L’esposizione avverrà davanti alle Commissioni Istruzione di Senato e Camera, in seduta congiunta. Tutto il mondo della scuola è interessato all’intervento del Ministro Fedeli, perché in ballo ci sono diverse questioni aperte: sulla gestione dei precari e sulle loro assunzioni, sulla mobilità del personale, sulle assunzioni, sui concorsi, oltre che su diverse modifiche della Legge 107/15 e sull’impellenza di sottoscrivere un rinnovo contrattuale con risorse vere e non risibili. L’opportunità per metterci mano arriva attraverso la versione definitiva del decreto Milleproroghe e dei decreti delegati della Legge di riforma 107/2015, entrambi in questi giorni all’esame delle commissioni parlamentari del Senato.
Le modifiche da apportare riguardano diversi punti, a partire dall'inserimento degli abilitati post 2011 nella fascia aggiuntiva GaE; dal reclutamento di 20mila Ata e 8mila maestri d’infanzia, alla stabilizzazione di 500 educatori in organico potenziato; dal reclutamento dei vincitori dell'ultimo ‘concorsone’, alla validità delle Graduatorie di merito dove inserire gli idonei all'organizzazione di prove suppletive dello stesso concorso per i candidati laureati o educatori ricorrenti; dall'estensione del corso-concorso per presidi ai ricorrenti del 2011, alla cancellazione del limite di 36 mesi di servizio per la stipula di contratti a termine. Vanno assunti a tempo indeterminato i ricercatori e urge prorogare il blocco di distacchi e comandi di docenti e personale Ata presso enti e Università. Anief ha anche indicato come emendare le otto deleghe della “Buona Scuola”, già approvate in CdM il 14 gennaio, sulle quali è stata iniziata una corsa contro il tempo per la loro stesura definitiva.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se davvero si vuole dare un segnale di discontinuità con la politica del Governo che ha prodotto la riforma più contestata della storia della Repubblica, questo è il momento giusto. Il Parlamento, infatti, può andare a correggere le tante norme sbagliate della Legge 107, ora confermate con i testi delle leggi delega. Le commissioni di Camera e Senato non possono limitarsi ad ascoltare le indicazioni di chi la scuola la conosce, perché la vive tutti i giorni, ma hanno il dovere di dare seguito a chi chiede solo di migliorare l’offerta formativa attraverso un’organizzazione finalmente orientata alla sua promozione e non esclusivamente alla salvaguardia dei conti pubblici come, invece, è stato fatto sistematicamente negli ultimi anni.