Nel disegno di legge contenente la riforma del settore scolastico sono previste oltre 100mila assunzioni, ma nemmeno una riguarda amministrativi, tecnici e ausiliari precari. Eppure la scuola dell'autonomia conferisce alla categoria sempre più competenze e responsabilità: vi sono almeno 10mila posti vacanti, su cui vanno collocati a tempo indeterminato altrettanti dipendenti non di ruolo con più di 36 mesi di servizio. Su questo punto la Curia europea si è espressa in modo inequivocabile, ma visto che l'Esecutivo non vuole cambiare rotta il sindacato è costretto a portare la problematica in piazza, davanti alla Camera, confluendo con la protesta di Usb e Unicobas. Per l’occasione, Anief ricorderà anche i tanti punti che sviliscono la categoria. A tal fine, metterà a disposizione dei lavoratori di tutte le scuole italiane una serie di pullman per raggiungere da ogni Regione la capitale, dove i manifestanti confluiranno in piazza Montecitorio.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): per la Corte di Giustizia europea l’abuso di precariato va interrotto per tutto il personale. Perché i dipendenti sono tutti uguali, non ci sono primi e ultimi.
Il Governo considera gli Ata della scuola dei 'paria': una categoria a parte, che non merita di essere considerata nel piano di assunzioni previsto dal disegno di legge sulla "Buona Scuola". Stiamo assistendo ad un comportamento inspiegabile, perché la scuola dell'autonomia conferisce a questa preziosa categoria sempre più competenze e responsabilità. Poiché vi sono almeno 10mila posti vacanti, su cui vanno collocati a tempo indeterminato altrettanti dipendenti precari con almeno 36 mesi di servizio, occorre includere nel piano di assunzioni anche loro.
Non si tratta di un'opinione ma di punto fermo su cui la Curia europea, a fine novembre, si è espressa in modo inequivocabile: la Corte europea, infatti, impone l’assunzione di chi ha prestato servizio per più di tre anni, anche non continuativi, su posto vacante. È tutto dire, poi, che per il personale Ata c’è in atto un’azione della Commissione europea, che ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora il 14 marzo 2011: una procedura di infrazione (la 2010/2124), che deriva proprio dal non corretto recepimento della direttiva 1999/70/CE relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato.
Contro l’assenza di assunzioni per il personale Ata, nel ddl di riforma, Anief non ci sta. A questo punto, con il testo appena giunto all'esame del Parlamento, il giovane sindacato ha deciso di dare una risposta forte ricorrendo allo sciopero: per dare maggiore forza alla protesta, ha quindi deciso di far confluire il già annunciato sciopero del 10 aprile su quello del 24 aprile prossimo, quando ad incrociare le braccia saranno anche altre sigle sindacali, Usb e Unicobas, per tutto il personale della scuola. Per l’occasione, Anief metterà a disposizione dei lavoratori una serie di pullman per raggiungere da ogni Regione la capitale, dove i manifestanti confluiranno in piazza Montecitorio. Per prenotare i posti è necessario inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, ricorda che ammontano “fino a 9 miliardi i risarcimenti da restituire a tutti i precari, docenti compresi, e non possono di certo bastare i pochi milioni previsti dal ddl di riforma, che servono appena compensare primi i vincitori del ricorso Anief. Perché, ci insegna la sentenza della stessa Corte di Giustizia europea del 26 novembre scorso, il problema non è più circoscritto ad una fetta di personale, ma a tutto. Nella scuola come nella pubblica amministrazione. Perché i dipendenti sono tutti uguali, non ci sono primi e ultimi”.
La protesta del 24 aprile sarà l’occasione non solo per sensibilizzare parlamentari ed opinione pubblica sulle mancate immissioni in ruolo degli Ata, ma anche per ricordare le tante ingiustizie che questa categoria di personale è destinata a subire, anche attraverso l’approvazione della riforma già approvata in Consiglio dei ministri. Come l’eliminazione delle supplenze, che oltre a determinare sicuri disservizi nelle segreterie scolastiche, la cui applicazione metterebbe a rischio la sicurezza e la vigilanza degli alunni. Ma anche a seguito dell’eliminazione di altri 2mila posti da amministrativo, tecnico e ausiliario, prevista dalla Legge di Stabilità 2015, dopo che in un solo triennio ne sono stati cancellati altri 47mila.
Il sindacato, che si fa portavoce del personale ascoltato nel corso di centinaia di incontri tenuti negli scorsi mesi dall’Anief all’interno delle scuole, in occasione del rinnovo delle Rsu, non accetta poi i pochi risarcimenti previsti dal disegno di legge come indennizzo per le mancate assunzioni passate: perché 10 milioni di euro bastano soltanto per risarcire i ricorrenti Anief e migliaia di precari rimarranno senza tutele. Come si oppone al blocco degli scatti di anzianità per i neo immessi in ruolo, considerando che non può essere violato il principio della parità retributiva. Ma dice basta anche alla “furbesca” pratica ministeriale di trasformare migliaia e migliaia di posti liberi in supplenze limitate al 30 giugno, anziché al 31 agosto, al fine di non considerarli in organico di diritto utili alle immissioni in ruolo. Ecco perché, dopo il successo dello sciopero del personale precario docenti, svolto martedì 17 marzo, con un quinto delle adesioni all’iniziativa sul totale di supplenti annuali, l’Anief ha deciso di tornare in piazza il 24 aprile prossimo.
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