Proclamazione stato d’agitazione del personale docente a tempo indeterminato e determinato delle Istituzioni scolastiche ed educative e ipotesi di sciopero nazionale

La scrivente Organizzazione Sindacale PROCLAMA lo stato d’agitazione del personale docente e ata a tempo indeterminato e determinato delle istituzioni scolastiche ed educative (comparto scuola) e IPOTIZZA una giornata nazionale di sciopero.

 

 

Pertanto, si chiede l’avvio della preventiva procedura di raffreddamento e di conciliazione, come previsto dall’art. 1 c. 4 della Legge 83/00, di modifica dell’art. 2 c. 2 della Legge 146/90 in materia di diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

I regolamenti attuativi della legge 133/2008 hanno previsto un piano di dimensionamento della rete scolastica che sta riducendo in un triennio un decimo del personale in servizio, per un totale di 100.000 posti di lavoro tagliati a discapito della qualità e della continuità della didattica.

Il blocco del turn-over combinato con l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne produce un costante invecchiamento del personale scolastico che, ormai, supera l’età media di 50 anni, classificandosi al primo posto nel mondo.

Nonostante la legge 296/2006 abbia previsto un piano programmatico di assunzione di 180.000 unità di personale docente e ata nel triennio 2007-2010, l’ultimo D.M. ha disposto l’immissione in ruolo per il 2010-2011 di sole 16.000 unità, non risolvendo né il problema del precariato né il ricambio generazionale.

La legge 167/09, introducendo le liste prioritarie per l’affidamento degli incarichi e intervendo nei processi in corso che avevano visto soccombente la pubblica amministrazione in sede cautelare, sta turbando il sereno avvio anche del nuovo anno scolastico e il sistema consolidato di attribuzione degli incarichi dalle graduatorie ad esaurimento e dalle graduatorie d’istituto.

La costante violazione nel comparto del pubblico impiego relativo al personale scolastico della direttiva della comunità europea n. 1999/70/CE, recante accordo quadro sul personale a tempo determinato, amplia a dismisura il fenomeno del precariato senza prevederne una stabilizzazione, come previsto, eppure, dal decreto legislativo n. 368/01. I posti in organico di diritto vengono adeguati agli organici di fatto, invece, di essere messi in ruolo, anzi, sono assegnati in moltissimi casi al 30 giugno invece che al 31 agosto, pur essendo vacanti e disponibili. Il personale docente e ata che ha avuto tre anni di incarico a tempo determinato anche non continuativi, pur avendo superato un pubblico concorso per titoli ed esami, continua a essere chiamato come supplente, mentre gli stessi supplenti continuano a ricevere ogni anno lo stesso stipendio iniziale a differenza dei docenti di religione e del personale di ruolo, senza alcun riconoscimento dell’anzianità di servizio.   

Anche sull’attivazione di posti in deroga di sostegno dopo la sentenza n. 80/2010 della corte costituzionale, nulla sembra essere cambiato, mentre lo stesso reclutamento dalle graduatorie ad esaurimento sta avvenendo in spregio al diritto riconosciuto dalla magistratura amministrativa al personale docente ricorrente riguardo alla libera mobilità, alla scelta della dichiarazione dei punteggi all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, alla valutazione di alcuni titoli, come riconosciuto dalla giurisprudenza a seguito del contenzioso seriale promosso nei tribunali.

Né la situazione è migliore per quel fortunato personale di ruolo che non ha perso la cattedra a seguito dei tagli, visto che ogni ipotesi di carriera è sempre evocata, anche nell’ultimo CCNL 2006-2009, salvo cadere nel dimenticatoio al momento di una sua realizzazione; stessa cosa per un’area separata di contrattazione per il personale docente, ancora non prevista dallo stesso Contratto. Mentre, permane nel Contratto integrativo di mobilità una palese disparità di trattamento per il personale docente in possesso del titolo di specializzazione SSIS, e del personale che ha prestato gratuitamente servizio come tutor o supervisore presso le SSIS. Quest’ultima categoria di docenti, d’altronde, dopo anni di onorato servizio è costretta a ritornare in classe, a perdere il semiesonero e a disperdere la professionalità acquisita.

L’utilizzo degli LSU al luogo di personale qualificato nell’organico di diritto, poi, priva la scuola di professionalità adeguata e acuisce la dimensione dei tagli al personale precario, violando la stessa contrattazione. La manovra correttiva, di contro, ha bloccato gli scatti di anzianità anche per il personale di ruolo per il prossimo triennio. Il regolamento sulla formazione iniziale non è stato ancora emanato e i supervisori in servizio non sono confermati. Le risorse risparmiate dai tagli inferti, che ancora non sono stati bloccati, non sono state allocate né legate a reali meccanismi che premino la professione docente. Si prospetta un nuovo reclutamento legato alla realtà regionale e alla chiamata diretta da parte dei dirigenti. Il rinnovo del Contratto è saltato per il prossimo triennio.

Le elezioni RSU sono state rinviate; la rappresentanza delle OO. SS. firmatarie del CCNL 2006-2009, invece, è stata prorogata per legge mentre ancora l’amministrazione centrale si rifiuta di dare sistematicamente l’informativa richiesta, prevista dalla legge, a questa organizzazione sindacale, al punto che riteniamo si possa profilare un duro colpo alle regole della democrazia e della rappresentanza, e si possa mettere a rischio tutto il modello di relazioni sindacali.

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