La rivista specializzata ha interpellato il presidente nazionale Anief, prof. Marcello Pacifico, su vari argomenti, tra cui lo sciopero dei sindacati previsto per il 17 maggio e la convocazione a Palazzo Chigi del 23 aprile
Ma si continua a dimenticare il dato ottenuto da Anief alle ultime elezioni Rsu, ad un anno dal voto quando il sindacato ha superato la soglia della rappresentatività. Il Governo, inoltre, ha confermato nel Def il taglio progressivo delle risorse al settore dell'istruzione e della ricerca, a dispetto della perdita di mille euro del potere d'acquisto degli stipendi del personale docente italiano e a fronte di aumenti di 8 mila euro di quello francese. L'indennità di vacanza contrattuale, anche se sbloccata dal corrente mese, non copre il costo dell'inflazione aumentato di ulteriori dieci punti rispetto agli ultimi incrementi stipendiali. Marcello Pacifico (Anief): Serve una nuova riorganizzazione delle risorse, a partire dall'accantonamento di un punto percentuale di Pil e di quel 30% dei risparmi sui tagli. Anief ha pronto la ricetta ma se il ministro della PA, Gulia Bongiorno, non dà il via all'atto di indirizzo per il rinnovo del CCNQ si rischia di iniziare le trattative non con tutte le parti sociali in campo violando la volontà degli elettori e le norme di settore.
Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, organismo super partes deputato ad esprimersi su questioni tecnico-politiche della scuola, suggerisce al Miur un piano straordinario per la copertura di tutti i posti vacanti, con la possibilità di trasferire gli idonei in graduatorie di merito di altre regioni e auspica una soluzione per i precari con 36 mesi. Marcello Pacifico, presidente Anief, risponde ricordando come l'unica soluzione sia la riapertura del doppio canale di reclutamento, attraverso la stessa riapertura annuale delle ex graduatorie permanenti e rapidi corsi abilitanti per il personale in servizio di ruolo o a tempo determinato.
In alcuni casi è un atto unilaterale del dirigente. Il presidente Pacifico (Anief): Non appena con la firma del CCNQ attesteranno la nostra rappresentatività vigileremo in ogni scuola riprendendo l'operazione verità su organici, personale e risorse. Nel frattempo, continuiamo a raccogliere le candidatura per diventare terminale associativo del nostro sindacato in ogni Istituto.
Nella pubblica amministrazione è di gran lunga il comparto scolastico a sottoscrivere il maggior numero di contratti integrativi di lavoro: nel 2018, su 14.071 complessivi, circa la metà sono stati prodotti da istituzioni scolastiche, considerando che a fronte di 8.354 sedi di contrattazione, si è arrivati alla stipula del contratto in 6.527 casi. Lo fa sapere l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, attraverso il documento dal titolo “Monitoraggio della contrattazione integrativa – Rapporto riepilogativo anno 2018”. Nel documento sono confluiti i dati derivanti dai form di trasmissione dei contratti integrativi pervenuti via web all’Aran e al Cnel, come previsto dall’articolo 40 bis, comma 5, del D.Lgs. n. 165/20012.
Marcello Pacifico (Anief): È dovere del sindacato vigilare sul rispetto delle norme contrattuali nella contrattazione decentrate, anche se il Fondo d’istituto sia stato dimezzato negli ultimi dieci anni. Siamo pronti appena avremo riconosciute tutte le prerogative sindacali a sederci nei tavoli di ogni scuola per far trasmettere la totalità dei verbali, si spera, condivisi delle contrattazioni avvenute per una migliore organizzazione del lavoro di docenti, educatori e Ata.
I sistemi di rilevazione automatica delle presenze del personale che attraverso il decreto Concretezza il Governo vorrebbe approvare nella PA, compresa la scuola, con il beneplacito del Parlamento, contengono delle disposizioni eccessive, ridondanti e anti-europee.
A sostenerlo è il Servizio Studi dei due rami parlamentari, che nella stesura del Dossier specifico sugli “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, il decreto n. 920-B in questo momento all’esame del Senato dopo il via libera della Camera, ha ricordato la posizione espressa sul tema dal ‘Garante per la protezione dei dati personali’, secondo il quale non è “conforme al canone di proporzionalità, come declinato dalla giurisprudenza europea, l’introduzione sistematica, generalizzata e indifferenziata per le pubbliche amministrazioni di sistemi di rilevazione delle presenze tramite identificazione biometrica”.
Marcello Pacifico (Udir): Prima di produrre un notevole inutile aggravio all’erario e rischiare di bloccare l’utilizzo dei più moderni sistemi di rilevazione automatica per via dell’intervento dei giudici, il Governo farebbe bene a compiere subito un passo indietro.
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