Ben il 61,43% dei posti è concentrato, invece, nell’area Centro-Nord, tra la Lombardia, il Piemonte, il Veneto. Come se non bastasse, i posti che il Miur ha individuato per le assunzioni, in alcuni casi, risultano in misura inferiore rispetto a quelli effettivamente liberi: sembra che l’accantonamento sia stato attuato, in modo cautelativo, laddove vi sono dei contenziosi in corso, relativi principalmente ai ricorsi al giudice del lavoro presentati dai docenti di ruolo collocati dall’algoritmo impazzito su ambiti con ogni probabilità errati. Inoltre, dal Lazio in giù, fino alla Sicilia compresa, non è rimasto nemmeno un posto di scuola elementare. Lo stesso vale per le cattedre riservate ai docenti specializzati per l’insegnamento ai disabili: in 14 regioni, con migliaia di posti in origine messi a concorso, sono rimaste la miseria di tre cattedre libere.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un disastro, da un incrocio delle disponibilità e dei docenti vincitori di concorso o rimasti in GaE risulta che vi sono anche posti disponibili in province dove non figurano candidati della stessa classe di concorso. In pratica, poiché non c’è stato uno straccio di programmazione ministeriale risulta che dove ci sono i posti mancano i docenti e, dove ci sono insegnanti vincitori di concorso o inseriti in GaE, non ci sono più cattedre. Il futuro non promette nulla di buono, perché abbiamo un turn over fortemente rallentato, per colpa della riforma Fornero. Senza contare che i posti che si libereranno, anche nei prossimi anni, saranno ad appannaggio di chi chiede trasferimento: un’operazione che precede sempre le immissioni in ruolo. La verità è che anche la partita delle stabilizzazioni dei docenti è stata gestita in modo pessimo; sempre a spese dei docenti, stavolta pure vincitori del concorso, ai quali non rimane altro che fare ricorso al Tar.
I dirigenti sostengono che la norma sia di interpretazione ambigua e che non ci siano le condizioni per l’assunzione di precari che abbiano già maturato 36 mesi di servizio su posti vacanti. Di conseguenza, ad alcuni docenti incaricati annuali di IRC, è stato chiesto di non partecipare ai lavori scolastici fino a quando non ci sarà un chiarimento. Lo stesso vale per i docenti di altre classi di concorso e nelle stesse condizioni. “L’Amministrazione ha, in effetti, già diramato il chiarimento ma evidentemente continua a essere ancora ambiguo, dal momento che sta dando luogo a interpretazioni diverse”. Quello che non dovrebbe essere messo in dubbio è che la norma fa riferimento ai soli “posti vacanti e disponibili e le altre tipologie di supplenza non sono messe in discussione”. Inoltre, “a rigore la norma non può essere retroattiva”.
Per il giovane sindacato il rifiuto dei dirigenti cesenati di stipulare contratti annuali non ha alcun fondamento giuridico. Prima di tutto perché il comma 131, art. 1, della Legge 107/2015 fa riferimento esclusivamente alle nomine annuali sino al 31 agosto. Solo che da quest’anno quelle cattedre, relative ai posti vacanti e disponibili, vanno assegnate esclusivamente a personale docente già di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se è vero che il Ds decide di "stoppare" i supplenti, poiché questi hanno superato i tre anni di servizio anche non continuativo, come confermato dalla Corte di Giustizia Europea, allora questi docenti non devono fare altro che chiamare con celerità la sede territoriale Anief a loro più vicina e avviare immediato ricorso per essere immessi in ruolo.
Pubblichiamo alcuni articoli sul concorso "truffa" e i posti "scomparsi" dopo il concorso a cattedra 2016.
Anief sostiene tutti quei docenti che, con l’inizio del nuovo anno scolastico, hanno avviato le proteste a seguito dell’ingiusta decisione presa in parlamento a inizio 2016 dal partito di maggioranza, attraverso il decreto Milleproroghe, di spostare in avanti di due anni la “finestra” di aggiornamento delle GaE per evitare gli spostamenti di provincia. Rispettando la scadenza naturale e la loro riapertura a inizio 2017, si darebbe modo agli oltre 40mila docenti abilitati supplenti che ancora vi risiedono di incrementare il punteggio e, soprattutto, di verificare quali siano le province con più opportunità di lavoro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la verità è che bisognava consentire l’aggiornamento annuale delle graduatorie ad esaurimento, nonché l’inserimento di tutto il personale abilitato e già presente nelle graduatorie d’Istituto, come già disposto vent’anni fa quando la scuola funzionava. Altrimenti, si creano i presupposti per ripetere l’errore fatto in questi giorni con il Concorso a cattedra che ha prodotto dei vincitori in regioni prive di posti vacanti: in questo caso, il Miur ha dimenticato di accantonare i posti, esponendosi al ricorso; nel caso degli abilitati in GaE, costringe loro a lavorare dove non ci sono più cattedre libere. Poi ci chiediamo perché il 70-80 per cento delle 100mila supplenze annuali sono decretate da graduatoria d’Istituto.
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