Il 15 febbraio è scaduto il termine di prorogatio delle precedenti nomine. Con i funzionari in procinto di essere incaricati, tra cui 50 vincitori di concorsi e i rimanenti dipendenti Miur ex esecutivi, sono stati formati con un corso-base di appena 42 ore di didattica. Inoltre, sulla materia il Ministero sta esercitando una politica di anti-trasparenza. In ballo ci sono i bilanci delle scuole, con centinaia di migliaia di euro di bilancio da accertare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sollecitiamo l’amministrazione ad intervenire in tempi strettissimi, perché le scuole necessitano di revisori dei conti all’altezza, con adeguata professionalità, né si può pensare di delegare quasi in toto il compito agli esperti individuati dal Mef. In caso contrario, ci ritroveremmo nella stessa situazione denunciata un paio d’anni fa: situazioni di incertezza sui fondi utili al funzionamento della scuola e momentanea assenza di uno dei due titolari, della culpa in vigilando e della segnalazione all’USR di una nomina di un eventuale commissario ad acta in caso di inopportuno utilizzo delle somme.
I controlli sulla regolarità amministrativo-contabile delle scuole lasciano sempre più a desiderare: da un paio di giorni, gli istituti sono orfani dei revisori dei conti nominati dal Miur, essendo scaduto, il 15 febbraio, il termine di prorogatio (45 giorni) delle precedenti nomine. Inoltre, tra i funzionari in procinto di essere incaricati, ne figurano circa 300, tra cui 50 vincitori di concorsi e i rimanenti dipendenti Miur ex esecutivi, privi di adeguata esperienza e formati con un corso base di appena 42 ore di didattica. Come se non bastasse, sulla materia il Miur sta esercitando una politica di anti-trasparenza.
La situazione è precipitata in questi ultimi giorni. Perché con l’approssimarsi della scadenza degli incarichi di revisore al 31 dicembre scorso, l’amministrazione, attraverso unalettera a firma del direttore generale delle risorse umane e finanziarie del 13 ottobre 2015, invitava gli aspiranti revisori a presentare domanda on line ai fini di procedere all’aggiornamento dell’elenco degli aspiranti revisori e della relativa nomina per il triennio 2016-2018. Successivamente, a fine anno, sono state presentate delle proposte ai singoli dipendenti, ma ciò è avvenuto senza nessun criterio di trasparenza: né sul numero delle proposte né sui criteri di scelta adottati.
“Tale circostanza desta sicuramente preoccupazione – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – perché da notizie attendibili sarebbero state fatte designazioni senza tener conto della prescritta adeguata professionalità. Che non ci danno alcuna garanzia sul fronte dell’efficacia dei controlli. Ad esempio, non sembra che l’amministrazione abbia tenuto conto, stilando apposite graduatorie con indicazioni analitiche dei titoli e delle esperienze lavorative svolte, dell’iscrizione nel registro dei revisori, della professionalità accertata dallo svolgimento di incarichi revisorili per più mandati, dell’aver svolto il ruolo revisore presso istituti scolastici con peculiari caratteristiche, quali possono essere le aziende agrarie, i convitti e gli istituti alberghieri”.
“Sempre in base a quanto ci risulta – prosegue Pacifico -, il Miur si accinge ad inviare nelle scuole, per le verifiche di rito, circa 300 neo dipendenti, vincitori di concorso e amministrativi che hanno usufruito di progressioni di aree, privi di adeguata professionalità: costoro, infatti, hanno partecipato solo ad un corso per la formazione di base di revisore della durata di una settimana. Si ritroveranno, senza aver di fatto mai svolto questo lavoro o affiancato un professionista, a vedersi attribuite in media tre scuole a testa. Ognuna delle quali gestisce bilanci nell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Mentre dei dipendenti sicuramente con maggiori professionalità sulla gestione ammnistrativo-contabile saranno lasciati negli uffici”.
“Ci sentiamo in dovere di sollecitare l’amministrazione – dice ancora il presidente Anief e sindacalista Cisal – perché si tratta di una vicenda che va chiarita e regolarizzata in tempi strettissimi: le scuole necessitano di revisori dei conti all’altezza della situazione, con adeguata professionalità, né si può pensare di delegare quasi in toto il compito agli esperti individuati dal Ministero dell’Economia. In caso contrario, ci ritroveremmo nella stessa situazione denunciata dall’Anief un paio di anni fa: quella di andare incontro a situazioni di incertezza di bilancio per il funzionamento della scuola e momentanea assenza di uno dei due titolari, della culpa in vigilando e della segnalazione all’USR di una nomina di un eventuale commissario ad acta in caso di illecito o inopportuno utilizzo dei fondi della scuola”.
Perché occorre regolarizzare in fretta la gestione contabile-amministrativa delle scuole
La materia è affidata ai revisori dei conti la cui funzione e l’esercizio dell’attività è individuata dagli artt. 57 e 58 dal D.I. n. 44 del 2001, regolamento di contabilità degli istituti scolastici (in G.U.n. 57 del 09/03/2001 – Suppl.Ordinario n. 49 in vigore dal 01/01/2002). In particolare, l’art. 57 disciplinava la composizione del Collegio dei revisori dei conti (n. 3 membri dotati di adeguata professionalità) e la competenza e durata della nomina in 3 anni.
La predetta composizione è stata riformata per effetto della Legge 27/12/2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) - in G.U. n. 299 del 27/12/2006 - Supplemento ordinario n. 244 –che all’art. 1, comma 616, la quale ha previsto “il riscontro di regolarita' amministrativa e contabile presso le istituzioni scolastiche statali e' effettuato da due revisori dei conti, nominati dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Ministro della pubblica istruzione, con riferimento agli ambiti territoriali scolastici.”.
L’allora Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, con direttiva n. 102 del 30/12/2010, peraltro mai sottoposta al visto di legittimità, ha regolamentato l’attività istruttoria del procedimento di nomina e revoca dei revisori dei conti presso le istituzioni scolastiche e l’attività degli stessi. L’art. 1 ribadisce che i revisori del miur sono individuati fra il personale dipendente dell’amministrazione centrale e periferica con esclusione del comparto scuola e chiarisce la qualificazione di adeguata professionalità che si intende soddisfatta qualora il dipendente abbia consuetudine a trattare i temi legati alla revisione dei conti ed al bilancio o sia iscritto al registro dei revisori contabili (comma 1). Il comma 2 prevede i revisori esterni in assenza del personale dipendente purché iscritti nel registro dei revisori contabili. L’art. 4 e l’art. 6 prevedono, ai fini del contenimento della spesa, la designazione dei revisori in ambiti scolastici (revisorili) appartenenti alla stessa regione in cui sono residenti ed il numero massimo degli incarichi e le relative deroghe. In proposito l’Anief faceva un apposito comunicato stampa per spiegare le varie contraddizioni e illegittimità.
L’anno scorso, in data 08/01/2015 è stata consegnata alle OO.SS. del comparto ministeri la nuova direttiva Miur per il conferimento degli incarichi quali revisori dei conti. Di tale direttiva si sono perse le tracce. Molto probabilmente era scomoda in quanto avrebbe disciplinato con trasparenza la designazione dei revisori dei conti oltre che per le scuole anche per le Università, le Istituzioni di Alta formazione musicale e coreutica, gli enti di ricerca, i consorzi e le fondazioni sottoposte a vigilanza ministeriale, individuando i requisiti professionali dei dipendenti , il numero massimo degli incarichi e una procedura di designazione priva di discrezionalità (estrazione a sorteggio).