenze.
Ma il giovane sindacato ha ottenuto una buona affermazione anche nella scuola primaria, dove la lista è stata sub iudice fino a pochi giorni dal voto. E pure per il personale Ata, con valori sopra il 3 per cento. Esordio discreto pure nella lista dirigenti, con 60 preferenze per l’Anief. In tutto, sono quasi 23 mila i voti espressi per l’Anief, per la prima volta presente a queste elezioni, rispetto ai 450 mila voti espressi a livello complessivo all’interno degli 8.500 istituti scolastici autonomi sparsi per il territorio nazionale. I sindacati rappresentativi perdono, invece, quasi il 15 per cento dei voti raccolti pochi giorni prima.
Il sistema previsto per l’individuazione del Cspi, che premia il voto nazionale, chiedendo al lavoratore di individuare la lista sindacale e non i candidati in ciascuna scuola, invece previsti per le Rsu, garantisce quindi una maggiore democrazia. Ma non basta. Perché altri due sindacati, al di là dei dati certificati dall’ARAN, potrebbero vantare a giusto titolo il diritto a essere considerati rappresentativi in base ai voti ricevuti.
“È un segnale che va colto, se si vuole giungere ad un’equa rappresentanza – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief -. In assoluto, anche se l’astensionismo è risultato davvero alto, il segnale che arriva da queste elezioni è incoraggiante. Perché indica che il personale docente, dirigente e Ata della scuola, quando è messo nelle condizioni di poter esprimere il proprio voto alla sigla che più lo rappresenta, pur in presenza di una campagna elettorale iniziata in ritardo, ha le idee chiare. Il voto della campagna Rsu è infatti più legato ai candidati locali. E proprio in base all’esito del rinnovo del Cspi, attraverso un’attenta lettura dei risultati finali, si conferma quanto i sindacati emergenti come il nostro sostengono da tempo: vanno riscritte le regole sulla rappresentanza dei lavoratori”, conclude il leader dell’Anief.
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