Sta vivendo un secondo dramma professionale e personale la professoressa palermitana Rosa Maria Dell’Aria, dell’Istituto Vittorio Emanuele III di Palermo: prima sanzionata dall’Ufficio scolastico provinciale del capoluogo siciliano, con sospensione dal servizio e dimezzamento dello stipendio dall’11 al 25 maggio scorsi, “per non aver vigilato” sul lavoro svolto a fine gennaio 2019 da alcuni suoi studenti in occasione della Giornata della Memoria, quando avevano prodotto del materiale in cui si faceva un parallelismo tra le norme della legge Sicurezza, voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini lo scorso autunno, e le leggi razziali; ora, la donna è anche vittima della burocrazia. Inoltre, rimangono sempre da chiarire le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, il quale ha detto di non essere “stato interessato né nell’avvio né nella conclusione dell’iter”, mentre ora si scopre che sapeva tutto.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è ora di finirla con gli accordi-spot che gli alti rappresentanti del Governo in carica continuano a prendere con gli attori protagonisti della scuola. L’impegno preso a Palermo, nel giorno della memoria delle stragi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vale più di un accordo sottoscritto nero su bianco. Ancora di più, perché il ministero dell’Istruzione ha sollecitato l’Usr Sicilia a prendere in esame la situazione, dopo la segnalazione sui social da parte di un attivista della Lega. Occorre cancellare quell’atto immotivato della sospensione dal servizio, che rappresenta una grave lesione alla libertà di insegnamento di tutto il corpo docente italiano. Preoccupa, inoltre, che la mancata attuazione di quanto sottoscritto sembra essere un modus operandi di questo Governo. E noi non possiamo accettarlo”.