Continuano i seminari Udir in giro per l’Italia: prossimi incontri, Verona e Erice (Tp). Il giovane sindacato mette a disposizione dei propri iscritti un servizio di consulenza gratuito per analizzare il cedolino relativo alle trattenute e/o al pagamento degli arretrati a seguito della firma dei CIR regionali e del taglio del FUN 2012/2017. Sono tanti gli errori commessi dall’amministrazione anche rispetto alle fasce di appartenenza; per ovviare a tale inghippo, risulta necessario inviare subito una diffida per recuperare le somme spettanti e interrompere i termini di prescrizione, salvo poi adire il giudice del lavoro in caso di ottemperanza da parte delle RTS.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): I dirigenti scolastici sono sempre più soffocati da grosse responsabilità in cambio di compensi dimezzati rispetti ai colleghi del pubblico e privato. Stiamo dalla loro parte: i nostri seminari in giro per l’Italia sono un segno tangibile della nostra vicinanza e volontà di cambiare gli eventi.
Aderisci al ricorso contro i Recuperi erariali (CIR).
Per l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le regioni meridionali e le grandi Isole restano molto indietro rispetto alle altre, tanto che il divario della performance in termini di PISA (standard internazionali di valutazione) tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campania equivale a più di un anno scolastico. Inoltre, i laureati sono pochi, impreparati e demansionati.
Le indicazioni del sindacato: innalzamento dell’obbligo formativo dagli attuali 16 a 18 anni; adottare degli organici del personale differenziati: ripristinare il tempo scuola tagliato; ridurre i parametri numerici degli alunni per la costituzione delle classi; incrementare cosiddetti Cpia; per il comparto dell’Università, sarebbe importante eliminare il numero programmato negli atenei, dare più borse di studio, introdurre una vera riforma che preveda il ripristino di una figura chiave quale è quella del ricercatore a tempo indeterminato. Serve, infine l’approvazione di un piano di reclutamento straordinario e l’eliminazione delle mediane dalla valutazione nazionale perché non è la quantità ma la qualità della ricerca che bisogna valutare e apprezzare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non adottare almeno queste nuove linee di indirizzo a livello scolastico e universitario, comporterebbe un ulteriore allargamento della forbice che esiste nella formazione tra Nord e Sud. Il gap e l’indifferenza delle massime istituzioni è presente già dalla scuola del primo ciclo, visto che ci ritroviamo con un tempo piano fortemente presente al Settentrione, con oltre la metà degli alunni che ne usufruiscono in Lombardia, mentre al Sud la permanenza settimanale a scuola per circa 40 ore riguarda appena un alunno ogni sei. Largo quindi a provvedimenti mirati, supportati da un orientamento scolastico e universitario degno di questo nome, ed incrementando finalmente il Pil a favore dell’istruzione.
Il Governo ha immesso in ruolo più di centomila docenti nell’ultimo biennio ma ancora uno su otto è chiamato come precario per far funzionare le ordinarie attività didattiche. Sono più di trecentomila gli aspiranti a un posto fisso tra graduatorie ad esaurimento e d’istituto in attesa dei nuovi concorsi. Circa il 60% di quelli di ruolo è over 50 e difficilmente i neo immessi sono under 45, mentre l’età pensionabile sta salendo a 67 anni. Il nuovo sistema di formazione e reclutamento introdotto con la Legge 107/2015 allunga di altri due anni l’entrata nella scuola. Gli stipendi, infine, sono da dieci anni slegati al costo della vita nonostante l’inflazione sia salita di 18 punti
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Quando uno studente sceglie come professione quella dell’insegnante, lo fa consapevolmente, con l’animo e la mente di chi vuole seguire le proprie attitudini e soprattutto trasmettere il proprio sapere ad alunni ancora da formare. E ci mette la sua passione, il suo talento: così la professione diviene missione. Ma tra precariato, stipendi bassi e pensione sempre più lontana, il ruolo dell’insegnante, ovvero colui che lascia un ‘segno’ ai suoi alunni, giorno dopo giorno si sta tristemente svilendo.
La verità è che servirebbero 17 miliardi per l’intera manovra correttiva, per poter dunque pagare quanto pattuito; tale cifra, sarebbe comunque inferiore all’indennità di vacanza contrattuale che spetta ai lavoratori dal settembre 2015. In questo momento, dunque, sarebbero solo 85 euro netti al mese gli aumenti coperti dalla legge di stabilità; ecco perché risulta necessario fin da adesso inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’IVC al 50% dell’inflazione per recuperare 1.300 euro annui per docenti e Ata.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Il Governo farebbe bene a impegnarsi nel reperire le risorse che servono. Sono cifre ben più consistenti. In questo modo si arriverebbe ad adeguare il 50 per cento del costo della vita registrato dal 2008. Per i DS è indispensabile approvare la perequazione esterna con le altre aree della dirigenza pubblica e interna con gli altri ex presidi; per ottenerla i sindacati rappresentativi debbono assolutamente tenere duro. A costo di non rinnovare il nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro.
Chi volesse ricorrere contro questo aumento-farsa, può pertanto scaricareformale diffida al Miur, bloccando in questo modo anche la prescrizione, sempre in attesa dell’esito del giudizio della Consulta: l’obiettivo del ricorso è recuperare il 7% dello stipendio da settembre 2015, come già confermato dalla Corte Costituzionale. Appare invece inutile ricorrere contro il blocco del contratto dopo la sentenza della Consulta.
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